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ASSESSORATO ALLA CULTURA - Una tavola rotonda (lunedì 21 novembre) e una rassegna cinematografica (dal 28 al 30 novembre)

I documentari di Florestano Vancini 'alla ricerca della realtà italiana'

17-11-2011 / Giorno per giorno

Dal 1949 al 1959 Florestano Vancini ha girato ben 36 documentari, imponendosi come uno dei maggiori registi italiani del genere e fra coloro che diedero al settore importanti stimoli di rinnovamento. Alla figura del prestigioso regista ferrarese e alla sua produzione artistica, che in particolare precedette quella dedicata ai lungometraggi, sono dedicate le iniziative gratuite e aperte a tutti organizzate a partire da lunedì 21 novembre dall'assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara e curate dal critico e storico del cinema Paolo Micalizzi.
In programma la tavola rotonda 'Omaggio a Florestano Vancini' (21 novembre alle 16 nella sala Agnelli - biblioteca Ariostea) e la rassegna cinematografica "Florestano Vancini documentarista: alla ricerca della realtà italiana" nelle serate del 28, 29 e 30 novembre alla sala Estense (alle 20.45) con la proiezione della maggior parte dei documentari realizzati dal regista e da lui donati al critico.
La tavola rotonda del prossimo lunedì sarà introdotta dal vice sindaco Massimo Maisto e proseguirà con la presentazione di Paolo Micalizzi del quaderno n.7 di "Inquadrature", da lui curato, in cui raccoglie tutta l'attività documentaristica del regista ferrarese. L'incontro proseguirà con la proiezione di una video intervista a Vancini del regista ferrarese Renzo Ragazzi, nell'ambito della sua serie "Amarcord Ferrara 1940-1960" e con gli interventi dei critici cinematografici e docenti di storia e critica del cinema Gianni Rondolino e Giorgio Tinazzi e del regista Massimo Sani, testimone dell'avvio della carriera cinematografica di Florestano Vancini. Ha assicurato la sua presenza all'Ariostea anche la figlia di Vancini, Gloria. Tre le tematiche sulle quali saranno incentrate le diverse serate della rassegna cinematografica della sala Estense che vedranno complessivamente la proiezione di 30 documentari: lunedì 28 novembre saranno proiettati i lavori raccolti nel ciclo "Ferrara e dintorni", martedì 29 novembre quelli dedicati alla tematica "Alla scoperta del Delta padano" e infine mercoledì 30 novembre saranno visibili i documentari raggruppati in "Realtà italiane".
"Dopo gli appuntamenti dedicati ai registi ferraresi Massimo Sani e Renzo Ragazzi, con l'omaggio che ora dedichiamo a Florestano Vancini - ha affermato presentando giovedì mattina (17nov11) l'iniziativa l'assessore alla Cultura Massimo Maisto - possiamo dire di essere a buon punto sul programma steso ad inizio legislatura due anni fa, quando ci ponemmo due obiettivi importanti. Da un lato la riscoperta e l'approfondimento della stagione documentarista ferrarese che, grazie ad un insieme di persone di talento, location e capacità artigianali, nel secondo dopoguerra ha svolto un ruolo di primo piano a livello nazionale e internazionale ponendo le basi per il movimento neorealista. Dall'altro dare il giusto tributo alla figura di Florestano Vancini, personaggio che grazie alla sua costante azione di ricerca e non basandosi solo sulla storia ufficiale, ha sviluppato non semplici riprese bensì ritratto in maniera scientifica le vicende umane degli umili e dei sottomessi. Allo storico e critico cinematografico Paolo Micalizzi - ha poi sottolineato l'assessore - grazie anche alla stesura e alla pubblicazione del quaderno "Inquadrature" che mette a sistema l'opera completa di Vancini documentarista, va certo il merito di avere contribuito a migliorare la conoscenza di questo artista."
"L'importanza di Florestano Vancini documentarista non è stata ancora approfondita completamente. - ha rimarcato Paolo Micalizzi - Per il regista ferrarese, cresciuto come giornalista e critico, il documentario è stato momento di formazione e palestra prima di approdare al mondo del lungometraggio. Attraverso questa azione di studio e di lettura della realtà circostante ha espresso un'attenzione per le condizioni delle popolazioni in difficoltà che non si è fermata al territorio ferrarese, ma anche a problematiche di livello nazionale".
I prossimi appuntamenti dedicati a Florestano Vancini si avvalgono anche della collaborazione dell'associazione culturale Circolo amici della musica G. Frescobaldi e del Centro Audiovisivi del Comune di Ferrara.

LA SCHEDA (a cura di Paolo Micalizzi) - Arrivato al documentarismo dopo un'esperienza di giornalista e di critico cinematografico, Florestano Vancini esordì nel 1949 con "Amanti senza fortuna" realizzato insieme ad Adolfo Baruffi con il quale ha girato altri tre documentari. Un esordio che avvenne grazie all'esperienza di Antonio Sturla, considerato "il pioniere del cinema ferrarese" che possedeva anche l'attrezzatura necessaria. Terminata l'esperienza con Adolfo Baruffi, nel 1951 Florestano Vancini continua la sua attività documentaristica, sempre con Antonio Sturla che firmerà come direttore della fotografia altri suoi documentari, con "Delta padano" realizzato non attraverso i normali canali di finanziamento, ma con il contributo della Camera Confederale del Lavoro che aveva già finanziato "Uomini della pianura" e "Alluvione" relativi alla rotta dl Reno del 1949.
"Delta padano" descriveva le drammatiche condizioni di vita delle popolazioni alle foci del Po. Su alcuni aspetti dl delta del Po, sulle lotte sociali di quegli anni da parte di pescatori e braccianti, ma anche su aspetti inediti di Ferrara Florestano Vancini ebbe a realizzare una quindicina di documentari puntando la sua attenzione di regista soprattutto sulla condizione umana. Situazione che poi andò a cercare anche in altre città italiane come testimoniano opere come "Luoghi e figure di Verga", "Più che regione" e "Portatrici di pietre", girati in Sicilia nel 1952; "Vento dell'Adriatico" (1957) sulla dura vita dei pescatori di San Benedetto del Tronto; "Asfalto" (1957) sui minatori abruzzesi; "Gli ultimi cantastorie" (1957) realizzato sull'appennino bolognese.
Alcuni titoli significativi del periodo ferrarese: "Uomini della palude", "Tre canne un soldo", "Dove il Po scende", "Traghetti alla foce", "Via Romea", "La città di Messer Ludovico", "Al filò", "Teatro Minimo" e "Uomini soli" girato nel dormitorio pubblico di Ferrara, documentario che concluse allora la sua attività documentaristica prima di passare al lungometraggio con "La lunga notte del '43".
Florestano Vancini è ritornato al documentario nel 1995 girando a ""Ferrara, nel ricordo di "La città di Messer Ludovico" che è andato perduto,e "Lucrezia Borgia": un'intervista impossibile di Maria Bellonci" (2002). Due opere che, mettendo in evidenza i suoi aspetti artistici e la sua storia, volevano essere un appassionato omaggio alla sua città con la quale aveva tenuto ben saldi i legami.