Sono le 'testimoni di un genocidio che non si deve dimenticare'
Le rappresentanti delle 'Madri di Srebrenica' ospiti lunedì in Municipio
23-10-2009 / Giorno per giorno

Lunedì 26 ottobre Catic Hajra e Ibrahimovic Advija saranno a Ferrara per raccontare, a nome dell'associazione "Zene Srebrenice" (Madri di Srebrenica), la loro battaglia alla ricerca di verità e giustizia sul genocidio di diecimila musulmani bosniaci da parte delle truppe serbo-bosniache avvenuto nella loro città l'11 luglio 1995. Le due donne - che in quei drammatici avvenimenti hanno perduto il figlio e il padre - saranno ricevute alle 15 nella sala Arengo della residenza municipale e il sindaco Tiziano Tagliani consegnerà loro un'onorificenza a riconoscimento dell'impegno dell'associazione che rappresentano.
L'iniziativa a Ferrara è organizzata in collaborazione con l'associazione di Pieve di Cento "Le case degli Angeli di Daniele" che il 22 ottobre scorso ha assegnato il premio internazionale "Daniele - Le case degli angeli 2009" proprio alle Madri di Srebrenica in quanto 'testimoni di un genocidio che non si deve dimenticare'.
Sempre lunedì, nel pomeriggio (alle 17.30) la delegazione sarà poi protagonista al Cafè de la Paix di piazzetta Corelli 24 di un incontro aperto a tutti sul tema "Le testimonianze di un genocidio".
LA SCHEDA - Il genocidio operato l'11 luglio 1995 a Srebrenica - città bosniaca protetta dalle Nazioni Unite con la presenza dei caschi blu olandesi - da parte delle milizie serbo bosniache guidate da Ratko Mladic, è fra le peggiori atrocità mai commesse in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel massacro risultano scomparse diecimila persone musulmane bosniache di Srebrenica, di molte delle quali non sono ancora stati ritrovati i corpi mentre a Tuzla, dove ha sede il centro scientifico, si cerca ancora di attribuire un nome ai resti rinvenuti nelle fosse comuni. Dopo la fine della guerra soltanto 3.500 persone (su 37mila abitanti della città) sono ritornate a Srebrenica attualmente parte della Repubblica Srpska. Il Tribunale internazionale dell'Aja ha condannato per genocidio per i fatti di Srebrenica il comandante dell'esercito serbo bosniaco. Ma, pur riconoscendo la natura di genocidio al massacro perpetrato l'11 luglio 1995 nell'enclave musulmana, non ne ha imputato la responsabilità alla nazione serba, malgrado proprio la Serbia rendesse disponibile un notevole supporto finanziario e militare alle milizie responsabili dei crimini.
L'associazione civica "Zene Srebrenice" (Donne di Srebrenica) è composta dalle vedove, dalle madri, dalle sorelle e dalle figlie degli scomparsi, opera a Tuzla e si occupa di promuovere la ricerca di verità e giustizia sul genocidio. Il giorno 11 di ogni mese, a Tuzla, l'associazione percorre la città fino alla piazza della Fontana, in centro, portando i drappi con i nomi dei propri cari scomparsi, utilizzando il modello di manifestazione inventato a Buenos Aires dalle madres de Plaza de Mayo che, analogamente, chiedono verità e giustizia sui desaparecidos argentini. L'associazione civica "Zene Srebrenice" ha comprato uno stabile per promuovere un progetto che possa permettere almeno a una decina di famiglie di lavorare e sopravvivere.