Grandi nomi, tra classico e contemporaneo, per la stagione 2009/2010
Le eccellenze della danza internazionale sul palco del Comunale
10-09-2009 / Giorno per giorno

Dal contemporaneo al flamenco, dal classico all'hip hop. Il palco del teatro Comunale si prepara ad accogliere una sfilata di grandi nomi della danza internazionale, per un'altra ricca stagione di spettacoli d'eccellenza.
Il cartellone è stato presentato nella mattinata di oggi alla presenza, tra gli altri, dell'assessore alla cultura Massimo Maisto.
(Comunicato stampa a cura dell'Ufficio stampa del Teatro Comunale)
In linea con l'attenzione che il Teatro Comunale di Ferrara ha sempre dedicato al panorama internazionale, la rassegna Danza Contemporanea Festival che inaugura la stagione di danza 2009/2010 vede la presenza di due tra le personalità più significative della danza contemporanea europea: Maguy Marin e Carolyn Carlson.
Allieva prediletta di Maurice Béjart, Maguy Marin negli anni '80 si è segnalata tra i maggiori esponenti della nouvelle dance francese grazie a un linguaggio fortemente espressivo in grado di misurarsi con il sociale e il politico. A Ferrara - dove nella stagione 1991/92 il Ballet de Lyon ha presentato la sua memorabile coreografia Cendrillon - oggi Marin è per la prima volta ospite con la sua compagnia impegnata in due spettacoli emblematici. L'8 ottobre va in scena May B, lavoro ispirato in modo originale e personalissimo all'opera teatrale di Beckett che nel 1981 l'ha portata all'attenzione internazionale. Caratterizzato da uno stile dissacrante, febbrile e amaro, da allora May B è stato riallestito più volte e presentato nei teatri di tutto il mondo confermandosi come una delle coreografie più significative del 900. Il secondo lavoro, Turba, in programma il 10 ottobre a Ferrara in prima nazionale, è stato creato nel 2007 e appartiene a una dimensione più intimista del percorso della Marin. Qui, come per May B, la coreografa si rivolge alla parola recitata per approfondire il concetto di ritmo. Sul palcoscenico sommerso da una profusione di oggetti, colori, tessuti, fiori che riconducono lo spettatore immediatamente al concetto di moltitudine e caos espresso nel titolo, gli interpreti recitano frammenti dal De Rerum Natura di Lucrezio. La parola sembra sostituirsi alla danza, ma il risultato di Maguy Marin è di trasformare la danza in una presenza ancora più significativa proprio attraverso la sua assenza. Il "Ritratto di Maguy Marin" sarà completato da incontri di approfondimento e da un workshop che la vedranno protagonista.
Di estremo interesse è anche la proposta di Carolyn Carlson, che ha scelto di ricostruire il mitico assolo Blue Lady, da lei creato e interpretato per La Fenice di Venezia nel 1983, per il danzatore finlandese Tero Saarinen (che ricordiamo a Ferrara con l'assolo A man in a room nel 2002 firmato dalla stessa Carlson). L'inversione di genere nella scelta del nuovo interprete nasce dal fascino esercitato su entrambi gli artisti dalla cultura giapponese: il Kabuki - arte che vede l'attore interpretare ruoli femminili - e il Butoh, che il corpo spigoloso di Saarinen riesce a fondere in maniera originale con la danza jazz, la classica e la contemporanea offrendo un'opportunità dagli esiti imprevedibili per recuperare le sfaccettature del celebre assolo. Blue Lady [revisited] andrà in scena il 10 novembre.
Ritorna il 31 ottobre al Teatro Comunale di Ferrara il coreografo e danzatore brindisino Emio Greco con la sua compagnia diretta con il dramaturg Pieter C. Scholten, con Hell, seconda parte di una trilogia ispirata alla Commedia dantesca, con cui continua la riflessione sulle forme del movimento alla ricerca dell'essenza della danza. Punto di partenza di questo lavoro è la nozione di inferno, che i due artisti mirano provocatoriamente a svuotare delle connotazioni originarie. Accostando pittura e arti performative alla letteratura e alla musica, la coreografia prende corpo grazie a otto straordinari danzatori che giocano con le convenzioni dello spettacolo dal vivo creando spazi immaginari e incredibilmente mutevoli.
Non è la prima volta che l'India, la sua danza e la sua cultura, compaiono negli spettacoli di Danza Contemporanea Festival: ricordiamo Notte Indiana di Pina Bausch (2000), Raga for the rainy season di Anne Theresa De Keersmaeker e Big in Bombay di Constanza Macras (2005). Non era però mai stata ospite del Teatro una danzatrice e coreografa indiana dalle caratteristiche uniche come Shantala Shivalingappa, una delle massime interpreti di Kuchipudi, stile che si basa sulla codificazione - risalente a oltre 2000 anni fa - delle tecniche di danza, musica e teatro del sud dell'India. Questa particolare forma espressiva in Shantala si è arricchita nel tempo dalla collaborazione con personalità del teatro occidentale come Peter Brook, Maurice Béjart, Bartabas e Pina Bausch, che l'ha voluta protagonista in Bamboo Blues, presentato all'ultima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. In Shiva Ganga, in scena a Ferrara il 27 novembre, la danzatrice indiana, accompagnata da in scena da quattro musicisti, ci offre un esempio di come possono convivere due anime e stili diversi: da un lato la luminosità della danza ispirata alla mitologia; dall'altro l'espressività individuale che gioca sulla dinamica e sulla sorpresa.
