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Per rinnovare la memoria delle complesse vicende che hanno coinvolto istriani, fiumani e dalmati

Una mostra, conferenze e gastronomia nel "Giorno del ricordo 2010"

04-02-2010 / Giorno per giorno

Una mostra documentaria e un ciclo di iniziative per ricordare come la presenza e la cultura italiana in Istria, Fiume e Dalmazia siano vive da secoli. Sarà la rassegna dal titolo "Architettura Adriatica tra le due sponde" - 580 disegni in 41 tavole sinottiche disegnate e composte da Luigi Tomaz esule da Cherso - ad aprire venerdì 5 febbraio alle 17 alle Grotte del Boldini (via Previati 18) le celebrazioni ferraresi della quarta edizione del "Giorno del ricordo". Seguiranno poi fino al 13 febbraio conferenze, incontri musicali e gastronomici proposti dal comitato locale dell'associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e dall'associazione nazionale Partigiani Cristiani di Ferrara con la collaborazione del Comune di Ferrara.
La ricorrenza, istituita nel 2004, è stata fissata al 10 febbraio di ogni anno (data della firma del Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947) "..al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".
"Nella mostra allestita quest'anno alle Grotte del Boldini - ha affermato Flavio Rabar, presidente dell'associazione Venezia Giulia e Dalmazia, illustrando oggi in Municipio la scaletta degli appuntamenti insieme al vicesindaco Massimo Maisto e alla responsabile del Museo comunale del Risorgimento e della Resistenza Delfina Tromboni - si rivive l'architettura di quelle terre dal periodo preromano a quello barocco e ben si evince il reciproco influsso fra i due litorali dell'Adriatico. Viene resa visibile la complementarietà tra le due sponde: artisti istriani e dalmati che operarono nelle città della penisola, artisti della penisola che operarono nell'altra costa dell'Adriatico".
Oltre alla mostra, che si potrà poi visitare fino al 14 febbraio, sono diverse altre le iniziative che saranno proposte alla cittadinanza. Proprio il 10 febbraio (alle 21, in via Traversano 29) in collaborazione con l'associazione Culturale di ricerche storiche 'Pico Cavalieri' è prevista una serata dedicata all'Istria, a Fiume e Dalmazia. Appuntamento ancora il 12 febbraio (alle 16.30 nella sala dell'Arengo) per una conferenza sul tema della mostra condotta dall'autore dei disegni Luigi Tomaz e da Enrico Lucchese dell'Ateneo ferrarese. Infine, sabato 13 febbraio alle 21 alla chiesa di S.Biagio, tradizionale concerto di musica sacra con la Nuova Cappella Musicale diretta dal maestro Pierluigi Calessi. Il tutto senza dimenticare l'appuntamento gastronomico con le "Serate istriane" al ristorante L'Officina del gusto (via foro boario 60): venerdì 5 e sabato 6 febbraio e poi ancora dall'11 al 13 febbraio saranno proposti piatti della tradizione istriana dalle diverse provenienze.
"Proseguiamo volentieri la condivisione di questo progetto con le due associazioni organizzatrici. - ha affermato Delfina Tromboni responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza del Servizio biblioteche e Archivio storico (che ha anche curato la post fazione alla seconda edizione della pubblicazione 'Istria, Fiume, Dalmazia: testimoni di un esodo'). - Dai racconti degli esuli una cosa in particolare emerge - ha proseguito - ovvero la somiglianza di queste storie con tante storie contemporanee: è insomma come se la realtà quotidiana continuasse a riproporre alcuni nodi che come comunità non siamo ancora riusciti a sciogliere."
"Mostre, conferenze, gastronomia sono un bel modo per ricordare e per riaffermare ancora una volta che la nostra città è frutto di incontri, nuovi arrivi, contaminazioni. Questa iniziativa - ha ricordato il vicesindaco Massimo Maisto - attivata grazie anche all'impegno profuso nella precedente legislatura dalla vice sindaco Rita Tagliati, non può non avere il sostegno dell'Amministrazione. Dobbiamo anzi ringraziare le associazioni per essere riuscite a proporre un programma non formale e burocratico. Non appuntamenti dovuti, pertanto, bensì realmente celebrativi e sintomo di una continua azione di ricerca storica e di rapporto con i testimoni e che hanno tutte le caratteristiche per vivacizzazione la nostra realtà."