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MUSEI ARTE ANTICA - Dal 20 al 23 luglio il tempio della Certosa sarà chiuso per lavori

Torna a San Cristoforo una nuova porzione del coro absidale

15-07-2011 / Giorno per giorno

Una nuova sezione del coro ligneo di San Cristoforo alla Certosa sta per tornare alla sua collocazione originaria. Da mercoledì 20 a sabato 23 luglio il tempio cittadino resterà infatti chiuso al pubblico per permettere il rimontaggio del penultimo lotto di stalli recentemente restaurato dal laboratorio fiorentino di Andrea Fedeli. L'intervento segue quelli già eseguiti, a partire dal giugno 2010, per il progressivo riposizionamento dell'opera lignea che, dalla fine dell''800, decorava l'abside della chiesa di San Cristoforo, dopo il trasferimento da quella di Sant'Andrea, e che recenti studi attribuiscono a maestri lendinaresi, e in particolare a Pietro Antonio degli Abbati.
A seguito dei bombardamenti che colpirono la certosa nel 1944, il coro era stato rimosso e il suo attuale recupero rientra nel programma di ricollocazione delle opere del tempio curato in questi ultimi anni dai Musei civici d'Arte Antica, in collaborazione con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico di Bologna e con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara. Il tutto a ulteriore prosecuzione dell'opera di ripristino dell'antico splendore di San Cristoforo che nel settembre 2007 ha permesso la restituzione al pubblico di uno dei principali luoghi di culto cittadini.
A completare le operazioni relative al coro, sarà la ricollocazione, entro il prossimo mese di dicembre, degli ultimi cinque stalli anteriori e cinque posteriori a tarsie prospettiche, a cui farà seguito una serie di operazioni conclusive di adeguamento cromatico.


LA SCHEDA a cura dei Musei civici d'Arte Antica

Il restauro del coro di San Cristoforo alla Certosa
Il grande coro ligneo a tarsie prospettiche, collocato alla fine dell'800 nel tempio di San Cristoforo alla Certosa, era in origine posto nell'abside della chiesa agostiniana di Sant'Andrea, per la quale era stato costruito presumibilmente tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo. Con la soppressione degli ordini, Sant'Andrea venne utilizzata impropriamente sino al 1886, anno della totale chiusura al culto. Le autorità locali, tenendo conto del cattivo stato del modesto coro presente a San Cristoforo decisero di sostituirlo con l'antico coro di Sant'Andrea prima che anch'esso andasse in rovina come l'intero complesso agostiniano.
Il rimontaggio ottocentesco era stato possibile in quanto le absidi di San Cristoforo e di Sant'Andrea erano simili, mentre le pareti dritte erano maggiori in Sant'Andrea, particolare che seppur in assenza di fonti certe, lascia supporre che nella prima sede il coro fosse più grande.
La collocazione certosina, seppur ricalcando la disposizione originaria su due ordini, risulta ridimensionata, priva di diversi stalli e assemblata in maniera strutturale approssimativa, tralasciando l'aspetto filologico.
L'assetto ottocentesco venne compromesso dalle bombe che nel 1944 caddero su San Cristoforo riducendo il coro in frantumi. Smontato e smembrato venne conservato in un deposito di fortuna in Certosa sino al 1976, quando a cura dei Musei Civici d'Arte Antica vennero restaurati quattro stalli interi e undici pannelli prospettici, mentre il rimanente restava conservato presso il laboratorio di Restauro Andrea Fedeli di Firenze. Solo con il grande progetto di recupero architettonico e di restauro del ricchissimo patrimonio mobile, nel 2007 il laboratorio fiorentino ha ripreso il ripristino conservativo delle parti rimanenti.
Tale lavoro ha consentito di individuare e restaurare tutte le parti antiche, ossia 29 stalli a tarsie prospettiche, pertinenti al secondo ordine, e 22 stalli a tarsie geometriche e floreali presenti nel primo ordine. Per completare l'intervento è stato necessario ricostruire ex novo parti a tarsie, le strutture portanti, alcuni elementi plastici come i delfini che sovrastano la cimasa e gli elementi decorativi che fungono da divisoria fra gli scranni. In funzione della riconoscibilità di tutte le integrazioni ogni corpo ricostruito è stato contrassegnato con una timbratura a fuoco riportante la dicitura "rifatto 2008".