FESTIVAL MUSICALE - Dal 29 ottobre al 6 novembre la rassegna ideata dal Conservatorio Frescobaldi. Il 4 novembre tappa a Ferrara
In Corde 2011: chitarristi e cantastorie dell'Unità d'Italia
27-10-2011 / Giorno per giorno

L'Associazione Freon, in collaborazione con i Comuni di Ferrara, Bologna e Imola, le Province di Bologna e Rovigo, enti e istituzioni culturali fra cui il Conservatorio Frescobaldi e il Teatro Comunale di Ferrara, ha organizzato dal 29 ottobre al 6 novembre 2011 la quinta edizione del Festival musicale "In Corde" dedicato ai 150° dell'Unità d'Italia e in particolare al tema "La chitarra nell'Italia risorgimentale, dai salotti alle piazze" 29 ottobre - 6 novembre 2011. L'edizione 2011 del festival In Corde rivela le passioni poco note dei padri della patria, il ruolo giocato dai cantastorie nella diffusione delle idee, ed espone la chitarra di Giuseppe Mazzini.
> I contenuti
Forse non tutti sanno che
Ugo Bassi, Ciro Menotti e Massimo D'Azeglio, suonavano la chitarra con abilità e passione e che Giuseppe Mazzini, aveva una pratica quasi professionale di questo strumento oltre che interessi e competenze musicali di alto livello. Nel suo saggio, Filosofia della musica, analizza il ruolo della musica nella coesione sociale e per l'elevazione emotiva e culturale delle masse.
Il festival In Corde coglie l'occasione della ricorrenza del 150° dell'Unità Italia per raccontare di alcune convergenze poco note, tra il mondo della chitarra e alcuni fra i principali protagonisti del nostro Risorgimento.
Le lettere inviate alla madre dai luoghi dell'esilio testimoniano come la musica e la pratica chitarristica ricoprissero un ruolo importante nella vita del Mazzini. Da esse si evincono i suoi gusti musicali e le sue preferenze riguardo ai repertori per chitarra. "A queste scelte - dice Stefano Cardi, direttore artistico del festival - ci siamo ispirati Andrea Orsi ed io, per delineare il programma della quinta edizione del Festival In Corde. Saranno perciò eseguiti gli autori preferiti dal Mazzini, come Giuliani, Legnani, e Paganini".
Il festival si apre come di consueto a Bologna il 29 ottobre con una lezione concerto al Museo Internazionale e Biblioteca della Musica. Nello stesso giorno a Palazzo Tozzoni di Imola alle ore 18 verrà inaugurata la mostra sulla liuteria risorgimentale.
La chitarra di Mazzini, una Gennaro Fabbricatore del 1821, gentilmente concessa dal Museo del Risorgimento Mazziniano di Genova, sarà al centro dell'allestimento curato della Liuteria F.lli Lodi.
Il ruolo della chitarra nell'800, tuttavia non si esauriva nei salotti.
L'iconografia e le testimonianze dell'epoca, documentano infatti la presenza della chitarra nelle pubbliche piazze a fianco dei cantastorie che, come oggi i moderni media, raccontavano e commentavano le cronache del tempo; accompagnandosi spesso con la chitarra tramandavano saperi, diffondevano notizie, facevano satira, vendendo anche fogli volanti su cui erano stampati i versi da loro composti.
"In Corde - continua Cardi - ha considerato questo piano socialmente parallelo in cui il nostro strumento è protagonista seppur con un ruolo e un linguaggio assai diverso".
Il festival In Corde in collaborazione con l'Associazione Italiana dei Cantastorie Ambulanti (AICA) propone una serie di ascolti dedicati a questa tradizione che in Italia rimase viva fino alla prima metà del '900.
L'edizione 2011 di In Corde è curata da Stefano Cardi (direzione artistica), Andrea Orsi, Gabriele Lodi, Giovanni Intelisano, Catia Dal Monte, Dario Favretti, Fabiano Merlante.
Le ricerche storiche sono state effettuate da Fabrizio Bugani, Katia Chevrier, Laura Polimeno, Lorenzo Rubboli. Consulente per il repertorio dei Cantastorie è Gian Paolo Borghi. I testi sono invece stati scritti da Catia Dal Monte.
