CENTRO DI DOCUMENTAZIONE - Da martedì 30 aprile al 16 maggio a San Bartolomeo in Bosco
I "Pianeti della Fortuna" in mostra al MAF
29-04-2013 / Giorno per giorno
Una piccola ma curiosa mostra documentaria curata da Gian Paolo Borghi e Maria Roccati sarà visitabile da domani martedì 30 aprile al 16 maggio nella sala espositiva del MAF di San Bartolomeo in Bosco. Intitolata "Gli antenati dei moderni oroscopi: i ‘Pianeti della Fortuna'", propone una selezione di questi modesti foglietti multicolori che prendono il nome dalle credenze astrologiche legate al movimento dei pianeti e finalizzate a prevedere il destino di un individuo. I "Pianeti" riportavano alcune predizioni sul futuro (salute, fortuna, lavoro, amore ecc.), illustrate da vignette molto semplici; venivano offerti ai passanti in cambio di un piccolo obolo da girovaghi che, a volte, rendevano più efficace lo scambio utilizzando anche pappagalli dai colori più o meno sgargianti (consegnavano i foglietti prendendoli con il becco da un'apposita cassettina) oppure scimmiette curiosamente vestite e addestrate.
I "Pianeti della Fortuna", in un certo senso, possono considerarsi gli "avi" degli odierni oroscopi. Le predizioni potevano essere di carattere generale oppure rivolte a generi, età e condizioni diverse: "bambini", "bambine", "giovanotti", "signorine", "donne", "uomini", "maritate", "maritati" ecc.
La documentazione proposta è stata selezionata da una collezione privata composta di oltre 500 "Pianeti", dati alle stampe tra Otto e Novecento. La scelta è caduta su diversi foglietti tratti dalla vasta produzione di tre note tipografie, specializzate anche (come altre che elenchiamo) nell'editoria dei fogli volanti per i cantastorie. Gli editori sono Giuseppe Pennaroli, Marchi & Pelacani di Fiorenzuola d'Arda (Piacenza) e Campi di Foligno (Perugia).
Molti di questi "Pianeti" presentano immagini e testi degli anni '30 e '40 del '900, con i numeri da giocare al lotto, aggiornati nel dopoguerra con l'aggiunta di "una" colonna della schedina del Totocalcio (nelle prime fasi del concorso, iniziato nel 1946, si vinceva con il 12 e si poteva giocare anche una sola colonna). Ricordiamo altre tipografie che stamparono questi foglietti popolari: Salani (Firenze), Càiro (Codogno, Milano), Casamara (Genova), Severini (Napoli).
(Testo a cura degli organizzatori)
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