A fianco di queste proposte di eccellenza, il Teatro di Ferrara con il progetto Fuoristrada lancia un ponte verso il futuro con lo spazio dedicato alle nuove leve della danza contemporanea. Come già nelle ultime stagioni, in due serate consecutive (9 e 10 dicembre) troveranno spazio sul palcoscenico del Comunale alcuni dei più interessanti giovani coreografi italiani. Il programma è ancora in definzione, ma è possibile già confermare le presenze di Silvia Gribaudi, vincitrice dell'ultima edizione del Premio GD'A Giovane Danza d'Autore Veneto con lo spettacolo A corpo libero, e della Compagnia Urbani-Guerra impegnata nell'assolo Stanzas in meditation, opera finalista al Concorso GD'A Emilia-Romagna 2009.
La conclusione della prima parte della stagione, sarà affidata, il 12 dicembre, a Casanova: recente produzione della compagnia Aterballetto, dalla scorsa stagione guidata da Cristina Bozzolini. Quella di Casanova è una personalità entrata ormai saldamente nell'immaginario collettivo, ma sempre pronta, per chi decide di investigarne il senso e la presenza, a rivelare inediti aspetti e soprattutto indicare chiari legami con l'attualità. Il compito di rileggere questa controversa figura è stato affidato a Eugenio Scigliano, già ballerino di spicco del Balletto di Toscana e di Aterballetto, coreografo dotato di una cifra stilistica molto personale e di una solida maturità creativa. Il suo Casanova diventa l'immagine di chi vive con leggerezza, sempre "al bordo del precipizio", dove il gioco della seduzione e la vita cavalleresca sono spunti per situazioni teatrali spettacolari, ma anche per una lettura amara e disincantata di una solitudine esistenziale nella quale è facile ritrovarsi.
La qualità degli artisti, l'attenzione per le proposte più interessanti della scena attuale e la tradizione presentata nelle sue punte di eccellenza sono i legami che fanno da raccordo tra le proposte autunnali e la seconda parte della stagione.
La grande danza internazionale ritorna a gennaio con il flamenco di Mercedes Ruiz, per la prima volta ospite di Ferrara. Non ancora trentenne, la coreografa e ballerina di Jerez è considerata una delle maggiori personalità della danza europea. Capace di dare voce autentica all'anima della terra andalusa - gitana, solare, festosa, colorata ma melanconica al limite della drammaticità - Ruiz propone a Ferrara (30 gennaio) in prima nazionale la sua ultima creazione, Mi ultimo secreto, affiancata da due danzatrici e da un ensemble di nove musicisti diretti da Santiago Lara.
Ritorna, dopo il successo dello scorso anno con Tricôté, l'effervescente compagnia franco-magrebina Käfig che il 27 febbraio presenta in prima nazionale una nuova creazione nata dall'incontro tra Mourad Merzouki, suo direttore artistico, con la Companhia Urbana de Dança di Rio de Janeiro. Lo spettacolo si articola in due coreografie diverse: Agwa, creata nel 2008 nell'ambito della Biennale Danza di Lione, e la recentissima Correria, nella quale si ritroverà l'hip-hop intenso e rude dei danzatori brasiliani, capace di dar vita a una danza straripante di energia e di inventiva.
Come Turba di Maguy Marin, anche Oro, la nuova creazione di Virgilio Sieni in programma il 16 e 17 marzo, si basa sul poema di Lucrezio, come naturale sviluppo della precedente produzione La Natura delle cose (2008). La drammaturgia è stata elaborata a partire dal testo di Lucrezio con la collaborazione del filosofo Giorgio Agamben, la musica è di Francesco Giomi. Oro si articola in quattro momenti, quattro processioni coreografiche che riflettono sulle età del corpo. Come è avvenuto a Ravenna, dove lo spettacolo ha debuttato nel luglio scorso, anche a Ferrara il lavoro si svilupperà attraverso un rapporto diretto con la città, e vedrà impegnati a fianco della compagnia di Sieni un gruppo di danzatrici adolescenti e un gruppo di interpreti anziani che condivideranno con il coreografo il percorso di creazione.
L'ultimo appuntamento della stagione, in programma il 20 maggio, è un omaggio alla tradizione del balletto, nella sua declinazione più classica. La compagnia russa St. Petersburg Ballet, formazione che in 15 anni di attività si è segnalata in tutto il mondo per la capacità di interpretare magistralmente e nella versione tradizionale i grandi classici della danza del diciannovesimo secolo, porterà in scena La Bayadère in un allestimento che ha il suo punto di forza nell'adesione all'originale di Petipa, una delle sue produzioni più riuscite per la capacità di mettere in risalto l'alto livello tecnico ed interpretativo dei suoi solisti come dell'intero corpo di ballo.
La Stagione di Danza 2009/2010 del Teatro Comunale di Ferrara è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Emilia-Romagna e si avvale del sostegno di Cassa di Risparmio di Ferrara.