La mostra organizzata dalla Fondazione Zanotti ospite in Municipio fino al 6 marzo
Sabato l'inaugurazione di "Il realismo di Gaudì e la speranza dell'Europa"
24-02-2010 / Giorno per giorno

Dalla costruzione della Sagrada Familia di Barcellona e dalle motivazioni di quest'opera fino ad indagare sul senso della costruzione di un'altra grande opera che è l'Europa. E' questo il percorso che offre al visitatore l'allestimento della mostra internazionale "The realism of Gaudi and the hope of Europe - Il realismo di Gaudì e la speranza dell'Europa" che sarà inaugurata sabato 27 febbraio (alle 16) nella residenza municipale. Promossa dalla Fondazione Enrico Zanotti e patrocinata dal Parlamento Europeo, dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia, dal Comune e dall'Università degli Studi di Ferrara, l'iniziativa da Bruxelles ha fatto ormai il giro delle grandi città europee (sarà a Ferrara fino al 6 marzo). L'evento - illustrato oggi in Municipio alla presenza del sindaco Tiziano Tagliani, della presidente e del direttore della 'Fondazione Zanotti' Tiziana Poli e Riccardo Benetti, del docente dell'università di Ferrara Livio Zerbini e di don Massimo Manservigi - mette in parallelo la personalità dell'architetto catalano Antoni Gaudì e l'amicizia tra i Fondatori dell'Europa unita Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman. Il comune denominatore di questi personaggi è il metodo: per il primo di costruire la Sagrada Familia, per gli altri l'Unione Europea. L'analogia, spunto per l'iniziativa, nasce dal confronto e dalle conversazioni fra Etsuro Sotoo (scultore del Tempio Espiatorio della Sagrada Familia) e Mario Mauro (deputato del Parlamento europeo). Insieme intraprendono un cammino di amicizia e confronto sul metodo con il quale collaborare alla costruzione di una grande opera: chi proseguendo il lavoro di Gaudì chi quello iniziato dai Padri Fondatori dell'Unione Europea. L'esperienza dei protagonisti, raccontata nella mostra, evidenzia come questi uomini abbiano iniziato le opere del tempio di Barcellona e dell'Unione Europea coscienti di non poterne vedere la conclusione, ma certi dell'ideale che ne sosteneva l'iniziativa originale e grandiosa.
"La scelta del Municipio per accogliere l'allestimento - ha affermato il sindaco Tiziano Tagliani - ha inteso mettere a disposizione non solo la sede centrale della vita cittadina, bensì un vero e proprio percorso che si raccorda con la città, aperto e sensibile. Il tutto anche a conferma del preciso intento di farci coinvolgere, come Amministrazione, nelle tematiche proposte dalla mostra."
"The realism of Gaudi and the hope of Europe" arriva a Ferrara grazie all'entusiasmo di un gruppo di giovani universitari che dopo averla visitata a Barcellona hanno deciso di coinvolgere l'Università e la Fondazione Zanotti per proporla in uno spazio cittadino. Sono gli stessi ragazzi che saranno disponibili nei giorni di allestimento a fare da guida ai visitatori introducendoli ai contenuti dai quali loro stessi sono rimasti affascinati. Durante la mostra saranno in visione anche alcuni spezzoni - scene di costruzione della Cattedrale e particolari dell'architettura - del film "Le sette porte" che Don Massimo Manservigi sta preparando sulla vita di Gaudì e sulla costruzione della Sagrada Familia. Durante il periodo di allestimento della mostra il video (le musiche sono di Maurizio Paglierini) sarà proiettato la sera dalle 18 alle 21 sulla facciata della Cattedrale di Ferrara. Il film, che sarà poi arricchito con interventi e interviste, sarà proiettato nel novembre prossimo in occasione dell'inaugurazione della navata centrale della basilica della Sagrada Familia alla presenza del papa.
Durante il periodo dell'allestimento ferrarese è inoltre prevista un'importante occasione di approfondimento attraverso la Lectio magistralis di Etsuro Sotoo, curatore della mostra e scultore del tempio della Sagrada Familia di Barcellona, sabato 27 febbraio alle 21 alla Basilica di San Giorgio (piazza S. Giorgio 29).
THE REALISM OF GAUDI AND THE HOPE OF EUROPE - ll realismo di Gaudì e la speranza dell'Europa
Palazzo Municipale - Ferrara
27 febbraio 2010 - 6 marzo 2010
Orario 9-19
Visite guidate su prenotazione
Segreteria organizzativa: Fondazione Enrico Zanotti tel. 0532 243258 fondazionezanotti@libero.it
www.fondazionezanotti.org
LA SCHEDA (a cura della fondazione Zanotti) - La mostra accosta l'esperienza e la testimonianza dell' Architetto Antoni Gaudì insieme a quella dei padri fondatori dell'Europa Unita Adenauer, Schuman e De Gasperi, affermando che il bene comune non si costruisce solo partendo da dei principi, ma amando qualcosa che è più grande di sè, di cui l'uomo può partecipare.
