NOTTE TRICOLORE - Mercoledì 16 marzo alle 21 al Museo del Risorgimento e della Resistenza
In mostra documenti sulle donne ferraresi per un "Risorgimento in "a""
15-03-2011 / Giorno per giorno

Domani mercoledì 16 marzo alle 21 al Museo del Risorgimento e della Resistenza (corso Ercole 1° d'Este, 19), in occasione della 'notte Tricolore' si terrà lo scoprimento della nuova teca contenente la bandiera donata nel 1848 dalle donne ferraresi alla colonna di volontari romani diretti verso il Veneto per combattere nella prima guerra d'Indipendenza. La nuova sistemazione del prezioso drappo all'interno del museo è stata resa possibile con il concorso dell'associazione ferrarese FIDAPA (Federazione Donne Arti Professioni Affari). La breve cerimonia, alla quale interverranno la presidente dell'associazione Susanna Giuratti e il vicesindaco Massimo Maisto, si completerà con una prolusione storica di Silvia Villani dal tema "Coccarde, vessilli e bandiere nella Ferrara risorgimentale".
Al termine dell'incontro si procederà alla visita del percorso espositivo "Il Risorgimento in 'a' - Documenti sulle donne ferraresi nel periodo risorgimentale dagli archivi del Museo" allestito a cura della responsabile del Museo Delfina Tromboni (con la collaborazione di Beatrice Morsiani e Silvia Villani). Entrambe le iniziative sono a cura del Museo del Risorgimento e della Resistenza e dell'assessorato comunale alla Cultura, Turismo e Giovani.
LA SCHEDA - Dire che le donne italiane non hanno avuto un Risorgimento afferma soltanto mezza verità. Le donne italiane hanno dovuto aspettare il secondo dopoguerra per vedere riconosciuti, nel Novecento, i loro diritti politici attivi e passivi, ma non hanno certo atteso quel riconoscimento formale e legislativo per far vivere nella pratica quotidiana, individuale e collettiva, privata e pubblica, la loro presa di coscienza ed il loro protagonismo. Tra le tante donne a cui la storia (quindi gli storici e le storiche) sono ancora debitori e debitrici di una narrazione più vicina al reale di quella tramandata dalla storiografia classica, le donne del Risorgimento, e di quello ferrarese non di meno, sono forse le più esemplari: perchè, come i documenti che pur dormono da anni (150) negli archivi testimoniano, il loro ruolo non fu quasi mai secondario né sussidiario e il sentimento dell'amor di patria, dell'italianità, della libertà raggiunta attraverso l'indipendenza dallo straniero occupante e la conquista di Statuti e Costituzioni liberal-democratici a fondamento di una convivenza moderna e civile, le toccò non meno, e non con inferiore rischio di quello che toccò agli uomini coevi. La piccola esposizione in parete organizzata per la notte del tricolore dal Museo del Risorgimento e della Resistenza restituisce almeno in parte quel sentimento e le battaglie, a volte inaspettate, che anche le ferraresi, nobili o popolane che fossero, seppero (e/o si trovarono a dover) fare. Per se stesse, prima ancora che per la nazione. L'esposizione, curata da Delfina Tromboni, accompagna lo scoprimento della bandiera donata nel 1848 dalle donne ferraresi alla colonna di volontari romani diretti verso il Veneto per combattere nella prima guerra di indipendenza. La colonna fu accolta dalla città festante, con in testa le donne vestite con i colori municipali (bianco e nero) e con le coccarde tricolore, come quella (a fondo pagina) che il Comune di Ferrara usa come logo delle celebrazioni dei 150 anni dell'unità d'Italia. Il luogo d'incontro fu il "casino Revedin" (nell'attuale via Bologna, accanto alla Parrocchia della Sacra Famiglia). Il ventaglio (vedi foto), logo della mostra, proviene dalla collezione privata Cavallaroni ed è stato confezionato dalle donne ferraresi nel 1865, probabilmente per raccogliere fondi per i patrioti: nelle fotografie, i volti delle donne di Ferrara che collaborarono al Risorgimento.
(testo a cura del Museo Risorgimento e Resistenza)