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INTERNAZIONALE A FERRARA - Confronto all'Apollo tra giornalisti e blogger

Social network, censure, privacy e microblog: "con internet la rivoluzione può partire anche in Cina"

01-10-2011 / Giorno per giorno

Ferrara 1 ottobre 2011 - I social network, luoghi di incontro e discussione virtuale ormai così diffusi nel web, possono innescare efficaci o addirittura risolutivi processi di democratizzazione nei paesi a regime totalitario oppure sono potenti strumenti in mano agli tessi regimi per tenere sotto controllo l'opinione pubblica e la ribellione dei cittadini? A questo stimolante tema, apparentemente scontato nella sua analisi, hanno dato una risposta questa mattina, nell'ennesimo incontro affollato alla sala Apollo, sulla base delle esperienze personali Michael Anti, giornalista e blogger politico cinese, letteralmente 'cancellato' da Facebook nel 2005 da parte di Microsoft perchè utilizzava uno pseudonimo, e Evgeny Morozov, ricercatore e blogger bielorusso,autore del saggio "The Net Delusion", intervistati dal giornalista italiano Luca Sofri.

Qual'è allora il ruolo reale della rete? Anti definisce internet in Cina una "fantasticheria, un illusione per i milioni di utenti che trovano nel web le esatte copie dei social network, non quelli originali, tutti collocati in server posizionati in Cina. In questo modo il Governo ha la possibilità di controllare tutto il flusso di informazioni. Basta una telefonata e una parte o tutto il server può essere bloccato, oscurato. Se confrontiamo questo aspetto con quanto accaduto anche recentemente nel mondo arabo Facebook e Twitter hanno contribuito a diffondere informazioni e a dare la scintilla. Questo è stato possibile anche grazie al fatto che i server erano in California non erano controllati da quel paese".

Secondo lo scrittore bielorusso Morozov "di internet va considerato in modo approfondito l'utilizzo che ne viene fatto circa la libertà di espressione del pensiero e la tutela dei diritti umani". "Pur animati da buone intenzioni i governanti, anche quelli dei paesi occidentali, hanno via via minato la democrazia. Nella mia ricerca ho approfondito questo aspetto e devo dire che oggi i paesi democratici occidentali devono fare pressione sulle aziende che offrono servizi tecnologici sul web per evitare che internet diventi strumento di diffusione di informazioni e di propaganda controllata dai poteri forti politici ed economici. Basta lodi incondizionate a internet - insiste Morozov - e cerchiamo al più presto di riguadagnare sobrietà rispetto alla tecnologia".

Sull'aspetto molto discusso del rispetto della privacy e dell'anonimato nella rete internet Michael Anti mette in guardia un po' tutti: "In Korea il 95% dei cittadini è schedato su internet con i propri dati. In un paese totalitario è pericoloso mostrare l'identità reale perchè questo potrebbe consentire una immediata repressione di qualsiasi protesta. Google vuole veramente andare avanti con questa idea di pretendere le vere identità per motivi economico-commerciali? In realtà Google sta fuggendo dalla Cina perchè non si guadagna e così stanno facendo altre grandi aziende".
Sempre sull'anonimato in rete Morozov ribadisce il concetto che "l'identificazione può limitare anche in un paese democratico la libertà di espressione del pensiero". La 'violazione' della privacy e i dati sensibili catturati dai grandi social network sono la nuova valuta del web. Tutti i dati relativi alle persone, agli utenti, sono moneta per i social network e le aziende che possono vendere pubblicità e prodotti. I governi dovrebbero intervenire per evitare questo tentativo di togliere a tutti i costi l'anonimato. Mi sembra invece che stiano dalla stessa parte delle grandi aziende. Chi aiuterà allora il popolo di internet? Forse gli studiosi o i leader politici illuminati. Bisogna comunque lottare contro la pirateria in internet ma difendere la libertà di espressione"
E sulla situazione in Bielorussia? "Internet è sempre stato marginale nel contrasto ai governi - afferma Morozov - e una opposizione estremamente frammentata ha deluso tutti. C'è chi utilizza internet per promuovere la propria attività ma sono spesso azioni inutili e inefficaci, magari facendo i baffi all'immagine del potente di turno. Nel mondo ci sono regimi diversi e in certe situazioni le conoscenze tecnologiche consentono da una parte maggiori reazioni del popolo, dall'altra maggiori controlli su internet da parte di chi governa e reprime. In Egitto non era possibile oscurare Facebook, in Cina possono farlo, basta una telefonata".
Quando Sofri incalza i due relatori sul tema Wikileaks il giudizio diventa severo.
"E' stato un tentativo di instaurare anarchia in internet - afferma con decisione Michwel Anti - e se all'inizio poteva promettere bene poi ha originato un maggior controllo. In Cina i documenti diffusi hanno avuto l'effetto di concentrare le attenzioni di tutti su coloro che avevano parlato e 'tradito' il paese. Non c'è stata attenzione alle vicende che venivano rivelate. la Nuova era di internet dovrebbe essere senza segreti per nessuno".
"Assange ha sottovalutato - aggiunge Morozov - quanto poteva essere dannoso per i suoi partner e non poteva pensare di poter fare quelle azioni in maniera indefinita. Avrebbe dovuto interrompere il progetto e incanalare le buone idee, le energie verso una lotta politica più efficace".
Speranze per il futuro prossimo del web?
Non esita Anti a dare la propria risposta prima di lasciare spazio alle domande del pubblico "I social network possono essere controllati e, in paesi come la Cina, i post verificati e cancellati. Dove vivo esiste la censura ma ci sono anche milioni di blogger che gestiscono microblog e i cinesi per la prima volta hanno una piattaforma tecnologica per dialogare e discutere. Con internet la rivoluzione può partire anche in Cina".

[nella foto: Michael Anti è un blogger politico e giornalista cinese]

LE SCHEDE
- Evgeny Morozov è un giornalista, blogger e scrittore bielorusso. È un esperto di tecnologia e di internet. Insegna a Stanford. Scrive su Foreign Policy e collabora con Economist, Wall Street Journal e Financial Times. Il suo ultimo libro è The Net Delusion: The Dark Side of Internet Freedom (Public Affairs 2011).

- Michael Anti è un blogger politico e giornalista cinese. È noto per i suoi attacchi alla censura governativa della stampa cinese. Nel 2005 il suo blog è stato rimosso da Microsoft e il suo account Facebook è stato chiuso, presumibilmente perché usava uno pseudonimo. Ha collaborato con il New York Times e il Washington Post.

- Luca Sofri è un giornalista italiano nato a Massa nel 1964. Scrive per La Gazzetta dello Sport, Il Foglio, Vanity Fair, GQ e Internazionale. Ha un blog, Wittgenstein. Nel 2010 ha fondato un sito d'informazione Il Post.


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