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LAVORI PUBBLICI E PATRIMONIO - Concluso l'intervento di recupero a cura del Comune di Ferrara e cofinanziato dalla Regione

Dopo il sisma la Cappella Revedin ritrova la sua veste originaria e torna a disposizione della comunità

21-12-2020 / Giorno per giorno

Guarita dalle ferite del sisma, la Cappella Revedin torna a mostrarsi nel suo aspetto originario. L'intervento di riparazione, da poco concluso, da parte del Comune di Ferrara ha, infatti, permesso al piccolo oratorio ottocentesco di via Bologna di recuperare la sua antica veste, sia all'interno che all'esterno, e di migliorarne le condizioni strutturali. I lavori, iniziati nel maggio 2019, rientrano tra le opere di ripristino post sisma di beni culturali cofinanziate dalla Regione Emilia Romagna, che ha contribuito, in questo caso, con una somma di oltre 278mila euro, cui si sono aggiunte risorse comunali per 143mila euro.

"Si tratta - ha sottolineato oggi l'assessore comunale ai Lavori pubblici Andrea Maggi, nel corso della presentazione alla stampa dell'edificio restaurato - di un intervento iniziato dalla precedente Amministrazione e fortemente sollecitato da molti residenti, a testimonianza dell'affetto che provano per il loro quartiere. Facendo un passo indietro di qualche secolo, ricordiamo che, dopo la bonifica delle valli esistenti, in questa area della città alcune famiglie facoltose costruirono le loro ville e tra queste la famiglia Revedin, che volle realizzare, a inizio '800, anche un proprio oratorio in stile neoclassico, come segno ulteriore del proprio prestigio. Poi abbandonato a seguito di varie vicissitudini, l'edificio è stato acquistato dal Comune di Ferrara nel 1976. I lavori, che sono stati eseguiti nei mesi scorsi in maniera perfetta, ci restituiscono questo luogo meraviglioso, una sorta di isola all'interno di un contesto urbano ad elevato traffico".

"Per quanto riguarda la destinazione della cappella - ha spiegato l'assessore al Patrimonio Angela Travagli - abbiamo di recente avuto un incontro con il parroco dell'adiacente chiesa della Sacra Famiglia, il quale si è detto disposto, assieme alla comunità parrocchiale, a prendersi cura dell'edificio e a utilizzarlo per funzioni religiose. Daremo quindi vita a una collaborazione tra Comune e parrocchia affinché questo gioiello architettonico possa rimanere aperto e a disposizione dei cittadini".    

Tra i principali interventi realizzati nell'ambito dell'opera di riparazione delle lesioni del sisma e di miglioramento strutturale figurano: la ricostruzione di parti di muratura crollate, il rifacimento di intonaci, la ricostruzione del soffitto emisferico con lastre in cartongesso collegate alla restaurata copertura lignea, il rifacimento del pavimento, il restauro del portale est, il ripristino della scala marmorea, l'installazione di un sistema di illuminazione interno ed esterno e la sistemazione dell'area esterna.

Come spiegato poi dall'architetto Gian Paolo Rubin, incaricato della progettazione dell'opera, "la durata degli interventi si è dilatata in corso d'opera a causa di problemi all'edificio emersi durante i lavori e inizialmente non visibili, che hanno richiesto un paio di perizie suppletive, con i necessari tempi amministrativi di approvazione".

 

LA SCHEDA  a cura del Servizio Beni monumentali del Comune di Ferrara

Lavori di riparazione e miglioramento strutturale post sisma della Cappella Revedin

Nell'ambito del programma di recupero delle Opere Pubbliche e dei Beni Culturali danneggiati dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, l'Amministrazione Comunale della Città di Ferrara - in coordinamento con la Regione Emilia Romagna - ha individuato, tra gli interventi, la riparazione ed il miglioramento strutturale della Cappella Revedin.

La Cappella, in occasione del sisma del 2012, è stata oggetto di  danni,  tra cui il crollo di parte della cornice in cotto, della massa muraria retrostante e di parte dell'architrave della finestra semicircolare a nord e pertanto, il presente progetto ha consentito la riparazione delle lesioni provocate dal terremoto ed il miglioramento strutturale compatibile con la tutela del bene storico vincolato al fine di garantire una piena agibilità.

Descrizione dell'intervento
Gli interventi esterni hanno preso il via dai lavori di cuci scuci relativi alle fessurazioni presenti e sono continuati con la ricostruzione della parte di muratura parzialmente crollata a causa del sisma. L'intervento più complesso è stata la ricostruzione integrale del tamburo di muratura che era completamente sfaldato nella sua consistenza strutturale. Si è proceduto con interventi di incatenamento alto in corrispondenza del tamburo rifatto con profilo metallico UPN calandrato a cinturare internamente il nuovo tamburo. A questo sistema sono state collegate nuove scarpe in acciaio a contenere le teste delle centine radiali vecchie e nuove e, attraverso barre filettate, un profilo in piatto metallico esterno a completare l'intervento di contrasto e rafforzamento al coperto spingente.

