FERRARA SOTTO LE STELLE - Martedì 5 luglio. In apertura i Beirut
In piazza Castello l'unica data italiana dei The National
04-07-2011 / Giorno per giorno

(Comunicato a cura dell'associazione "Ferrara sotto le Stelle")
Proiettati verso una platea sempre più ampia da cinque album sorretti da un songwriting elaborato e prezioso, i National tingono di crooning ombroso le loro trame acustiche, innervate da vividi inserti di synth e potenti progressioni ad alto tasso emotivo.
In apertura, per la prima volta in Italia, a soddisfare un folto culto sotterraneo, il pastiche sonoro dei Beirut, declinazione metropolitana del folk messicano e balcanico, condito da ritmi e strumenti gitani.
Il concerto è sold-out.
La presenza di Beirut nella seconda data del festival Ferrara Sotto Le Stelle 2011, a distanza ravvicinata del fortunato esordio di domenica, non è certo quella da semplice opening act, ma è piuttosto un "evento nell'evento", in quanto il collettivo di Zach Condon, depositario di un culto straordinario di appassionati in giro per il mondo, mette per la prima volta piede in Italia.
L'esordio Gulag Orkestar (2006) è lo scherzo di un giovane studente del New Mexico, abile nel registrare in camera le sue sessions private alle prese con strumenti tradizionali e non, con un piccolo aiuto degli amici musicisti della zona e compagni nell'esperienza parallela di A Hawk And A Hacksaw. Ed è un successo incredibile e inaspettato, che porta ben presto Zach a guidare un collettivo più o meno stabile di musicisti di varia estrazione (fisarmonica, clarinetto, mandolino, ukulele, glockenspiel), e a trasferirsi a Brooklyn.
Nasce da qui il secondo lavoro sulla lunga distanza, The Flying Club Cup (2007), disco anch'esso dallo spiccato interesse "etnografico", nell'omaggiare la cultura e il retaggio francesi dopo essere rimasto folgorato da una vecchia foto sbiadita.
Notevole sarà certamente la fetta di pubblico vogliosa di scatenarsi ai ritmi gitani, ora balcanici ora di fiesta, che vorticheranno sul palco di Piazza Castello e di assaporare i brani del nuovissimo lavoro, di prossima uscita, The Rip Tide (2011), dopo un lungo periodo di silenzio.
The National arrivano a Ferrara sull'onda di un successo in crescita esponenziale, che li ha portati in breve tempo ad uscire dalla loro nicchia di prestigio negli USA per approdare sui maggiori palchi europei.
Il fatto di giungere al successo internazionale in età matura, dopo una lunga militanza da semi-professionisti e un paio di album "autoprodotti" all'attivo, ha giovato loro nel preservarli dalla foga del successo immediato, affrontato ora in maniera accorta e defilata, rimanendo fedeli all'evoluzione musicale che li ha portati da un canonico indie-rock a visitare i territori della new wave crepuscolare e darkeggiante e del post punk.
Le prime incisioni (The National, del 2001) per la Brassland Records dei fratelli Dessner, fondata per permettere ai 5 emigranti dall'Ohio a New York di pubblicare i loro lavori con tranquillità, denotano nell'amalgama tra le differenti qualità personali degli ottimi musicisti un impianto scarno e prevalentemente acustico, alt-country urbano che ancora non beneficia del respiro orchestrale che diverrà marchio di fabbrica della band.
Le liriche di Matt Berninger prendono da subito la strada maestra, schizzi d'intimità e l'ossessione della perdita dell'innocenza.
Già col successivo Sad Songs For Dirty Lovers (2003) è nettamente percepibile una crescita esponenziale sotto tutti gli aspetti. Il musicista tradizionale Padma Newsome raggiunge la band, portando in dote lo spessore e l'originalità dei suoi arrangiamenti neo-classici e minimalisti, mentre il lavoro dell'ingegnere del suono Peter Katis inizia a rendere concreto il paragone con band come gli Interpol, favorito anche dal tono baritonale del cantato. L' approccio al post-punk melodico segna l'esplosione della sezione ritmica e una scrittura più raffinata e personale, soffusa e malinconica.
Il culto cresce, e non si può rimandare l'occasione di passare a "fare sul serio", firmando con la Beggars Banquet, grande realtà discografica alternativa, e intavolando il primo tour da headliner. Alligator (2005) non tradisce le attese e getta le basi di quella che sarà la definitiva consacrazione. Il country è alle spalle, il baricentro vira verso la pop-wave e i testi spostano l'attenzione dallo sbandamento privato a quello pubblico e comune di un'intera nazione. Il loro nome comincia ad essere associato alle campagne elettorali democratiche, da ultima quella vittoriosa di Barack Obama, che sceglie spesso come colonna sonora dei suoi meeting "Fake Empire", brano di punta del successivo e apice creativo della band, Boxer.
È il 2007 quando i National raggiungono il punto più alto: la nicchia è superata e fioccano i riscontri ad alto livello mediatico ed esibizioni dal vivo anche in Europa. La neo-wave dark e il minimalismo collimano fino ad avvicinare la band al sacro fuoco dei Joy Division, il suono si fa decisamente urbano, elettrico, le atmosfere cupe, nervose e oppressive. I brani si dividono tra pop orchestrale avvolgente e ritmiche taglienti e carezzevoli.
L'ultimissimo lavoro High Violet (2010) non si discosta da questo standard, aggiungendovi accompagnamenti ariosi e stratificati e progressioni solenni, quasi epiche, permettendo alle chitarre di rimanere nell'ombra. Contrappunti in sottofondo e momenti di coralità pop-folk, che sono eco della frequentazione in fase compositiva di Sufjan Stevens, e il ritorno a pezzi lenti e semi acustici vibranti.
La doppia valenza dell'album sta sia nel confermare i National come una delle formazioni di spicco e di maggiore qualità nel panorama alternativo, sia nell'inquadrarli come band in costante trasformazione ed evoluzione.
THE NATIONAL + BEIRUT
Piazza Castello - Ferrara
Martedì 5 luglio - ore 20.30
Ingresso: SOLD OUT - BIGLIETTI NON PIU' DISPONIBILI
Info: 0532-241419
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it
Risorse in rete:
www.americanmary.com
http://beirutband.com/
Il Festival è organizzato dall'Associazione "Ferrara sotto le Stelle" con il sostegno del Comune di Ferrara, dell'Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.