Ciò è testimoniato dalla frase di Schuman che apre la mostra: "Siamo tutti strumenti, assai imperfetti, di una Providenza che se ne serve per realizzare un grande disegno, i cui contorni ci sfuggono. Questa certezza ci obbliga ad avere molta modestia, ma ci conferisce una serenità che sarebbe altrimenti impossibile da giustificare solo basandoci sulla nostra esperienza personale considerata da un punto di vista solamente umano".
Questa frase ci provoca al paragone tra quello che noi affermiamo oggi come costruzione del bene comune attraverso la propria opera, chi in politica, chi con il proprio mestiere, e quello affermato dai protagonisti dell'origine dell'Europa Unita e della Sagrada Familia. Hanno colto per primi questo paragone, che sta all'origine di questa mostra, Mario Mauro, parlamentare europeo, e Etsuro Sotoo, scultore della Sagrada Familia.
La mostra "Il realismo di Gaudì e la speranza dell'Europa" nasce dal desiderio di custodire il perchè dell'azione nel ricostituirsi di un rapporto adeguato con la realtà, l'unico in grado di ridestare la speranza e rendere protagonista ogni uomo dentro la propria storia.
E' in questo innamoramento alla realtà l'unico antidoto allo scetticismo e all'indifferenza, rendendo ogni persona unica e capace di un'originalità imprevista che cambia la storia. Non è infatti l'uomo ideale che cambia la storia, ma è, prima di tutto la persona. Così i protagonisti di " Il realismo di Gaudì e la speranza dell'Europa", per primi pieni di stupore per quanto accade, riescono a sfondare pregiudizi e schemi ideologici, intraprendendo nuove strade fino ad all'allora impensabili.
La mostra propone questo percorso attraverso 28 pannelli di 1mt x 2 mt divisi in tre sezioni.
La prima sezione dal titolo "Reality as a starting point" (la Realtà come punto di partenza). Questa sezione introduce il metodo testimoniato dai protagonisti; infatti I padri dell'Europa con i loro collaboratori, Antoni Gaudì e le persone che lavoravano con lui avevano in comune come metodo semplicemente quello di osservare la realtà.
Dalle loro parole, lettere e citazioni, appare chiara la domanda che emerge in ogni dettaglio "Che senso ha tutto questo?. Ciò che li accomunava il tenere gli occhi aperti alla realtà che li circondava, da vederne tutti i dettagli
Quello che i protagonisti intuivano non era frutto di un'utopia, ma di un'evidenza. Così dice J. Bassegoda (comitato scientifico della mostra): "L'unico segreto dell'Architettura di Gaudì è quello di essere figlia di un'attenta e intelligente osservazione della natura. Da questo prende esempio, sia nella geometria della struttura che nei motivi di decorazione. Gaudì rifiuta la semplificazione del razionalismo che confondeva la semplicità con l'astratto".
Così anche De Gasperi incitava gli italiani: "bisogna avere gli occhi aperti, vedere le maturazioni che avvengono, anche fuori di quelle che sono le formule a cui ci legavano le nostre concezioni passate". Ecco l'avvenimento comune a questi uomini: il riconoscimento della realtà e il loro implicarsi con essa con il desiderio che si compia attraverso il loro lavoro. Con gli occhi ben attratti dallo scopo e impegnati in un cammino che non conoscono a priori, ma del quale non dubitano.
Per Gaudì e Sotoo lo scopo è il tempio Espiatorio, mentre per Adenauer, Schuman e De Gasperi è l'Europa. Due compiti che in quei tempi, l'Europa del dopoguerra e la Barcellona Libertina e laicista, non erano sicuramente facili e sfidavano l'opinione pubblica.
La seconda sezione dal titolo "The affective relationship with reality" (la relazione affettiva con la realtà) affronta il tema del significato delle azioni, del lavoro; infatti avere una chiara consapevolezza del significato delle nostre azioni fa sì che tra le nostre priorità sia incluso il desiderio di coinvolgere gli altri.
Etsuro Sotoo porta avanti l'opera di Gaudì senza dimenticarsi di se stesso, ma rimanendo unito al maestro da una consapevolezza comune. La consapevolezza del significato consente ad ognuno di lavorare scoprendo il proprio talento personale. E per comprendere il significato dell'azione dobbiamo comprendere il rapporto che la stessa ha con tutto. Nonostante ciò, il significato del lavoro si rivela man mano che ci facciamo coinvolgere, si tratta di osservarci in azione, di prestare attenzione alle conseguenze e impararne il significato.
