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PROTOCOLLO D'INDIRIZZO - Sottoscritto da Ferrara, Bologna e Modena

La mediazione come strumento per favorire la convivenza sociale

24-06-2015 / Giorno per giorno

Punta a favorire l'utilizzo della mediazione sociale per migliorare la convivenza in contesti urbani ad alta complessità socio-culturale e linguistica il protocollo d'indirizzo che è stato sottoscritto nel pomeriggio di ieri, martedì 23 giugno, dai rappresentanti dei Comuni di Ferrara (ass. Chiara Sapigni), Modena e Bologna, dalle Province di Ferrara e Modena e dalla Città metropolitana di Bologna. L'accordo si inserisce nel progetto Fei Prisma - Percorsi in rete per l'Integrazione sociale e la mediazione abitativa (approvato dal Ministero dell'Interno nell'ambito del Programma annuale 2013 del Fondo Europeo per l'Integrazione dei cittadini di Paesi terzi FEI), di cui il Comune di Ferrara è capofila, e intende definire modalità condivise d'intervento in relazione sia a fenomeni di incomprensione e rifiuto tra gruppi sociali e culturali; sia a dinamiche di conflittualità abitativa e di vicinato; oltre che in rapporto a problemi di degrado delle modalità d'utilizzo dei complessi abitativi e degli spazi pubblici; e a problemi di accesso all'alloggio per cittadini in condizione di fragilità economica ed esclusione sociale.
Sono in particolare due i contesti nell'ambito dei quali il protocollo mira a favorire l'applicazione delle pratiche di mediazione sociale, attraverso progetti da realizzare in sinergia tra soggetti pubblici, privati e del Terzo Settore. Il primo è il contesto abitativo, per il quale si sollecitano, tra l'altro, interventi di supporto nella ricerca dell'abitazione, monitoraggio delle dinamiche di convivenza abitativa a livello condominiale, raccolta di criticità segnalate dagli abitanti e mediazione dei conflitti di vicinato a livello condominiale. L'altro è il contesto socio-urbano, in rapporto alle relazioni tra gruppi portatori di istanze contrastanti, per le quali si sollecita, tra l'altro, sia lo sviluppo di forme positive di condivisione e convivenza civile tramite la promozione di esperienze di dialogo, conoscenza, informazione, aggregazione e scambio; sia l'esortazione di dinamiche positive di fruizione e animazione degli spazi pubblici anche tramite la progettazione partecipata di iniziative e proposte.
A Ferrara e provincia il progetto Prisma ha coinvolto l'area ex Gad, il complesso Acer di via Bentivoglio e i territori di Portomaggiore e di Cento. In questi ambiti, sono state scelte le zone con un particolare tasso di conflittualità, marginalità e complessità sociale e attraverso gli interventi previsti dal progetto Prisma, che ha visto coinvolti operatori, associazioni e servizi, sono stati sviluppati percorsi di ascolto, coinvolgimento e responsabilizzazione sociale, potenziando interventi già in essere o attivandone di nuovi, in un'ottica di prevenzione e stimolo alla coesione.
All'evento finale del progetto, che si è svolto ieri, è intervenuto anche Roberto Merlo, esperto in prevenzione e mediazione sociale che ha già collaborato con il Comune di Ferrara per progetti di formazione e stimolo alla coesione sociale. "Dobbiamo essere consapevoli che noi stiamo dietro alle persone, quando va bene accanto, ma non davanti - ha dichiarato Merlo. - Dobbiamo fare l'unica cosa che possiamo, ovvero innescare processi che vanno accompagnati, pur senza sapere prima dove vanno. Un progetto come questo protocollo di intesa, che può sembrare piccolo, ha in realtà un significato enorme anche dal punto di vista delle potenzialità di recupero di una modalità di lavoro che sempre più si fatica a rintracciare tra i servizi". Una modalità di reciproco confronto tra cittadini, istituzioni e terzo settore per condividere percorsi e obiettivi adeguati alle nuove esigenze di una società in mutamento.


Nelle foto, un momento dell'incontro finale del progetto e la firma del protocollo da parte dell'assessore Chiara Sapigni per il Comune di Ferrara e dell'assessore Amelia Frascaroli per il Comune di Bologna.

Immagini scaricabili:

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