Comune di Ferrara

martedì, 07 maggio 2024.

Dove sei: Homepage > Lista notizie > Sacro e profano nella città medievale, passeggiata culturale e spettacoli

INIZIATIVA CULTURALE - Venerdì 21 giugno alle 20.45, sagrato S.Maria in Vado, a cura di FerrarAzione

Sacro e profano nella città medievale, passeggiata culturale e spettacoli

17-06-2013 / Giorno per giorno

Venerdì 21 giugno 2013 alle ore 20.45, nel sagrato della basilica di Santa Maria in Vado (via Borgovado n. 3) appuntamento all'insegna della passione per l'arte e la storia, con passeggiata culturale in compagnia di Francesco Scafuri e di Paolo Sturla Avogadri dal titolo: "Sacro e profano nella città medievale".

Tra le vie dell'antico Borgo di Sotto, i due esperti accompagneranno i presenti alla scoperta dei miracoli e della storia delle donne estensi, illustrando nel contempo le vicende riguardanti la basilica (chiusa a seguito del sisma) e delle chiese di Santa Teresa Trasverberata e del Corpus Domini, che in via del tutto eccezionale saranno aperte per l'occasione. Ad accogliere il pubblico sarà una suggestiva esibizione degli sbandieratori con la messa in scena di danze rinascimentali a cura della contrada di Santa Maria in Vado. A chiusura dell'iniziativa, che durerà circa due ore e prevede il ritorno a S.Maria in Vado dopo aver percorso a piedi l'itinerario storico e culturale, sono in programma due suggestive sorprese di "sapore" che allieteranno i partecipanti.

L'appuntamento, illustrato nei dettagli lunedì 17 giugno (residenza municipale) ai giornalisti dall'assessore comunale Rossella Zadro, dai protagonisti della serata Francesco Scafuri e Paolo Strurla Avogadri insieme ai rappresentanti delle associazioni partnera, è a partecipazione gratuita ed è inserito nelle attività del laboratorio "FerraraAzione", un'importante occasione per organizzare una raccolta fondi per la riapertura del chiostro di Santa Maria in Vado.
Questa specifica manifestazione è promossa dalla parrocchia di Santa Maria in Vado, in collaborazione con il Comune di Ferrara, l'Arcidiocesi di Ferrara e Comacchio, la Contrada di Santa Maria in Vado, il Circolo Anspi (Via Borgovado, 3) e Progetto Lowaste.

"L'Amministrazione comunale aderisce a questa iniziativa che possiamo definire sperimentale - ha spiegato Scafuri - perche è sicuramente importante che monumenti, luoghi sacri e il patrimonio cittadini possano tornare al più presto, dopo il sisma del maggio 2012, ad essere completamente fruibili per cittadini e turisti". 

foto 17 giu 2013

"FerrarAzione - ha spiegato l'assessore Zadro anche a nome degli organizzatori - esordisce ufficialmente in questa occasione ed è un laboratorio, un modello di Azionariato sociale che coinvolge cittadini e associazioni; una semplice offerta permette di diventare azionisti del progetto per la ricostruzione e la riappropriazione di luoghi carichi di storia, contenitori attivi di relazioni sociali, spazi dove scorre la vita delle comunità. FerrarAzione è una chiamata all'impegno collettivo rivolta a tutta la città. Ovviamente questa 'azione' non può sostituire gli interventi di recupero che le istituzioni preposte dovranno effettuare nel tempo". A tutti coloro che negli appositi banchetti allestiti venerdì sera effettueranno una donazione, verrà consegnata un mattonella di terracotta con indicato il progetto di recupero che la raccolta fondi intende sostenere. Il comitato FerrarAzione ha gia preannunciato altre iniziative che verranno successivamente diffuse attraverso gli organi di informazione cittadini. Tra i vari soggetti che hanno partecipato all'incontro di presentazione in residenza municipale c'era anche il fotografo ferrarese Paolo Zappaterra che mettrerà a disposizione degli organizzatori materiale fotografico e video dei luoghi e dei monumenti più belli della città storica.  

