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CELEBRAZIONI CENTENARIO BASSANI - Fino al 31 gennaio 2017 le opere dell'artista a Casa Ariosto (via Ariosto 67)

"Ritorno al Giardino", inaugurata la mostra di Eric Finzi

16-11-2016 / Giorno per giorno

Ci sono il mondo letterario dei Finzi Contini e c'è la dolorosa storia familiare di Eric Finzi, newyorkese di origini ferraresi,nelle opere della mostra "Ritorno al Giardino", inaugurata ieri, martedì 15 novembre 2016, nella Casa di Ludovico Ariosto (via Ariosto 67 a Ferrara) e promossa dal Museo dell'Ebraismo Italiano e della Shoah - Meis, in collaborazione con l'Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara e i Musei Civici di Arte Antica del Comune di Ferrara.
Come sottolinea la direttrice del Meis, Simonetta Della Seta, "l'esposizione di Finzi si inserisce tra le iniziative per il centenario della nascita di Giorgio Bassani, che proseguiranno con il convegno dedicato allo scrittore in programma tra Roma e Ferrara fino a sabato 19 novembre, e inizia significativamente nel giorno delle commemorazioni delle vittime degli eccidi nazifascisti, per tracciare, anche attraverso l'arte, un legame tra memoria, presente e futuro".

E nell'arte di Finzi, come chiarisce lui stesso, quel legame parte da una pagina della propria storia familiare: "Sono nato e cresciuto a New York, ma le mie origini sono a Ferrara. Mio nonno paterno conduceva degli affari a Vienna, uno dei primi luoghi dove il nazismo, con la Notte dei cristalli,si manifestò. Questo gli consentì di capire in tempo che cosa stava succedendo e di fuggire. Riuscì a sopravvivere alle persecuzioni - prosegue Finzi - nascondendosi in un paesino vicino a Roma e a imbarcarsi sull'unica nave che gli americani misero a disposizione dei rifugiati". Da quei ricordi al presente, il passo è breve: "Ho sempre desiderato di poter venire a Ferrara e sono sicuro che mio padre sarebbe orgoglioso di sapermi qui. Leggere oggi il nome Finzi sulla lapide fuori dalla Sinagoga di Ferrara mi ha molto commosso".

Alla fuga del padre verso la libertà, si ricollega anche il significato degli oggetti rappresentati nei dipinti e nelle installazioni di Finzi: "Per riuscire a prendere la nave in tempo, mio padre e sua madre usarono la bici, che però si ruppe lungo la strada. Arrivarono lo stesso a destinazione, ma nei miei lavori ho voluto rappresentare delle biciclette senza ruote, coi soli cerchioni, come simbolo di qualcosa di innocente che sopravvive agli eventi, di oggetti in cui convivono l'armonia, il mondo degli agi che mio padre aveva conosciuto a Ferrara, e il senso di perdita, di bellezza interrotta".

I dipinti che Eric Finzi realizza con strumenti (siringhe e aghi) da chirurgo - professione che esercita un paio di giorni alla settimana - sembrano di vetro, ma in realtà sono di resina ed è proprio questo materiale a imporgli modalità creative del tutto inusuali: "Lavoro per terra, in orizzontale - spiega l'artista - e indosso uno scafandro da palombaro per proteggermi dalla resina perché, se la inalassi, potrebbe risultare letale. Devo immaginare come l'opera apparirà in verticale e fare in fretta, visto che la resina si asciuga in sole due ore, nel corso delle quali si muove fluida, cambia aspetto e direzione, fino a cristallizzarsi".

Per Massimo Maisto, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Ferrara, l'allestimento, che resterà aperto fino al 31 gennaio 2017 (ingresso gratuito), "è un'anteprima, una sperimentazione di ciò che Ferrara diventerà fra non molti anni, ovvero una realtà culturale articolata in quattro grandi poli museali: Palazzo dei Diamanti, Palazzo Massari e Cavalieri di Malta; il Castello Estense; Schifanoia, con Marfisa e Bonacossi; il Meis. Grazie alle sue dimensioni, alla sua storia e alle sue persone, Ferrara ha la forza di riuscire a fare rete per davvero. Non a caso è stata scelta come sede del Museo dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, per il profondo significato che la vicenda ebraica ha avuto qui, compenetrandosi con quella cittadina".

Alle parole di Maisto fanno eco quelle di Dario Disegni, presidente del Meis, che ricorda come "il progetto di avanzamento del Museo, che procede a pieno regime, sia intimamente legato ai temi cari a Bassani e come nel segno di Bassani sia stato recentemente presentato a Tel Aviv, alla presenza delle massime autorità istituzionali e culturali italiane e israeliane, insieme al manoscritto de "Il Giardino dei Finzi Contini", donato alla città di Ferrara da Ferigo Foscari, nipote di quella Teresa Foscari alla quale Bassani dedicò e affidò i quattro quaderni autografi.
E proprio Tagliani, Disegni e Foscari interverranno domani (giovedì 17 novembre), all'incontro previsto in Castello Estense (Sala dei Comuni) sul tema "Il Giardino dei Finzi Contini: la donazione del manoscritto autografo" (ora custodito presso la Biblioteca Ariostea).
Alle 18 di mercoledì 23 novembre, a Casa dell'Ariosto, le sale della mostra di Finzi, che è patrocinata dal Comune di Ferrara, dalla Regione Emilia-Romagna, dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - UCEI e dal Comitato nazionale per le celebrazioni della nascita di Giorgio Bassani, ospiteranno le letture bassaniane di Lino Capolicchio, che per l'occasione indosserà nuovamente i panni dell'indimenticabile protagonista della trasposizione cinematografica che De Sica fece de "Il Giardino dei Finzi Contini.

Per info: MEIS - Fondazione Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah, tel. 0532 769137, email info@meisweb.it, www.meisweb.it

Comunicato a cura dell'ufficio stampa del Meis

Immagini scaricabili:

Installazione di Eric Finzi al Meis Inaugurazione della mostra al Meis Opera di Eric Finzi al Meis Eric Finzi all'inaugurazione della mostra al Meis