Una solida rete di sostegno per gli stranieri che scelgono Ferrara come rifugio
19-06-2006 / Giorno per giorno
Provengono in maggioranza dalla Nigeria, ma anche dai territori della ex Jugoslavia, del Kosovo, del Camerun e di altri paesi africani martoriati da anni di guerre sanguinose. Sono i 216 richiedenti asilo e rifugiati che con la loro presenza nella nostra città pongono Ferrara al secondo posto in Emilia Romagna, dopo Bologna, per consistenza di questo particolare fenomeno migratorio. In loro aiuto sono da tempo mobilitati istituzioni e soggetti del terzo settore cittadino, che hanno ora deciso di consolidare il raccordo fra le rispettive azioni con la sottoscrizione di un protocollo d'intesa in materia di accoglienza e inserimento sociale a livello territoriale. Oltre all'assessorato alla Salute e servizi alla persona del Comune, incaricato del coordinamento degli interventi, il lungo elenco dei firmatari dell'accordo comprende la Provincia, la Prefettura, la Questura, le aziende Ospedaliera e Usl, il Centro servizi alla persona-servizio sociale, la cooperativa Camelot che gestisce il Centro servizi integrati per l'immigrazione, l'Ecipar e l'associazione Viale K. Intento comune dei vari soggetti è quello di mettere a disposizione le proprie risorse e competenze per creare un solido ed efficace sistema di accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo, in grado di offrire risposte adeguate alle loro esigenze. Il percorso di accoglienza tracciato dal protocollo garantisce l'assistenza completa dei cittadini stranieri dal momento della loro presentazione allo sportello del Comune per richiedenti asilo, attivo presso il Centro servizi integrati per l'immigrazione, fino al riconoscimento o meno dello status di rifugiato. Oltre ai vari servizi di carattere istituzionale offerti da Prefettura e Questura, i richiedenti asilo possono contare su un'ampia serie di azioni in loro supporto, da quelle di carattere informativo circa l'iter che devono seguire, a quelle di accoglienza e di assistenza sanitaria, fino agli interventi per il loro inserimento lavorativo tramite periodi di formazione all'interno di aziende del territorio. "I richiedenti asilo - ha precisato stamani in conferenza stampa l'assessore Maria Giovanna Cuccuru - sono persone giuridicamente diverse dagli immigrati stranieri che giungono in Italia per motivi di lavoro, studio o ricongiungimento familiare. Essi infatti non scelgono di emigrare, ma sono costretti a farlo per poter sopravvivere, sono in fuga dal loro paese e molto spesso non possono farvi ritorno se non a rischio della propria incolumità o della perdita della libertà e dei diritti fondamentali. Con il protocollo che intendiamo mettere in atto - ha proseguito l'assessore Cuccuru - riteniamo di avere imboccato la strada giusta per offrire una risposta coordinata a livello territoriale ai bisogni di queste persone, indirizzandole verso un percorso di autonomia e garantendo il rispetto della loro dignità". Un riconoscimento al lavoro svolto dai soggetti locali è giunto dal responsabile del servizio Politiche per l'accoglienza della Regione Emilia Romagna Andrea Stuppini, che ha definito l'accordo di Ferrara come "un protocollo all'avanguardia in ambito nazionale, in linea con quello sottoscritto dalla Regione nel 2004 con Anci e sindacati". Grande soddisfazione per il risultato raggiunto è stata espressa da tutti i rappresentanti dei soggetti coinvolti, presenti stamani in conferenza stampa.