>> Il programma
Il festival si svolgerà dal 29 ottobre al 6 novembre, animando luoghi diversi tra le province di Bologna, Ferrara, Modena e Rovigo.
Il festival si apre a Bologna il 29 ottobre alle ore 10:30, presso il Museo Internazionale e Biblioteca della Musica (strada Maggiore, 34), con una lezione-concerto a cura di Gian Paolo Borghi e Stefano Cardi che vedrà la partecipazione di giovani musicisti dei Conservatori di musica di Bologna, Ferrara e della Scuola Comunale di Musica Vassura-Baroncini di Imola
Nello stesso giorno a Palazzo Tozzoni di Imola, alle ore 18 sarà inaugurata la Mostra di liuteria italiana dal Risorgimento agli inizi del Novecento a cura della Liuteria F.lli Lodi.
Venerdì 4 novembre alle ore 17:00 nel Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, è in programma l'incontro a cura di Katia Chevrier sul tema "Mazzini, la musica e la chitarra; gli anni dell'esilio in Svizzera", con Concerto aperitivo.
Altri luoghi del festival sono a Carpi, la Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio. (Martedì 1 novembre ore 21:00), il Teatro Comunale "A. Zeppilli" di Pieve di Cento (giovedì 3 novembre ore 20:45), l'agriturismo Fondo Madonnina di Gaiba (Ro) che sabato 5 novembre alle 18.30 ospiterà una performance con degustazione sul tema.
La mostra
Anche questa edizione di In Corde, propone uno spazio dedicato alla liuteria, indispensabile tramite materico della realizzazione musicale. La Mostra di liuteria italiana dal Risorgimento agli inizi del Novecento, curata della liuteria F.lli Lodi di Carpi, si terrà a Palazzo Tozzoni di Imola nei giorni del festival e fino al 13 novembre. Pezzo forte dell'esposizione la sei corde Gennaro Fabricatore del 1821, appartenuta a Mazzini, ottenuta grazie alla gentile concessione del Museo del Risorgimento di Genova che la custodisce.
[Stefano Cardi, direttore artistico festival "In Corde"]
>> La musica
Il festival propone l'esecuzione delle musiche citate da Mazzini nell'epistolario dell'esilio. Saranno eseguiti così brani di Rossini, Paganini, Giuliani, Carulli, Küffner, Regondi, Picchianti, Legnani in percorsi però che mirano a ricostruire la compagine di ascolto di un epoca, quella risorgimentale, in cui il paesaggio sonoro politico, culturale ed emotivo era carico di voci e stili diversi. Così accanto a quella che oggi chiamiamo musica colta, ma che semplicemente era la musica in voga nei teatri e nei salotti, ascolteremo percorsi narrativi costruiti sulle melodie tratte dal repertorio dei cantastorie dall'epoca post-risorgimentale al secolo scorso. Le musiche proposte dal festival saranno eseguite da Stefano Cardi, Fabiano Merlante, Andrea Orsi, Maurizio Pagliarini, Lorenzo Rubboli, chitarra; Sergio Zigiotti, mandolino; Enrico Casularo, Marco Coppi, Marzia Ottolini, flauto; Annamaria Giaquinta, Salvatore Pennisi, clarinetto; Sandra Boninelli, Mimmo Boninelli, Paola Contavalli, Paola Matarrese, Gabriella Munari, Laura Polimeno, voce; Margherita Orsi, recitante; Trio Athena, ed i giovani interpreti dei conservatori di musica.
>> CREDITI
IN CORDE 2011
Ideazione e progetto: Stefano Cardi (direzione artistica), Andrea Orsi, Gabriele Lodi, Giovanni Intelisano, Catia Dal Monte, Dario Favretti, Fabiano Merlante.
Apparati e ricerche: Fabrizio Bugani, Katia Chevrier, Laura Polimeno, Lorenzo Rubboli.
