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MUSEO DEL RISORGIMENTO E DELLA RESISTENZA - Inaugurazione sabato 12 novembre alle 10.30

In mostra "Un eccidio nazista a Ferrara: Doro 17 novembre 1944"

10-11-2011 / Giorno per giorno

Ha per tema "Un eccidio nazista a Ferrara: Doro 17 novembre 1944" la mostra storico documentaria che verrà inaugurata sabato 12 novembre alle 10.30 nelle sale del Museo del Risorgimento e della Resistenza (via Ercole 1° d'Este 19) alla presenza del vicesindaco Massimo Maisto. Curata da Delfina Tromboni la rassegna è promossa dal Museo del Risorgimento e della Resistenza e dall'Archivio di Stato di Ferrara nell'ambito delle iniziative organizzate dal Comitato per le celebrazioni degli eccidi di novembre. La cerimonia inaugurale sarà aperta da una prolusione sugli eccidi nazifascisti nel ferrarese dello storico e archivista Davide Guarnieri. Interverranno inoltre gli allievi della classe 5.a G corso Beni Culturali del Liceo Scientifico Roiti che, con i loro insegnanti Giorgio Rizzoni e Silvia Sansonetti, stanno lavorando insieme al Museo ad un progetto didattico che produrrà alla fine dell'anno scolastico una "Guida alla sala della Resistenza" in forma sia digitale sia cartacea. La pubblicazione completerà i percorsi tematici che un'altra classe del Liceo cittadino lo scorso anno scolastico ha dedicato alle 'Sale Risorgimentali', andando a costituire un prezioso strumento per gli utenti in notevole aumento del Museo.
L'allestimento è stato realizzato anche grazie alla collaborazione di Laura Graziani dell'archivio di Stato di Ferrara, del personale di 'Sistema Museo' in servizio al Museo del Risorgimento e della Resistenza, dei volontari dell'AUSER e di Dante Giordano, storico collaboratore dell'istituzione.
Per l'intera durata della mostra, previo appuntamento (Roberta Folchi tel. 0532 206668), all'Archivio di Stato di corso Giovecca 146 sarà visitabile in originale la documentazione raccolta nei fascicoli aperti dalla polizia politica fascista sui sette martiri del Doro.
"Un eccidio nazista a Ferrara: Doro 17 novembre 1944" sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 fino al 15 gennaio 2012.
LA SCHEDA STORICA - Sul finire dell'agosto 1945 - a poco più di quattro mesi dalla Liberazione di Ferrara - nell'immediata periferia della città, nei pressi di caffé del Doro, vengono disseppelliti i corpi di sette uomini, scomparsi l'anno precedente dopo essere stati prelevati nottetempo dal carcere cittadino, dove erano stati rinchiusi per attività antifascista, in seguito agli arresti avvenuti tra il 7 ed il 26 ottobre 1944.
Si tratta di Mario Agni, Mario Arnoldo Azzi, Giuseppe Franceschini, Gigi Medini, Michele Pistani, Alberto Savonuzzi, Antenore Soffritti, tutti impegnati in prima persona - ed alcuni con incarichi di responsabilità, sia a livello militare che a livello politico - nella Resistenza al nazifascismo.
Arrestati per ordine di Carlo De Sanctis - a capo dell'Ufficio politico della Questura dal luglio 1944 - furono prima portati nelle "camere di sicurezza" di Castello Estense, poi nel carcere di via Piangipane e subirono pesanti interrogatori, per alcuni accompagnati da vere e proprie torture. Vennero infine trucidati dalle SS tedesche, comandate dal maresciallo Pustowka, con un colpo di pistola alla nuca all'alba del 17 novembre dello stesso anno nei pressi di caffé del Doro, dove erano stati trasportati su un furgone messo a disposizione da De Sanctis e guidato dall'SS italiana Alfredo D'Agostini. I corpi furono frettolosamente sepolti in una improvvisata "fossa comune", cioè nel cratere aperto da una bomba e fino al momento del ritrovamento delle salme - a Liberazione avvenuta - sulla sorte degli scomparsi nulla si seppe di certo. Ai familiari - che si erano peraltro visti consegnare gli effetti dei loro congiunti - De Sanctis dichiarò che erano stati prelevati dalle SS e deportati in Germania. Tra coloro che erano rimasti in carcere e negli stessi ambienti della Resistenza - che aveva tentato - in particolare dopo il ritorno a Ferrara del comunista Spero Ghedini, nome di battaglia "Antonio", come Commissario politico della 35° Brigata partigiana Garibaldi di Ferrara , senza riuscirci, di liberare i sette detenuti , i cui incarichi erano particolarmente nevralgici per l'organizzazione - circolarono voci, mai confermate, di sommarie esecuzioni. Il processo ai presunti responsabili dell'eccidio - che si tenne nell'immediato dopoguerra - dimostrò senza alcun dubbio che i sette partigiani erano stati trasportati dalle carceri a caffé del Doro da un drappello di SS comandato dal Maresciallo Pustowka con un furgone messo a disposizione dalla Questura, diretta da Carlo De Sanctis e guidato da un SS italiano, Alfredo D'Agostini.