BIBLIOTECA ARIOSTEA - Giovedì 3 marzo alle 17 alla sala Agnelli in via Scienze
Aspettando Mozart un incontro su 'Don Govanni, libertino per caso''
02-03-2016 / Giorno per giorno
In occasione della messa in scena dell'opera Don Giovanni di Mozart (al Teatro Abbado il 4 e il 6 marzo), giovedì 3 marzo alle 17 alla sala Agnelli della Biblioteca Ariostea (via Scienze 17), si terrà una conferenza dal titolo "Don Giovanni, libertino per caso. L'impianto teologico del Burlador de Sevilla." L'incontro, curato da Paolo Tanganelli, docente di Letteratura spagnola all'Università di Ferrara, ci introduce in una interessante analisi delle fonti letterarie che stanno alle spalle del personaggio mozartiano di Don Giovanni. Il Burlador de Sevilla, pièce attribuita a Tirso de Molina, con cui nasce il personaggio di Don Juan Tenorio.
L'iniziativa, parte del ciclo "Libri in scena", è organizzata dall'Associazione degli Amici della Biblioteca Ariostea in collaborazione con il Teatro Comunale di Ferrara. Ingresso libero
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) - La pièce attribuita a Tirso de Molina, con cui nasce il personaggio di Don Juan Tenorio, sembra reggersi su un impianto teologico non troppo diverso da quello dei coevi autos sacramentales, e a tratti ricorda anche la predicazione barocca. Nei sermoni del Siglo de Oro era infatti abbastanza frequente che si prendesse di mira il caso del peccatore incallito che, confidando nella misericordia divina, procrastinava fino all'ultimo istante di vita il momento della redenzione, sfruttando la certezza del soccorso per seguitare a peccare.
Non bisogna poi trascurare che il motivo folclorico da cui trae spunto il Burlador de Sevilla è semplicemente quello dell'uomo sacrilego che, per gioco, invita un teschio a cena; da questo punto di vista, potrebbe dunque essere giudicato un caso il fatto che il protagonista sia proprio un libertino impenitente, visto che in teoria avrebbe potuto macchiarsi di qualunque altra infamia. In realtà, questa precisa caratterizzazione forse si spiega col fatto che la parola burlador non rimandi solo alla figura del seduttore, ma anche a quella dell'ipocrita, o meglio, dell'attore: nella comedia barocca il protagonista è un ‘uomo senza nome', che gode usurpando identità (ancor prima che fanciulle) altrui. Non per niente Unamuno, nella sua riscrittura novecentesca dell'opera, fa del suo Don Juan esistenzialista un soggetto ormai del tutto incapace di sedurre e tragicamente consapevole del proprio vivere sempre ‘in sc ena'.