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"Stanze segrete" di Fabrizio Ceccardi a casa dell'Ariosto - Sabato 25 marzo l'inaugurazione

23-03-2006 / Giorno per giorno

Nuovo appuntamento di Casa Ariosto con l'arte fotografica. "Stanze segrete", una mostra dell'artista reggiano Fabrizio Ceccardi, sarà infatti inaugurata ufficialmente sabato 25 marzo alle 18 nello spazio di via Ariosto 67. Promossa dall'assessorato alle Politiche e Istituzioni culturali e dai Musei civici d'Arte antica in collaborazione con la circoscrizione Giardino-Arianuova-Doro, l'iniziativa (la sesta dallo scorso anno) sarà aperta al pubblico da domenica 26 marzo al 7 maggio. Esposte oltre venti cibachrome caratterizzate da diversi nuclei di percorso, testimonianza dell'intensa opera di ricerca che Fabrizio Ceccardi sviluppa, partendo da semplici riprese Polaroid, in modo del tutto personale e originale. Centrale, nel suo intervento artistico, il tentativo di togliere l'eccesso di realismo a cui il mezzo tecnico tende, per adattare invece l'immagine alla propria sensibilità espressiva. "Le ristrettezze del Bilancio comunale - ha ricordato oggi nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'appuntamento il presidente della circoscrizione Giardino Arianuova Doro Girolamo Calò, alla presenza dell'artista - hanno solo diminuito la disponibilità di sedi espositive, ma non bloccato il nostro progetto di continuare a presentare artisti nuovi e di pregio, caratterizzando sempre più Casa Ariosto come spazio ottimale per la fotografia". "Un genere, quello dell'arte fotografica, - ha affermato il direttore dei Musei civici d'Arte antica Angelo Andreotti - inizialmente scelto per colmare una lacuna della nostra offerta culturale, più propensa alla pittura. In pochissimo tempo ha dimostrato invece di appassionare il pubblico ferrarese, rivelatosi ben preparato e attento nell'accogliere le nostre proposte." Una conferma in questo senso viene dal bilancio complessivo di "Viavai Pontespositivo". La rassegna proposta nell'anno appena trascorso ha visto con un investimento di 30mila euro del Comune di Ferrara (e un contributo regionale di 15mila euro) l'allestimento di quattro mostre fotografiche che hanno interessato oltre 20.000 visitatori. Un numero che tiene però conto dei soli spazi pubblici (Casa Ariosto e Porta degli Angeli). Mancano infatti i dati dei molti visitatori degli spazi allestiti per alcune mostre contemporaneamente anche a Zuni Arte Contemporanea e Casa Cini. In tutto sono stati poi realizzati cinque cataloghi fra i quali quello dedicato a Beatrice Pavasini, di recente pubblicazione. L'esposizione di Casa Ariosto dedicata a Fabrizio Ceccardi, ad ingresso gratuito, sarà aperta da domenica 26 marzo a domenica 7 maggio, con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, domenica dalle 10 alle 13, lunedì chiuso. Per maggiori informazioni: call center Ferrara Mostre e Musei - Palazzo dei Diamanti, corso Ercole I° d'Este, 21 - 0532 244949 (e-mail: diamanti@comune.fe.it) LA SCHEDA (a cura dei Musei civici d'Arte antica) - Negli scatti di Ceccardi la luce si frantuma, rimuove o indaga, rimarca e ricompone la texture/patina delle cose, oppure si fa evanescente, ristagna o evapora, compenetrando e riflettendo superfici che si animano quasi in una sorta di essenza ectoplasmica. Gli interni ci proiettano in una dimensione speculare, rispetto alla nostra fisicità, di presenza/assenza, ove oggetti e cose del quotidiano sembrano animarsi, per divenire essi stessi essenza, momenti di vita. In atmosfere rarefatte appaiono improvvisi squarci di luce nebbiosa, che inglobano il tutto e lasciano affiorare le forme evanescenti dell'inconscio e del ricordo. Nelle opere di Fabrizio Ceccardi presentate a Casa Ariosto si avverte forte e persistente il senso del vissuto antropico fatto di segni, di apparente abbandono. Le Stanze Segrete si rivelano, così, come luoghi dell'anima: teche dell'interiorità, dove alloggiano recondite struggenti emozioni. L'obiettivo, occhio della memoria, coglie la luce che riverbera impalpabile in una sorta di spazio/tempo sospeso, quale lo si può trovare ne La Tempesta di Giorgione o nella metafisica Attesa di Felice Casorati. La stessa luce esalta e contorna le linee delle architetture e soggiorna, ospite, nei silenti contenitori/stanza, ove a tratti si rivelano alcuni scorci d'arredo, quasi lacerti di umanità colti con un taglio prospettico visivo dal basso verso l'alto, a guisa di occhio di gatto, che ne sublima i volumi rendendoli presenza ed elemento mediatore del pensiero. Pur attraverso tematiche diverse, il repertorio delle immagini si dipana mediante lo studio scrupoloso fatto di sfumati, di leonardesca memoria, ove anche il particolare sottende l'insieme, ed il tutto ed il nulla si equilibrano, in una intima e spirituale rappresentazione che indaga la poetica del vivere.