MEIS - Martedì 20 dicembre alle 16.30 inaugurazione ufficiale della prima porzione del museo in via Piangipane
"Un luogo per ritrovare una storia comune da condividere"
15-12-2011 / Giorno per giorno

"In mezzo alle tante difficoltà che stiamo vivendo tutti i giorni - ha affermato il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani nel corso della conferenza stampa di presentazione - ci sono progetti che vanno avanti e questa prima apertura è un segnale vero, concreto, che un pezzo della città abbandonato e apparentemente senza futuro, diventa punto di riferimento culturale non solo per la nostra collettività. E' il frutto di un lavoro quotidiano che ha coinvolto tante persone e tante realtà istituzionali e di questo primo risultato siamo orgogliosi".
Martedì 20 dicembre, alle ore 16.30, a Ferrara inaugura la prima porzione del futuro MEIS, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah: saranno aperte al pubblico le tre sale della Palazzina di via Piangipane, nell'area dell'ex carcere in cui sorgerà il Museo.
Si è svolta questa mattina (15 dicembre 2011) a Ferrara la conferenza stampa per l'inaugurazione del primo nucleo del futuro MEIS, il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah.
Martedì 20 dicembre 2011, alle ore 16.30, avrà luogo infatti la cerimonia di apertura delle sale espositive della Palazzina di via Piangipane, che ospiteranno le prime iniziative culturali del nascente MEIS. L'inaugurazione avviene in occasione della festività ebraica di Hanukkah - la 'Festa delle Luci', la celebrazione più gioiosa dell'Ebraismo che cade nei pressi della festività cristiana del Natale e partecipa di un'atmosfera generale di felicità interiore ed è vissuta dagli ebrei con grande letizia e partecipazione.
Ristrutturata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna e dal Comune di Ferrara, la cosiddetta Palazzina è il primo luogo fisico che, in attesa della più prestigiosa sede che sorgerà alle sue spalle, racconterà la storia e la cultura dell'ebraismo italiano con mostre, convegni e dibattiti.
"Esprimo grande soddisfazione per questo risultato, raggiunto grazie alla sinergia tra il Comune di Ferrara e il MiBAC. Un pezzo abbandonato della città torna alla vita, in un momento di grande difficoltà per tutto il paese". Così il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, esprime in conferenza stampa la soddisfazione per questo primo risultato raggiunto.
L'inaugurazione della Palazzina segna il raggiungimento di alcuni obiettivi fondamentali, che riguardano la tempistica, l'efficienza dell'apparato amministrativo e la capacità di portare avanti con coerenza un progetto non solo architettonico ma anche culturale. Inoltre, al recupero della struttura preesistente si abbina un allestimento interno tecnologicamente avanzato, polifunzionale, in grado di soddisfare le esigenze di un modernissimo luogo di cultura.
E' Carla Di Francesco, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia-Romagna, a spiegare come si sono svolti i lavori di recupero della Palazzina di via Piangipane, volontariamente esclusa dal concorso di progettazione del Museo per rendere sin da subito attiva l'attività culturale del Museo stesso. I lavori di recupero della Palazzina, cui hanno lavorato congiuntamente MiBAC e Comune di Ferrara, non hanno solo ottenuto un restauro di tipo scientifico, ma all'interno sono stati usati materiali altamente tecnologici. Il costo complessivo dell'operazione, interamante finanziata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è di 1.500.000 euro.
La Palazzina viene ora affidata in gestione alla Fondazione MEIS che in questa prima fase provvede all'organizzazione della mostra avvalendosi della collaborazione tecnica e artistica di Ferrara Arte e di Ferrara Fiere.
Con l'apertura della Palazzina ha ufficialmente inizio il 20 dicembre prossimo la grande avventura del Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah: la ristrutturazione dell'edificio di via Piangipane è infatti il momento fondativo, il primo atto ufficiale di quello che sarà il MEIS.
Un'inaugurazione, dunque, dai tratti fortemente simbolici, che non a caso cade in un periodo dell'anno particolarmente gioioso per tutta la popolazione italiana.
Chanukkà o Hanukkah - conosciuta anche con il nome di Festa delle Luci - in ebraico significa dedicazione; e infatti la festa commemora la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme dopo la libertà riconquistata dal popolo ebraico dopo il giogo ellenista. La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev, il periodo più buio dell'anno. Far coincidere la 'Festa delle Luci' - una festa che vieta lamentazioni, digiuni e qualsiasi attività di tipo punitivo - con l'inaugurazione del primo tassello del più vasto mosaico del MEIS ha quindi il valore di una riconsacrazione di un luogo chiuso, emarginato, degradato, trasformandolo in luogo aperto e portatore di istanze positive.
