BIBLIOTECA ARIOSTEA - Incontro con Alberto Castelli venerdì 7 marzo alle 17
Le teorie pacifiste ottocentesche di fronte alla Grande Guerra
06-03-2014 / Giorno per giorno
Sarà incentrato sul declino delle teorie pacifiste ottocentesche, allo scoppio del primo conflitto mondiale, il nuovo incontro del ciclo ‘La Grande Guerra e il Novecento europeo' in programma venerdì 7 marzo alle 17 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Relatore della conferenza, aperta alla partecipazione di tutti gli interessati, sarà Alberto Castelli.
La rassegna di appuntamenti promossa dall'Istituto Gramsci e dall'Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara proseguirà con una serie di incontri mensili fino al novembre prossimo, con cui si cercherà, negli intenti degli organizzatori, di approfondire il significato di quel tragico evento che inaugurò ‘il secolo breve' e fu causa di cambiamenti sconvolgenti per l'Europa del Novecento.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Nell'Ottocento, la convinzione più diffusa tra gli intellettuali europei era che la pace sarebbe stata il portato della storia, il prodotto dell'evoluzione delle civiltà. Si riteneva cioè che la guerra sarebbe scomparsa a causa dello sviluppo dell'industria, del commercio, della democrazia e della giustizia sociale. Il destino di questo ottimistico pacifismo sarà quello di essere messo in crisi, alla fine dell'Ottocento, da un'ondata di cultura irrazionalista, celebratrice della violenza, e nemica non solo della pace ma anche della democrazia, e di venire poi definitivamente travolto nell'estate del 1914. Di fronte a questa nuova cultura e alla guerra europea, i pacifisti, formatisi alla scuola ottocentesca della fiducia nel progresso e nelle virtù pacificatrici del libero commercio o della democrazia, si trovano disarmati. Molti di loro semplicemente abbandonano il pacifismo e si uniscono al coro degli estimatori della violenza; i pochi che invece restano fedeli al valore della pace si trovano nella scomoda posizione di non poter riproporre contro la guerra le vecchie idee, ormai inservibili, e di doverne elaborare di nuove. Il relatore cercherà di mettere a fuoco come questo processo di elaborazione sia stato avviato fin dai primi anni della guerra da autori come Bertrand Russell, Romain Rolland, Hermann Hesse e altri.