PALAZZO BONACOSSI - Venerdì 27 febbraio alle 17.30 in via Cisterna del Follo a cura dell'Istituto di Studi Rinascimentali
Una conferenza su "Banditismo rinascimentale alla periferia dei domini Estensi"
25-02-2015 / Giorno per giorno

Venerdì 27 febbraio alle 17.30 a Palazzo Bonacossi (via Cisterna del Follo n. 5) si terrà una conferenza organizzata dall'Istituto di Studi Rinascimentali dei Musei d'Arte Antica e Storico Scientifici del Comune di Ferrara dal titolo "Banditismo rinascimentale alla periferia dei domini Estensi". Giovanni Ricci ne parlerà con Carlo Baja Guarienti, autore del volume "Il bandito e il governatore: Domenico d'Amorotto e Francesco Guicciardini nell'età delle guerre d'Italia" (I libri di Viella, 2014). L'iniziativa sarà ad ingresso libero.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) - Nel 1494, con la discesa di Carlo VIII di Francia, il delicato equilibrio degli Stati regionali dell'Italia quattrocentesca va in pezzi. La catena dei conflitti che seguiranno - quelle che nella storiografia saranno chiamate per antonomasia guerre d'Italia - porterà sulla penisola gli eserciti delle principali potenze europee, arrivando a ridisegnarne radicalmente l'assetto politico. Mentre i confini degli Stati vacillano e le città cadono sotto le cannonate degli assedianti, i professionisti delle armi intravedono nella guerra un'opportunità di affermazione.
Fra questi Domenico d'Amorotto, figlio di un oste delle montagna reggiana, ha saputo costruire sulle macerie politiche della propria città una carriera folgorante. Negli undici anni di dominio ecclesiastico su Reggio, strappata da Giulio II al duca di Ferrara nel 1512 e recuperata da Alfonso I nel 1523, il carismatico montanaro si è fatto uomo d'armi, spregiudicato leader politico e talvolta fuorilegge tenendo testa a un avversario d'eccezione: il governatore Francesco Guicciardini, che assieme ad altre personalità di prima grandezza - Ludovico Ariosto, il duca Alfonso I, il cardinale Giulio de' Medici futuro papa Clemente VII - si trova a condividere il palcoscenico con un attore ingombrante e imprevedibile.
Il libro. Il bandito e il governatore. Domenico d'Amorotto e Francesco Guicciardini nell'età delle guerre d'Italia, Roma, Viella, 2014, 236 pp. Il saggio ricostruisce sulle fonti originali la vicenda dello scontro fra il governatore di Reggio - il grande storico e giurista fiorentino Francesco Guicciardini - e il carismatico uomo d'armi carpinetano Domenico d'Amorotto, inquadrandola nell'affresco drammatico delle guerre che sconvolgono la penisola italiana all'inizio del Cinquecento. Inoltre, ripercorre le tappe della trasformazione del personaggio storico in eroe leggendario; l'indagine sul singolo bandito diventa così l'occasione per una riflessione sull'archetipo del bandito fra storia e letteratura.
L'autore. Carlo Baja Guarienti (Isola della Scala 1978) si è laureato in Lettere Classiche presso l'Università di Ferrara, dove ha poi conseguito un dottorato di ricerca in Modelli, linguaggi e tradizioni nella cultura occidentale sotto la guida di Giovanni Ricci. In seguito è stato ammesso al triennio di perfezionamento in Discipline storiche della Scuola Normale Superiore di Pisa, dove ha lavorato sotto la direzione prima di Adriano Prosperi, poi di Lina Bolzoni. È poi stato fellow del Warburg Institute di Londra. Svolge attività didattica di Storia moderna come professore a contratto presso l'Università di Ferrara.
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