Ad esempio Monnet, politico francese acquisisce consapevolezza del proprio lavoro, prendendo parte a diversi compiti politici e nasce il desiderio di promuovere i rapporti di amicizia tra persone sino ad allora nemiche. Monnet dice: "Oltre alle mie convinzioni repubblicane, non avevo alcuna idea prestabilita". In questo senso, impegnarsi con la realtà significa dare più importanza all'esperienza che alle nostre idee previe. E De Gasperi aggiunge: " Per Unire l'Europa è più quello che va abbattuto che quello che va costruito; è necessario disfarsi di molti pregiudizi, pusillanimità e un'infinità di rancori, sono queste le catene che dobbiamo rompere. Senza questo lavoro interiore che ognuno deve affrontare in prima persona non arriveremo mai ad essere cittadini europei o ancora peggio non saremo mai persone".
Per conoscere la realtà è necessario nutrire un profondo affetto per il lavoro, cioè se amiamo quello che facciamo, prestiamo attenzione e se, prestiamo attenzione impariamo, ovvero comprendiamo il significato di quello che facciamo. Un esempio: a Barcellona tutti i giovedì si diffuse l'usanza di smettere di lavorare prima del solito perchè i lavoratori potessero andare alla Sagrada Familia a vedere come si lavorava lì. Gaudì afferma che il lavoro è frutto della collaborazione e questa può essere basata solo sull'amore. L'architetto deve saper trarre vantaggio da ciò che gli operai sanno e possono fare [...] La questione è scoprire quale utilità può avere ognuno." Chi collaborava con questi uomini sentiva di partecipare ad un'impresa storica e di essere protagonista di un progetto importante (Sagrada Familia e l'Europa).
Anche le foto parlano di questa verità e ci viene testimoniato nella mostra dalla splendida foto dove i tre capi di stato, in uno splendido giardino, seduti su uno sdraio, godendosi la vita possono discutere dell'Europa e della sua creazione quale fatto non scollegato dalla vita ma impregnato del loro modo di concepire la vita e l'amicizia.
La terza sezione dal titolo "Our hope: faithfullness to the origin"( la nostra speranza: fedeltà all'origine ci introduce a che cosa è alla base dell'agire di questi uomini.
Ci dice De Gasperi: "tengo a sottolineare che questa decisione è stata facile, poichè il signor Schuman e io abbiamo trovato nei nostri colleghi di Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo avevano le nostre stesse speranze" e continua il politico italiano: " Poichè, non è un paradosso, più la società umana si dilata, più si sente una. Nel loro istinto oscuro, ancor prima che si faccia luce nei loro cuori , gli uomini portano già ciò che Dio desidera da parte loro, Ut Unum Sint".
Come per l'Europa anche nella Sagrada Familia questa dinamica prende forma, infatti alla costruzione collaborano le corporazioni delle arti e dei mestieri. Si scopre quindi che a sorreggere il tempio non è il prestigio di un singolo.
Volle realizzare completamente la prima facciata della Natività, contravvenendo alle regole comuni di costruzione che prevedono prima lo sviluppo del perimetro della costruzione, perchè voleva che chiunque levasse lo sguardo alla facciata desiderasse il compimento di tutta la Cattedrale. Compimento dell'Opera e, per analogia, compimento della propria vita che dal bene presente tende verso una pienezza futura. Gaudì completò la Facciata della Natività perchè solo la bellezza presente è in grado di muovere il desiderio anche di concludere tutta la Cattedrale, infatti alzando lo sguardo chiunque non può non chiedersi quando sarà compiuta.
Oltre ai pannelli la mostra conterrà 4 modelli in scala della Sagrada Familia, e una cassaforma.
ogni visitatore può depositare una tessera colorata con scritto il proprio nome. Una volta conclusa la mostra, la cassaforma verrà portata a Barcellona, e il calco farà parte del pinnacolo su una guglia della Sagrada Familia. Ci sarà quindi un cossiddetto pinnacolo di Ferrara. La Cattedrale infatti, come al tempo di Gaudì, viene ancora costruita attraverso le donazioni e l'opera del popolo a cui collaborerà anche la cittadinanza di Ferrara.
Per visitare la mostra ed essere introdotti ai temi appena descritti sarà possibile prenotare le visite guidate sia da parte delle scuole, che da parte di gruppi di persone che vorranno visitare la mostra, presso la Fondazione Zanotti al numero 0532 243258 oppure tramite mail all'indirizzo fondazionezanotti@libero.it.
Attualmente 50 studenti dell'Ateneo di Ferrara sono a Barcellona per incontrare Sotoo e Diego Giordani (curatori della mostra), per coltivare questa passione che sarà il motore delle presentazioni.
La Fondazione Enrico Zanotti, con questa iniziativa intende realizzare il suo scopo istituzionale, che è quello di accompagnare la crescita dei giovani e il loro inserimento nella vita attiva. Infatti il vero soggetto di questa mostra non sono i pannelli, ma i ragazzi che chiunque potrà incontrare visitandola.