Altro intervento d'incatenamento del corpo cilindrico è stato realizzato tra la cornice marcapiano e le finestre a lunetta con piatto continuo interno e profili UPN calandrati esterni. A livello delle aperture tra l'aula circolare ed i corpi bassi sono stati posti in essere architravi in profili di acciaio e cerchiature. A livello pavimentale, a risolvere la frattura strutturale del pavimento a causa dell'affondamento dell'anello di muratura, è stata praticata una demolizione di corona circolare di 70 cm di larghezza, per ricostruire il pavimento con una inclinazione di raccordo tra la parte alta e quella ormai ribassata.

I successivi interventi di "pulizia"hanno riguardato precedenti incongrui lavori di intonacatura cementizia a parziale supporto strutturale alla muratura ammalorata e successivo recupero della stessa.
All'esterno si è continuato con la raschiatura dei vecchi tinteggi ormai completamente assenti per liberare la muratura, e  con lavori di pulizia a spazzola, scarnitura dei giunti, stuccatura e una nuova tinteggiatura.

All'interno, oltre ad interventi di cuci scuci in corrispondenza principalmente dell'asse nord-sud, sono stati effettuati alcuni lavori d'integrazione d'intonaco per danneggiamenti subiti al profilo marcapiano ad un  metro di altezza, e altri interventi a carico del soffitto emisferico con la ricostruzione dello stesso con lastre in cartongesso curvate in opera e collegate alla restaurata copertura lignea curva.

Hanno completato l'opera i lavori di restauro del portale est, il ripristino della scala marmorea di accesso con l'integrazione dei gradini mancanti, parte dei quali sono posizionati entro la cripta, un sistema di illuminazione interno ed esterno e la sistemazione dell'area esterna.

Importo complessivo dell'opera: 422.086 euro
Contributi Regionali assegnati con finanziamento concesso dal Commissario Delegato: 278.809 euro
Importo finanziato con fondi comunali: 143.277 euro

Impresa esecutrice: EDILTECNICA SOCIETA' COOPERATIVA con sede Porto San Giorgio (FM), ditta consorziata incaricata di effettuare i lavori Ditta "ESSE COSTRUZIONI S.R.L." con sede in Ferrara (FE)

 

SCHEDA STORICA a cura di Francesco Scafuri

CAPPELLA REVEDIN (detta anche"Oratorio Revedin")

Nel 1808 i conti Revedin acquistarono il vasto latifondo della Sammartina, che si estendeva a sud della città ai lati della via per Bologna. Edificarono subito la loro villa, ristrutturando probabilmente un edificio a due torri costruito dal duca di Modena nel 1738. I conti vollero costruire tra il 1808 e il 1811, a poca distanza dalla villa, una cappella privata, cioè l'Oratorio Revedin, un piccolo edificio sacro dedicato al S.S. Redentore, definito uno degli esempi più interessanti di architettura neoclassica di Ferrara. I ricchi latifondisti acquisirono un prestigio crescente, tanto che nel 1827 il conte Antonio Revedin venne nominato da Papa Leone XII "Marchese di San Martino", per meriti nella conduzione agraria del suo fondo.

I Revedin rimasero proprietari della villa e di gran parte del latifondo fino al 1927, quando tali proprietà furono alienate al fattore Vittorio Parmeggiani, tuttavia, la nobile famiglia mantenne il diritto di conservare nell'oratorio le sepolture di alcuni esponenti della famiglia e di farvi celebrare la messa domenicale per diversi anni ancora.

Il Parmeggiani lo stesso anno vendette la villa al Comune, che la trasformò nel 1928 nell'attuale scuola Ercole Mosti. Nel corso del Novecento, poi, i possedimenti della Sammartina furono ceduti a diversi intestatari.

Nel 1976 il Comune di Ferrara acquistò la Cappella Revedin, che da tempo non era più aperta al culto, dal parroco della chiesa della Sacra Famiglia, proprietario del piccolo edificio sacro fin dal 1951.

Rimasta in disuso per decenni, ora è stata finalmente restaurata.

Ulteriori notizie storiche e architettoniche sulla Cappella Revedin nella pubblicazione "Alla scoperta del quartiere di via Bologna. Mille anni di storia e non li dimostra", a cura di Francesco Scafuri, consultabile online:  https://www.comune.fe.it/attach/superuser/docs/quartiereviabologna.pdf  (v. in particolare pagine 38-39)

 

Immagini scaricabili:

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