BIBLIOTECA BASSANI – Presentazione del volume di Lilith Verdini giovedì 24 gennaio alle 17
‘Zolfo, carbone e zanzare’, storie di ‘migrazioni fra luoghi e culture’
22-01-2013 / Giorno per giorno
Ripercorre la storia della migrazione dei lavoratori marchigiani verso Ferrara il volume di Lilith Verdini che giovedì 24 gennaio, alle 17, sarà presentato nell'auditorium della biblioteca Bassani di Barco (via Grosoli 42). I contenuti del libro, dal titolo ‘Zolfo, carbone e zanzare. Migrazioni fra luoghi e culture. Il caso Cabernardi negli anni Cinquanta', saranno illustrati, oltre che dalla stessa autrice, anche da Gian Paolo Borghi, già responsabile del Centro di Documentazione Storica del Comune di Ferrara, e da Roberto Roda, del Centro Etnografico Ferrarese, introdotti da Guido Guidarelli del Comitato "Cristalli nella nebbia".
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Questo libro parla di migrazioni. Movimenti di marchigiani, uomini, donne, famiglie, che si sono spostati da una regione all'altra del nostro continente e del nostro paese. Basterebbe già questo
per renderlo sicuramente attuale nel momento in cui il tema delle migrazioni - quelle degli altri -
irrompe quotidianamente nel dibattito sociale e politico, alimentando speranze, dubbi, paure.
Le Marche sono state, fino a un passato non troppo lontano, terra di emigrazione e Ferrara è stata
luogo di accoglienza per una cospicua comunità di lavoratori marchigiani. Il protagonista principale di questo lavoro di ricerca, a ben guardare, è il lavoro, come elemento attorno al quale si plasmano i valori fondamentali della dignità e della libertà dell'uomo.
Rivive in queste pagine la storia dei minatori di Cabernardi costretti a una dura migrazione che li porta dai giacimenti di zolfo delle Marche, agli impianti chimici di Pontelagoscuro, alle porte di Ferrara, e agli abissi carboniferi del Belgio.
L'analisi sociologica indaga il modo in cui questo movimento di uomini ha inciso sulla formazione delle coscienze, sui passaggi di generazione, sul rapporto con la terra d'origine. Chi guarda con rispetto alla centralità del lavoro rilegge con una certa emozione la cronaca della lotta portata avanti dai minatori per evitare la chiusura degli impianti marchigiani e la successiva dolorosa esperienza che li vede merce di scambio fra governi che barattano gli uomini con il carbone. Una storia di fatica, di sofferenze, ma anche di grande dignità: il lavoro dei marchigiani diventa filo conduttore e collante di un'esperienza di vita in cui la memoria si intreccia con la solidarietà e i valori della gente marchigiana si collocano in una dimensione nazionale ed europea.
L'autrice: Lilith Verdini vive ad Arcevia. Laureata in Scienze della Comunicazione all'Università di Bologna, coltiva i suoi interessi culturali nell'ambito della storia locale e della geografia umana. Questa ricerca è la sua prima opera. Sul tema dell'emigrazione ha realizzato anche due cortometraggi: ‘La vita era stretta un bel po'' (2007) e ‘La maestra del Cantarino' (2008).