 

Cenni storici sugli edifici di culto interessati dall'escursione culturale

a cura di Francesco Scafuri, responsabile Ufficio Ricerche Storiche del Comune di Ferrara


Basilica di Santa Maria in Vado (via Borgovado, 3)
Un edificio di culto, di dimensioni ridotte e con semplice pianta ad aula, sorgeva ancora prima dell'anno Mille nei pressi di un guado (vado), che permetteva l'attraversamento di uno dei numerosi acquitrini presenti nella zona a quell'epoca. L'importanza della basilica è legata al miracolo eucaristico avvenuto secondo la tradizione il 28 marzo 1171 (giorno di Pasqua), quando, al momento dell'elevazione dell'ostia consacrata e mentre il sacerdote la spezzava, spruzzi di sangue sgorgarono da essa e andarono a lambire la piccola volta dell'abside sopra l'altare, che ancora oggi riporta le tracce dell'evento.
La chiesa divenne nel tempo luogo di pellegrinaggio, tanto che fu interessata da imponenti lavori di ampliamento per ordine del duca Ercole I d'Este a partire dal 1495, a seguito dei quali l'edificio di culto assunse in gran parte l'assetto architettonico e planimetrico attuale. L'incarico per l'esecuzione di tali opere fu affidato all'architetto di corte Biagio Rossetti coadiuvato dal capomastro Bartolomeo Tristano, i quali dovevano tenere conto di alcuni disegni del pittore Ercole de' Roberti. La nuova basilica, consacrata nel 1518, subì tuttavia le conseguenze di un primo tremendo terremoto, quello del 1570, perciò furono necessari vari restauri che interessarono soprattutto la parte più alta dell'edificio, cui si aggiunsero i lavori di consolidamento della chiesa operati nella prima metà del XIX secolo dall'architetto Giovanni Tosi.
Per quanto riguarda la facciata, essa ha mutato immagine nel corso dei secoli: il portale, per esempio, fu compiuto nel 1556 e le statue, opera dello scultore Andrea Ferreri, sono state poste nella prima metà del Settecento; tra queste la "Vergine col Bambino", precipitata dal timpano a seguito del terremoto del maggio 2012, ma restaurata con un contributo di Italia Nostra.
Santa Maria in Vado, che ancor oggi conserva in gran parte le linee architettoniche rinascimentali di ispirazione rossettiana, può essere considerata una delle più belle chiese di Ferrara.
I restauri curati dal 1993 al 2000 dalle competenti Soprintendenze, con il contributo del Ministero per i Beni Culturali, della Fondazione Carife e della Regione Emilia Romagna, avevano riportato l'edificio di culto agli antichi splendori, ma ora è chiusa al pubblico a causa dei danni arrecati dal sisma del maggio 2012. Perciò, purtroppo, non è possibile vedere il suggestivo interno, caratterizzato da una pianta a croce latina a tre navate divise da colonne, ma soprattutto le tante opere d'arte di pregio di varie epoche, ricche testimonianze di importanti pittori, quali Giulio Cromer, Domenico Monio, Carlo Bononi e Giuseppe Antonio Ghedini.
Inoltre, finché la chiesa non sarà restaurata e riaperta al pubblico, i ferraresi e i turisti non potranno ammirare uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della città, cioè il famoso "Tempietto del Preziosissimo Sangue", che si trova nel transetto di destra: si tratta di un piccolo santuario, raffinatissimo nelle linee architettoniche, costruito nel 1594 dall'architetto Alessandro Balbi attorno ai resti della volta macchiata dal sangue miracoloso (qui trasportata dopo il 1504), che per i fedeli ha assunto nei secoli il valore di straordinaria testimonianza dell'evento prodigioso risalente alla Pasqua del 1171.