Dopo una serrata progressione di eventi - a cominciare dalla legge istitutiva del 17 aprile 2003, con la quale prende corpo la volontà dello Stato italiano di creare a Ferrara una testimonianza della complessa vicenda della Comunità Ebraica italiana - si è quindi giunti a porre la prima pietra di un complesso progetto architettonico che si realizzerà nei prossimi anni.
Il MEIS, di cui la progettazione, la programmazione culturale e la gestione sono affidate alla Fondazione MEIS - costituita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comune di Ferrara, dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea - CDEC e dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) -, avrà il compito dunque di far conoscere la storia, il pensiero e la cultura dell'ebraismo italiano; di promuovere attività didattiche, manifestazioni, incontri e mostre permanenti e temporanee, proiezioni e spettacoli sui temi dell'incontro tra culture e religioni diverse e della pace e della fratellanza tra i popoli. Non mancheranno certo rimandi alle odiose leggi antiebraiche e alla tragica vicenda della Shoah.
Il progetto architettonico che darà vita al Museo vero e proprio - affidato allo Studio Arco di Bologna, vincitore del Bando di Concorso emanato nell'aprile 2010 - nasce dall'idea di trasformare un luogo chiuso in luogo permeabile, trasparente, dove diversi elementi come il Tempo, la Storia, la Terra, l'Acqua e l'Aria si combinano per creare un'atmosfera di accoglienza e apertura. Concepito secondo cinque volumi architettonici che rimandano ai cinque libri della Torah, il progetto, volutamente flessibile, consente la costruzione del Museo per fasi successive, senza per questo interrompere il regolare funzionamento delle attività.
In occasione dell'inaugurazione, nella palazzina sarà inaugurata una mostra dal titolo MEIS versione Beth[a]. All'inizio di un percorso lungo 22 secoli, articolata in tre parti, progettata e curata da Raffaella M. Mortara, consigliere d'amministrazione della Fondazione MEIS: le tre parti della mostra - Versione Beth; E' arrivato l'ambasciatore; Italia di Luci -, dislocate sulle tre sale della palazzina, rappresentano un excursus lungo 22 secoli che testimonia la presenza degli Ebrei in Italia e che prende avvio dal significato e dall'importanza della lettera Beth all'interno dell'alfabeto e più in generale della cultura ebraica.
"E' la realizzazione di un sogno - spiega la curatrice Raffaella Mortara - che mi è stato affidato da Riccardo Calimani (Presidente della Fondazione MEIS, n.d.r.) e Renzo Gattegna (Presidente del UCEI, n.d.r.). Voglio ringraziare lo Stato italiano, che con la creazione del MEIS ha voluto dare voce a una parte importante della storia italiana. Perché il MEIS non è il Museo degli Ebrei ma la casa di tutti gli italiani. La memoria comune va condivisa e la comprensione delle proprie radici affonda nel passato".
Versione Beth, con l'esposizione di codici miniati, volumi a stampa e documenti di svariate epoche, ripercorre la storia degli ebrei in Italia, dal XIV secolo ai giorni nostri. Verranno messe in evidenza le tante forme con cui la lettera beth è stata scritta a mano, miniata o stampata. Beth vuole, ovviamente, essere un richiamo a Bereshit - la parola con la quale ha inizio la Genesi in ebraico -, il più significativo riferimento a un inizio che il MEIS possa augurarsi; d'altra parte, la beth della Palazzina allude alla versione di prova, la versione betha, che questo spazio rappresenta per il MEIS, con l'auspicio che quanto prima, dalle sperimentazioni di questa nostra "versione beth", nasca il museo vero e proprio. E' arrivato l'ambasciatore gioca su piani differenti: l'esposizione da una parte, attraverso la riproduzione in gigantografia del trattato fra la prima ambasceria di Jehuda ha-Maccabi (Giuda Maccabeo) ed il Senato di Roma, testimonierà quanto lontani nel tempo siano stati i primi contatti tra "ebrei" e "Italia" (161-162 a.e.c.), mentre dall'altra, ripercorrendo le vicende di Jehuda ha-Maccabi, ci ricorderà del grande evento di Hanukkah.
In Italia di luci ci sarà la ricostruzione virtuale della nostra penisola e si illumineranno via via le città, i borghi e i villaggi in cui gli ebrei hanno vissuto nel corso di ventidue secoli. Inoltre saranno esposte le Hannukkiot prestate dalle comunità per la mostra e quelle realizzate dagli alunni e dalle alunne delle varie "scuole".
La mostra sarà visitabile gratuitamente sino al 5 febbraio con i seguenti orari: martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00; venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.30. Lunedì e sabato chiuso.
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