Consulente per il repertorio dei Cantastorie: Gian Paolo Borghi
Testi: Catia Dal Monte
Ufficio stampa: Ilaria Mancino
Logo e grafica web: Stefano Cieri
Grafica: Daniela Troilo
Webmaster: Stefano Patrizio
ISTITUZIONI: Comune di Bologna, Provincia di Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, Città di Imola, Comune e Teatro Comunale di Ferrara, Provincia di Rovigo, Museo del Risorgimento Mazziniano di Genova
Istituti musicali: G. Frescobaldi di Ferrara, G.B. Martini di Bologna, Scuola Comunale di Musica Vassura-Baroncini di Imola, Istituto di Studi Musicali Vecchi-Tonelli di Modena e Carpi
Liuteria F.lli Lodi
Associazioni culturali: Associazione Freon, Sounday associazione per il sound design, AICA - Associazione Italiana Cantastorie, Flatus di Sion (Svizzera)
PARTNER: Gruppo Hera, Assicoop-Imola, Utensileria Maccaferri,
>> About In corde - Nelle corde e nel cuore
In Corde nasce, per iniziativa di Stefano Cardi che ne è direttore artistico, nel 2007 dalla collaborazione tra alcuni Istituti per l'Alta Formazione Musicale della Regione Emilia Romagna finalizzata ad accogliere, all'interno di uno stessa manifestazione dedicata alla chitarra, esperienze e sensibilità musicali diverse, con lo scopo di valorizzare itinerari trasversali riguardo al repertorio, alla didattica, e alla liuteria. Uno spazio aperto a disposizione di docenti, interpreti, liutai e giovani musicisti. La chitarra, uno degli strumenti più antichi della cultura musicale occidentale, è stata fra i maggiori protagonisti della musica più intima e discorsiva, di un mondo sonoro, per così dire, "sottovoce", in ambienti in cui si sviluppava l'arte di ascoltare, la ricerca del dialogo, la voglia di fare musica insieme.
DOCUMENTAZIONE - Approfondimenti
PROGRAMMA DETTAGLIATO - 29 ottobre - 6 novembre 2011
150° La chitarra nell'Italia risorgimentale dai salotti alle piazze
Mostra di liuteria
La chitarra Gennaro Fabricatore di Mazzini e la liuteria italiana dal Risorgimento al '900. A cura di Liuteria F.lli Lodi
29 ottobre - 13 novembre. IMOLA. Palazzo Tozzoni
Orari mostra: dal martedi al venerdi ore 16/19; sabato e domenica: ore 10/12 e 16/19
Anteprima della Mostra
Ingresso libero tranne: Museo della Musica di Bologna, ingresso 4 euro
Interpreti: Sandra Boninelli, Mimmo Boninelli, Stefano Cardi, Enrico Casularo, Paola Contavalli, Marco Coppi, Annamaria Giaquinta, Ilaria Mancino, Paola Matarrese, Fabiano Merlante, Gabriella Munari, Margherita Orsi, Andrea Orsi, Marzia Ottolini, Maurizio Pagliarini, Salvatore Pennisi, Laura Polimeno, Lorenzo Rubboli, Michelangelo Severi, Trio Athena, Sergio Zigiotti ed i giovani interpreti dei conservatori di musica: Elia Arbustini, Giulio Arnofi, Leonardo Bonetti, Piergiacomo Buso, Alice Davolio, Donato De Rosa, Filippo Ghidoni, Stella Ingrosso, Pedro Lopez de la Osa, Beatrice Martelli, Francesco Minotti, Stefano Patrizio, Serena Pedrazzoli, Irene Placci, Daniela Visani
Musiche - Balistreri, Boninelli, Carosio, Carulli, Küffner, Gangi, Giorza, Giuliani, Legnani, Malibran, Mozzani, Munier, Paganini, Pantaleoni, Picchianti, Regondi, Rossini, Verdi
Sabato 29 ottobre.
BOLOGNA. Museo internazionale e Biblioteca della musica. Ore 10.30 mappa
Lezione concerto a cura di Gian Paolo Borghi e Stefano Cardi
Con la partecipazione di giovani musicisti dei Conservatori di musica di Bologna e Ferrara, e della Scuola Comunale di Musica Vassura-Baroncini di Imola
Sabato 29 ottobre - IMOLA Palazzo Tozzoni. Ore 18.30 Inaugurazione Mostra
Domenica 30 ottobre - BOLOGNA. Museo internazionale e Biblioteca della musica. Ore 17.00
Concerto inaugurale
Martedì 1 novembre - CARPI. Sala delle Vedute di Palazzo dei Pio. Ore 21.00
Giovedì 3 novembre - PIEVE DI CENTO. Teatro Comunale "A. Zeppilli". Ore 20.45
Venerdì 4 novembre FERRARA. Ridotto del Teatro Comunale
Ore 17.00 Incontro - Concerto aperitivo "Mazzini, la musica e la chitarra. Gli anni dell'esilio in Svizzera".
Relatrice Katia Chevrier e con la partecipazione degli allievi del Conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara
Sabato 5 novembre - GAIBA (Rovigo). Agriturismo Fondo Madonnina. Ore 18.30
Concerto aperitivo e degustazione
Domenica 6 novembre - IMOLA. Palazzo Tozzoni. Ore 18.30
Concerto di chiusura
>> Presentazione Festival 2011
Se In Corde ha deciso di salire sul carro del 150° dell'Unità Italia, non è per mera ricorrenza, ma a causa di convergenze poco note ai più, ma molto solide, tra il mondo della chitarra e alcuni fra i principali protagonisti del nostro Risorgimento.
Ugo Bassi, Ciro Menotti e Massimo D'Azeglio, suonavano la chitarra, ma il vero cultore del nostro strumento era proprio Giuseppe Mazzini, del quale si conosce la passione per la musica, mentre assai meno nota è la sua predilezione per questo strumento e il livello quasi professionale della sua pratica esecutiva.
Il nostro patriota scrisse una Filosofia della musica, opera in cui si attribuiva alla musica un forte valore sociale; non è un caso infatti che egli si sia messo in cerca di un autore per la stesura di un Inno degli Italiani, contattando dapprima Giuseppe Verdi, ma dirigendo poi la sua scelta verso il brano di Goffredo Mameli e Michele Novaro, divenuto poi l'attuale Inno d'Italia.
La musica e la pratica chitarristica ricoprivano un ruolo importante nella vita del Mazzini, e, a questo proposito, molto ci dicono le lettere inviate alla madre dai luoghi dell'esilio, lettere che ci hanno permesso di venire a conoscenza dei suoi gusti musicali e delle sue preferenze riguardo ai repertori per chitarra. Spesso, lamentando il difficile reperimento di spartiti, Mazzini chiedeva alla madre che gli venissero spedite le musiche dei suoi autori preferiti; le sue scelte testimoniano come egli potesse affrontare un repertorio tutt'altro che semplice.
A queste scelte ci siamo ispirati per delineare il repertorio ed il programma della prossima edizione del Festival In Corde, che vedrà quindi rappresentati i repertori degli autori cari a Mazzini (Giuliani, Legnani, Paganini e altri).
Insieme alla presenza della chitarra "nei salotti" della scena risorgimentale, abbiamo voluto prendere in considerazione anche l'esistenza di un piano socialmente parallelo in cui il nostro strumento è protagonista seppur con un ruolo e un linguaggio assai diverso: il mondo della narrazione cantata, la tradizione dei Cantastorie. Sia nel Nord che nel Centro e Sud Italia, anche se con caratteristiche diverse, il cantastorie era un personaggio che, come appare da testimonianze e iconografia dell'epoca, si accompagnava spesso con la chitarra per esibirsi nelle pubbliche piazze raccontando in musica storie e gesta della vita sociale e politica del tempo, e vendendo fogli volanti su cui erano stampati i versi da lui composti. I personaggi e le storie del Risorgimento, così come poi sarà per gli accadimenti e gli aneddoti relativi alla Prima e alla Seconda Guerra mondiale, e ad ogni altro evento socialmente e storicamente rilevante, divenivano così oggetto di componimenti in rima, costruiti su semplici e orecchiabili melodie e su armonie altrettanto fruibili, in cui la voce si appoggiava ad uno strumento, in genere una chitarra. Abbiamo voluto rappresentare anche questo aspetto del modo in cui il nostro strumento "accompagna" la storia risorgimentale, dedicando uno spazio del Festival ai cantastorie e alla musica da loro eseguita, in cui è così forte il ruolo della parola ma non meno importante quello della musica. All'inizio del '900, una delle cantastorie più note dell'epoca, Lucia de Antiquis, si accompagnava con una bellissima chitarra-lira della liuteria di Mozzani. Questa chitarra è adesso in possesso della nipote, Edda de Antiquis, e dell'Associazione Italiana dei Cantastorie Ambulanti (AICA) fondata dal figlio di Lucia, Lorenzo, il cui intento è quello di mantenere viva la tradizione dei cantastorie nel nostro secolo e oltre.