 

Chiesa e monastero di S. Teresa Trasverberata (via Borgovado, 23)
Dal XVIII secolo a giorni nostri, le vicende riguardanti la chiesa e il vasto convento di Santa Teresa Trasverberata sono legate alla comunità delle carmelitane scalze, che ancora oggi vivono nella preghiera all'interno dell'area claustrale.
Come si evince dalla relazione storica letta il 3 ottobre 2008 presso l'edificio di culto in questione da suor Maria Benedetta (madre priora del monastero delle carmelitane scalze), la chiesa fu realizzata su disegno dell'architetto Gaetano Barbieri dal 1781 al 1788, anno in cui fu aperta e dedicata alla Trasverberazione del Cuore di Santa Teresa di Gesù, fondatrice delle carmelitane scalze, nata ad Avila (Vecchia Castiglia, Spagna) nel 1515 e morta ad Alba de Tormes (Salamanca) nel 1582.
La chiesa è caratterizzata da una pianta circolare, sulla quale s'innesta una cupola con alto tiburio e tribuna. All'interno sono da segnalare alcune opere d'arte, tra cui due dipinti attribuiti al pittore e restauratore ferrarese Francesco Pellegrini (1707-1799). Il piccolo edificio, sottoposto negli ultimi decenni ad alcuni importanti interventi di recupero, fu restaurato a partire dal 1923, quando iniziò anche la parziale decorazione dell'interno, completata nel 1931 ad opera del pittore ferrarese Augusto Pagliarini (1872-1960). Dello stesso artista sono anche i due dipinti ai lati dell'altare maggiore che illustrano due momenti della vita di S. Teresa di Gesù, nonché i due tondi soprastanti con le immagini di due Beate carmelitane.
Come ricorda la lapide a destra dell'ingresso, nel 1939 la chiesa venne consacrata dall'Arcivescovo Ruggero Bovelli. In quell'occasione fu sostituito l'antico altare maggiore in muratura con quello attuale in marmo bianco e vennero anche poste le quattordici Stazioni della Via Crucis scolpite in legno e dipinte.
Annesso alla chiesa insiste il monastero, le cui origini risalgono al 1739 quando cinque giovani donne, con l'aiuto dei Padri Carmelitani scalzi del convento di S. Girolamo, si riunirono dapprima in una casa in via Borgovado, costituendo una piccola comunità di carmelitane scalze; a questa prima abitazione presto se ne aggiunsero altre tre, poi riunite e sistemate finalmente a convento. Ma nel 1821, quando le monache ripresero la vita regolare dopo le soppressioni napoleoniche, il primitivo monastero venne in parte demolito e parzialmente inglobato in una nuova costruzione, quale si presenta tuttora, che comprende, oltre al fabbricato principale, due giardini e un ampio orto, con un alto muro di cinta.

 

Chiesa e monastero del Corpus Domini (Via Campofranco, 1/ via Pergolato, 4)
Il nome di Santa Caterina Vegri, poetessa e mistica, è legato a Ferrara e soprattutto al monastero delle monache clarisse francescane del Corpus Domini (fondato nel 1406): in questo luogo così ricco di storia, che ancor oggi ospita le religiose, la Santa fece la sua professione di fede nel 1432 e vi rimase insieme alle consorelle fino al 1456, quando si trasferì a Bologna per fondarvi un nuovo monastero del Corpus Domini.
Il Corpus Domini, complesso architettonico di origine quattrocentesca, godette anche dopo la morte della Santa (1463) della continua protezione degli Estensi; Ercole I d'Este e la moglie Eleonora d'Aragona prima e Lucrezia Borgia poi, furono particolarmente attivi nel sostenere il monastero. Varie giovani di Casa d'Este entrarono nelle quiete del monastero per essere educate o per prendervi i voti. Tra queste ultime Eleonora (figlia di Alfonso I d'Este e Lucrezia Borgia) e Lucrezia (figlia naturale di Ercole II).
Nell'adiacente chiesa pubblica, riccamente decorata in epoca barocca, particolare rilievo assumono il soffitto decorato da Giuseppe Ghedini nel 1770-73 con la Gloria di Santa Caterina Vegri e la pala sull'altare maggiore di Giambettino Cignaroli raffigurante l'Ultima cena.
Nella chiesa interna riservata alla clausura riposano le spoglie di alcuni tra i personaggi più importanti di Casa d'Este, molti dei quali incisero profondamente sulla storia e sullo sviluppo di Ferrara nei secoli. Tra questi ricordiamo Nicolò II d'Este, la moglie Ricciarda, Nicolò III, Lionello, Ercole I, Alfonso I e Lucrezia Borgia, Ercole II.



Immagini scaricabili:

Allegati scaricabili: