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FERRARA ARTE E ARCIDIOCESI - Prorogata la mostra di Palazzo Trotti Costabili (via Cairoli 32)

"Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara" aperta fino al 28 febbraio

19-12-2013 / Giorno per giorno

 (Comunicato a cura della Fondazione Ferrara Arte)

 

La mostra "Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara", curata da Giovanni Sassu e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Seminario Arcivescovile di Ferrara, non chiuderà il 6 gennaio. 

Il largo successo di pubblico e di critica registrato dall'esposizione di Palazzo Trotti-Costabili, Seminario Vecchio, ha infatti indotto gli organizzatori a prorogane l'apertura fino al 28 febbraio, grazie al consenso dell'Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, dei parroci e degli amministratori delle chiese interessate.
I dati relativi ai visitatori sono infatti molto significativi: giunta alla quattordicesima settimana d'apertura l'esposizione è stata vista da più di 9.500 persone.
Ma non sono solo i numeri a testimoniare il successo di un'iniziativa nata dalla consolidata collaborazione tra l'Amministrazione comunale e la diocesi ferrarese: il mondo della cultura, quello del turismo e quello della scuola, stanno apprezzando l'operazione di riscoperta di un secolo quasi dimenticato come dimostrano le assidue visite o la partecipazione numerosa al ciclo di conferenze organizzato in occasione della mostra.
Tutto questo ha premiato la scommessa degli organizzatori e ha fatto di Immagine e persuasione un grande evento dal profondo significato civico oltreché culturale che ha proposto all'attenzione dei ferraresi il nome di artisti dimenticati come Carlo Bononi, permettendo altresì di riscoprire le opere dei più noti Ludovico Carracci e Guercino.
La mostra proseguirà in gennaio e febbraio con il consueto orario - da martedì a domenica, ore 10-13 e 15-18 - conservando naturalmente l'ingresso gratuito.

 

LA SCHEDA
'Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle Chiese di Ferrara' è una mostra davvero importante. Innanzitutto perché richiama l'attenzione sui danni provocati dal terremoto del 2012, ma anche perché ha il merito di accendere i riflettori sul Seicento ferrarese, a torto considerato "minore".
Figlia di un altro sisma, quello ben più drammatico che colpì la città nel 1570, nonché delle innovazioni liturgiche e devozionali seguite al Concilio di Trento, questa stagione, attraverso numerosi cantieri e commissioni artistiche, determina un profondo rinnovamento del volto della città estense. Quello vissuto da Ferrara fu così un grandissimo Seicento, sino ad ora considerato ingiustamente subalterno ai fasti cosmopoliti della casata degli Este nel Quattro e Cinquecento.
La piccola ma stupefacente mostra allestita dal 14 settembre 2013 al 28 febbraio 2014 a Palazzo Trotti Costabili, sede del Seminario Vecchio, svela al pubblico le grandi opere di Carlo Bononi, dello Scarsellino, di Francesco Costanzo Catanio, nonché quelle di Ludovico Carracci e del Guercino e si svolgerà in contemporanea con quella a Palazzo dei Diamanti dedicata a Zurbarán: due facce del Seicento, due visioni diverse eppure egualmente affascinanti.

 

Il terremoto che ha colpito l'Emilia il 20 e 29 maggio del 2012 ha lasciato segni importanti anche nel territorio ferrarese.
Tra i più gravi, eppure non ancora perfettamente percepiti dall'opinione pubblica, ci sono i danni arrecati alle chiese. A distanza di un anno dall'evento sismico, infatti, la maggior parte di queste non ha ancora ritrovato la normalità.
Nell'attesa che l'opera di ricostruzione e messa in sicurezza degli edifici di culto si completi, è apparso opportuno, in concomitanza con la mostra ‘Zurbarán (1598-1664)' allestita a Palazzo dei Diamanti, tornare a mostrare al grande pubblico il volto di "un altro" Seicento, quello estense, forse meno noto, ma non per questo meno significativo, ricco e vario.
L'esposizione, aperta ufficialmente il 14 settembre, propone con una sola significativa eccezione una ristrettissima selezione di capolavori provenienti da alcune delle chiese del territorio tuttora sottratte al godimento degli amanti dell'arte e alla devozione dei fedeli.
Al contempo, la rassegna vuole attirare l'attenzione del grande pubblico su un'epoca, quella della prima metà del XVII secolo, che anche a Ferrara pose al centro dell'arte l'emozione e il coinvolgimento visivo dello spettatore. Scandita dai tempi della religione, infatti, la società del tempo assegna all'immagine un ruolo cardine: essere l'illustrazione dell'intangibile, forma fisica delle verità di fede e della storia di quest'ultima. La rappresentazione, in particolare nelle pale d'altare, diventa così persuasione sulla scia dell'insegnamento della Poetica e dalla Retorica di Aristotele, come indicato dal grande storico dell'arte Giulio Carlo Argan che al Barocco dedicò gli studi di una vita. Da uno dei suoi fortunati libri la mostra trae ispirazione per il proprio titolo.
Sul Seicento ferrarese grava tuttora il peso di un pregiudizio storico alquanto radicato: quello di essere stato un periodo minore rispetto ai fasti cosmopoliti vissuti da Ferrara al tempo degli Este fino al 1598, quando la città passò sotto il controllo papale. Tuttavia, la prima metà del secolo vide attive personalità di assoluto rilievo: forestieri di grandissimo prestigio come Ludovico Carracci e Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, due dei più celebri pittori dell'epoca, e straordinarie personalità locali come il tormentato Carlo Bononi, il più grande pittore ferrarese del Seicento, il soave Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino e il sanguigno Francesco Costanzo Catanio.
La mostra ‘Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara' - curata da Giovanni Sassu e organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dal Seminario Arcivescovile di Ferrara, in collaborazione con l'Arcidiocesi di Ferrara- Comacchio e i Musei Civici di Arte Antica di Ferrara - si configura quindi come un'occasione irripetibile per entrare in contatto con grandi capolavori e per riscoprire la varietà e la ricchezza di una stagione oggi pressoché dimenticata.

 

Per informazioni: tel. 0532 244949

diamanti@comune.fe.it
www.palazzodiamanti.it

 

Immagini scaricabili:

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