Come ogni edizione In Corde propone uno spazio espositivo, la Mostra di liuteria italiana dal Risorgimento agli inizi del Novecento, che vanta come punta di diamante la Gennaro Fabricatore del 1821, appartenuta a Mazzini, ottenuta grazie alla gentile concessione del Museo del Risorgimento di Genova che la custodisce; la mostra si terrà a Palazzo Tozzoni di Imola nei giorni del festival e fino al 13 novembre.
I cantastorie e il canto risorgimentale - di Gian Paolo Borghi
Nella storia del mondo popolare i cantastorie rivestono un ruolo d'intermediazione tra la cultura tradizionale, fondata sull'oralità, e quella cosiddetta colta, che della scrittura ha fatto il suo principale mezzo comunicativo. In quest'ambito culturale, la loro secolare funzione, a diretto contatto con il pubblico delle fiere e dei mercati, è risultata di rilevante importanza, in quanto ha apportato un contributo educativo sia musicale sia di divulgazione delle tematiche più diverse, dalla cronaca alla satira di costume, dalla politica alla vita sociale in genere.
Stampati su fogli volanti multicolori e distribuiti dietro offerta, i loro testi venivano proposti ad un uditorio che, se li gradiva, spesso si trasformava in cassa di risonanza e li rendeva di dominio pubblico facendoli confluire nella cultura orale di molte realtà comunitarie, come dimostrano, tra l'altro, i numerosi studi demologici ed etnomusicologici editi tra l'800 e i nostri giorni. La melodia grazie alla quale questi artisti popolari hanno veicolato composizioni loro e di altri artisti popolari non sempre aveva carattere di originalità, in quanto era finalizzata a favorire la diffusione dei testi attraverso modalità musicali collaudate e quindi più facilmente apprendibili e assimilabili. Il cantastorie agiva in luoghi pubblici e, per questo, era sottoposto a numerosi controlli, dalla verifica preventiva dei testi manoscritti da parte delle autorità politica e di pubblica sicurezza a quella successiva nella diretta esecuzione dei testi. Risultava quindi estremamente difficile (anche
se non impossibile) produrre materiali a stampa caratterizzati da contenuti contrastanti con le versioni della cultura ufficiale ma non di rado i cantori ambulanti dimostravano la loro alterità nei modi esecutivi, magari caratterizzati da tratti ironici o da improvvisazioni decisamente sopra le righe. I canti risorgimentali che i cantastorie ci hanno lasciato sui loro fogli volanti sono in massima parte frutto di scritture temporalmente successive ma non mancano esempi, sia pure rari, coevi.. Negli anni postunitari si assiste ad una rilevante proliferazione di materiali cantastoriali a stampa, che sta ad attestare il favore del mondo popolare ai nuovi eventi e soprattutto le sue aspettative di poter conseguire dai nuovi assetti unitari maggiori possibilità di giustizia sociale. Di questi repertori esistono produzioni di grande rilevanza: ne sono un esempio le raccolte depositate alla Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" di Milano e alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
I personaggi e gli avvenimenti che emergono dai "fogli" rispecchiano vari miti popolari: la storia di Garibaldi (spesso sulla melodia de "La rondinella d'Aspromonte"), le vicende delle guerre d'Indipendenza, l'eroismo popolare in alcune battaglie, la fucilazione del frate barnabita Ugo Bassi, seguace di Garibaldi ecc.
In genere i cantori ambulanti, solitari o in piccoli gruppi, si accompagnavano con la chitarra, strumento che sarà utilizzato fino ai nostri giorni, anche se la fisarmonica, nel tempo, agirà in maniera fortemente concorrenziale.
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