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SANITA' E SERVIZI ALLA PERSONA - Giovedì 12 dicembre alle 13,30 convegno alla Sala Estense

Progetto demenze: le esperienze ferraresi e la realtà nazionale

10-12-2013 / Giorno per giorno

Giovedì 12 dicembre alle 13,30 la Sala Estense ospiterà il convegno provinciale ‘Di CaFÈ in CaFÈ' dedicato alle esperienze ferraresi in tema di demenze senili, a confronto con la realtà nazionale. L'incontro è promosso da Asp- Centro servizi alla persona, Comune e Università di Ferrara, Ama-Associazione malattia Alzheimer, Azienda speciale Servizi alla persona, azienda Usl e azienda Ospedaliera di Ferrara.
Interververranno: Gianni Artini Presidente ANCeSCAO, Antonella Carafelli Responsabile del Coordinamento Regionale Progetto Demenze, Roberta Cristofori Animatrice del CaFè della Memoria di Portomaggiore, Caterina Ferri Assessore alle Politiche e Servizi per il lavoro e Servizi Sociali Provincia di Ferrara,Paola Milani Psicologa dell'U.O. Neurologia Ospedale S. Anna Ferrara, Maurizio Pesci Direttore Generale ASP Ferrara, Franco Romagnoni Direttore U.O. Assistenza Anziani - Azienda USL Ferrara, Chiara Sapigni Assessore alla Salute e ai Servizi alla Persona Comune di Ferrara, Maria Rosaria Tola Direttore Dipartimento Neuroscienze Ferrara, Marco Trabucchi Presidente dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria - Direttore del Gruppo di Ricerca Geriatrica Brescia, Cristina Tulipani Psicologa Referente Coordinatrice del Progetto, Patrizia Veronesi Psicologa e Psicoterapeuta, Giovanni Zuliani Direttore U.O. Medicina Interna Universitaria.

 

LA SCHEDA a cura di Franco Romagnoni

"CaFE' della memoria" è la traduzione in ferrarese del termine "Alzheimer Cafè", con il quale uno psicogeriatra olandese ha dato vita nel 1997 ad una proposta originale di incontri rivolti alle persone affette da demenza ed ai loro familiari.
Le esperienze che oggi raccontiamo riassumono un lungo percorso di lavoro, che parte da un incontro regionale nella primavera 2009. Ma quel primo spunto di riflessione avrebbe fatto poca strada se non avesse incontrato una serie di condizioni favorevoli: l'intelligenza di chi aveva in quel periodo la responsabilità provinciale del progetto demenze, la consapevolezza di essere un po' in ritardo rispetto ad alcuni territori vicini e, soprattutto, la presenza di un gruppo di lavoro coeso e di alta professionalità che ha saputo mettere in campo le proprie competenze con entusiasmo e generosità. Senza dubbio hanno agito da elementi propulsivi anche la forza dell'associazionismo locale e un insieme di sinergie istituzionali, nate e cresciute attorno al locale Accordo di Programma.
Ciò ha reso possibile la definizione di un progetto provinciale, che ha costituito cornice di sfondo alla crescita di iniziative, sempre attente a far tesoro di quanto già realizzato in Italia ed all'estero, ma nello stesso tempo, perfettamente adattate alla realtà particolare che ogni territorio porta in sé.
Oggi possiamo guardare indietro e riflettere insieme su un'esperienza condivisa, che si è potuta realizzare solo grazie al lavoro di una squadra dove nessuno ha cercato il ruolo di protagonista isolato, ma dove, al contrario, ognuno ha efficacemente promosso "la ricchezza della diversità" senza mai perdere di vista il disegno comune.

 

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