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BIBLIOTECA ARIOSTEA - Invito alla lettura venerdì 4 marzo alle 17

"Il dono di Dio" raccontato da Antonio Consoli

02-03-2011 / Giorno per giorno

Ha per titolo "Il dono di Dio" il romanzo di Antonio Consoli (Edizioni Albatros, 2010) che sarà presentato venerdì 4 marzo alle 17, nel corso di un nuovo appuntamento di invito alla lettura nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea. Assieme all'autore interverrà all'incontro anche Luigi Trombetta.

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Antonio Consoli
Scrittore sorrentino, ferrarese di adozione, arruolato diciottenne nell'Arma dei Carabinieri, Antonio Consoli ha maturato la passione per la tecnologia militare e ha esordito come scrittore all'età di trentotto anni con il romanzo "Il riverbero del sole". Con uno stile fluido e felicemente ritmato, una originale descrizione "a tutto campo" dei luoghi dell'azione, lo scrittore in questa seconda creazione, accompagna il lettore in un viaggio tra Italia, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna e Stati Uniti, sulle tracce di una singolare storia d'amore, con improvvisi colpi di scena che lasciano emergere l'urgenza di sentimenti che devono essere vissuti.
"Il dono di Dio"
San Silvestro. Il sequestro di un traghetto nel Golfo di Napoli da parte di terroristi islamici costringe il capitano Christian Berri a lasciare la sua ragazza Jenny sola a Barcellona per correre al comando della propria squadra incursori della Marina Militare Italiana. Alcune ore più tardi la stessa Jenny viene coinvolta in un attentato ordito dal misterioso Abdul Al Sashiadi nella capitale catalana. Incomincia così il nuovo romanzo di Antonio Consoli, che trascina il lettore in un susseguirsi di colpi di scena e mutamenti di scenari. "Il dono di Dio" è una storia affascinante, a tratti commovente e con intensi momenti romantici, che conquista il lettore sin dalle prime battute, catturandolo fino all'ultima riga. In tale contesto gioca un ruolo fondamentale la scelta dei protagonisti, mai supereroi ma individui comuni con i quali molti possono identificarsi. L'aitante Christian, infatti, si è arruolato in Marina per riscattare un'infanzia di privazioni, la dolce Jenny invece, semplice impiegata all'Otomelara e un po' ragazza d'altri tempi, pensa al matrimonio quale base solida per la felicità.
Lo stile è sicuro, dal ritmo variato, dalle situazioni sempre nuove, dal linguaggio ricco, mentre l'originale tecnica della cinepresa a tutto campo per la descrizione dei luoghi, produce un effetto visivo tale da far sentire il lettore nel vivo dell'azione. L'uso terminologico talvolta troppo forbito e la dovizia di particolari sono coerenti con la struttura del romanzo, ne sottolineano il valore e costituiscono, in realtà, "cadute psicologiche" necessarie per sostenere un'opera tanto piacevole quanto impegnativa.