BIBLIOTECA ARIOSTEA - Conferenza del ciclo 'Sinfonie urbane' lunedì 18 marzo alle 17
Il paesaggio sonoro de "La notte" di Antonioni
15-03-2013 / Giorno per giorno
Sarà dedicata al ‘paesaggio sonoro de "La notte" di Antonioni' la nuova conferenza del ciclo 'Sinfonie urbane', in programma lunedì 18 marzo alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. L'incontro, aperto a tutti gli interessati, vedrà la partecipazione in veste di relatore di Giorgio Rimondi.
Il ciclo di conferenze 'Sinfonie urbane' è curato da Doris Cardinali dell'associazione Michelangelo Antonioni, in collaborazione con l'associazione Amici della Biblioteca Ariostea e il patrocinio di Comune e Provincia di Ferrara e Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Ferrara. L'iniziativa, che si propone come momento di studi interdisciplinari fra letteratura, arte, musica, estetica e film studies, è inserita nel 'Piano Michelangelo Antonioni - La ricerca di un posto nel paesaggio' nell'ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita del regista ferrarese.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Dello sguardo e della voce
Il paesaggio sonoro de "La notte" di Antonioni
Nell'algebra lacaniana sguardo e voce rappresentano le coordinate che individuano la posizione del soggetto, inteso come colui che prende forma nel campo di una visione comunque immersa in una dimensione sonora. L'evento filmico esplicita bene questa duplice appartenenza del soggetto, nella misura in cui esso è captato nel gioco degli sguardi e nell'eco delle voci - siano esse le parole, i rumori o i suoni della colonna musicale - che ne determinano le coordinate. Per questo, e contrariamente a ciò che ritiene il senso comune, il cinema ha sempre qualcosa di straniante che a sua volta ci ri-guarda e ci interpella. Ma il cinema di Antonioni non tematizza lo straniamento, che non corrisponde all'abusato concetto di "incomunicabilità", né persegue la decostruzione dei meccanismi narrativi dell'evento filmico. Tuttavia non si concede nemmeno alle modalità di una facile identificazione. E quindi non si sottrae al fascino ‘unheimlich' (cioè all'apparizione di qualcosa di inquietante laddove non ci se l'aspetta) di una rappresentazione che, si compie sempre sullo sfondo di un irrappresentabile. Nel caso de "La notte", poi, la rappresentazione mette letteralmente "in scena" gli elementi costitutivi del campo visivo e di quello auditivo.