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BIBLIOTECA ARIOSTEA - Martedì 14 maggio alle 17. A cura dell'Istituto Gramsci

Incontro in sala Agnelli sul libro "La banalità del male" di Hanna Arendt

13-05-2013 / Giorno per giorno

Martedì 14 maggio alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17) per il ciclo 'Vetrina letteraria', Fiorenzo Baratelli, Marcella Ravenna e Piero Stefani parleranno del libro di Hanna Arendt "La banalità del male". L'iniziativa è proposta dall'Istituto Gramsci di Ferrara  in occasione del cinquantesimo anniversario della pubblicazione del volume.  

LA SCHEDA  (a cura degli organizzatori) - Cinquant'anni orsono (1963) veniva pubblicato "La banalità del male" di Hanna Arendt. Si tratta di un'opera che rappresenta ormai un classico della riflessione sull'orrore del XX secolo. E' un libro scomodo, perché pone domande che non vorremmo farci. L'occasione del libro fu la partecipazione della grande filosofa a Gerusalemme per assistere (come inviata del "New Yorker") al processo contro il nazista Adolf Eichmann, una delle ‘pedine' più ‘efficienti' della "Soluzione finale". Assistendo a quel dibattimento, la Arendt scoprì la ‘terrificante normalità' del male del secolo delle ideologie totalitarie. Il Male gli appare ‘banale' e proprio per questo ancora più terribile: perché i suoi, più o meno consapevoli, servitori, altro non sono che dei piccoli, grigi, burocrati, molto simili in tutto e per tutto (come aveva intuito Franz Kafka) al nostro vicino di casa. Troppo semplice dividere il mondo tra un gruppo di ‘demoni' mostruosi e una massa di vittime innocenti. Anche Primo Levi nei "Sommersi e salvati" approfondì quei temi così delicati e difficili. Quelle domande e quelle riflessioni, ci interpellano anche oggi.