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Mercoledì 10 alla sala Boldini dibattito e proiezioni

Un omaggio al pioniere del cinema ferrarese: Antonio Sturla

08-02-2010 / Giorno per giorno

Una serata dedicata a uno dei padri del cinema di marca ferrarese, Antonio Sturla. Mercoledì 10 febbraio, alle 21, il Comune di Ferrara renderà omaggio al regista scomparso nel '68 con un evento, a ingresso gratuito, alla sala Boldini.
L'appuntamento sarà aperto dalla presentazione del volume di Paolo Micalizzi dal titolo "Antonio Sturla: pioniere del cinema ferrarese" (Este Edition, 2008) che offrirà lo spunto per approfondire il ruolo che il regista ebbe nel panorama del cinema ferrarese e italiano. Oltre all'autore, interverranno al dibattito il vice sindaco Massimo Maisto, l'editore Riccardo Roversi, e il documentarista Paolo Sturla, figlio di Antonio e presente alla serata assieme ai fratelli.
L'iniziativa proseguirà con la proiezione di alcuni documentari di cui Antonio Sturla è stato direttore della fotografia: "Ferrara, epica e cortese" (1926) di Ugo Vasé e Antonio Sturla, dedicato alle bellezze artistiche di Ferrara, e "Amanti senza fortuna" (1949), che segna l'esordio nel cinema di Florestano Vancini, assieme ad Adolfo Baruffi, e rievoca la tragica storia di Ugo D'Este e Parisina Malatesta. Di Vancini sono ancora "Tre canne un soldo" (1954), incentrato sulle figure dei tagliatori di canne alle foci del Po, e "Via Romea" (1958), che ripercorre la storia di quest'arteria, allora in fase di completamento. In programma anche "Il postino di montagna" (1951) di Adolfo Baruffi, con il commento parlato dello scrittore Dino Buzzati e ambientato nel paese ladino di Colle Santa Lucia.

LA SCHEDA
La ricostruzione storica curata da Paolo Micalizzi prende le mosse dal 1912, anno del primo grande successo di Sturla con la "Comica finale". Dello stesso anno è anche "Il baratro", primo lungometraggio di produzione ferrarese. In seguito Sturla fu testimone di avvenimenti durante la prima e seconda guerra mondiale, svolse attività di cinereporter in giro per il mondo per l'Istituto Luce e per altri cinegiornali, seguendo anche importanti vicende ferraresi, soprattutto tra gli anni '20 e '40.
Antonio Sturla è stato poi operatore di una sessantina di documentari che portano la firma di alcuni dei più grandi registi del cinema italiano, ed è stato direttore della fotografia di due lungometraggi.