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SALONE DEL RESTAURO - Incontro nello stand del Comune di Ferrara (25 marzo 2010)

Presentazione del programma 2010-2012 sul cinema ferrarese: da Sani a Ragazzi, Vancini e Antonioni

25-03-2010 / Giorno per giorno

Nell'ambito del Salone dell'Arte del Restauro e della conservazione dei Beni Culturali e Ambientali, questo pomeriggio (giovedì 25 marzo) nello stand del Comune di Ferrara si è svolto un incontro dal titolo "Presentazione del programma 2010-2012 sul cinema ferrarese. Esigenze di restauro". L'appuntamento, aperto dall'assessore comunale alla Cultura Massimo Maisto, ha visto la partecipazione di Gianna Vancini, Massimo Marchetti e Paolo Micalizzi.
L'Amministrazione comunale - Assessorato alla Cultura, sta approntando per il triennio 2010-2012 un lavoro progettuale sul cinema ferrarese. Già l'anno scorso è stata proposta una attività di ricerca e studio sul regista Massimo Sani, con la pubblicazione di un quaderno ricco di notizie e documenti. Quest'anno, a maggio, sono già in programma serate dedicate a Renzo Ragazzi nel corso delle quali verranno ricostruite le filmografie e i percorsi critici. Sempre su Sani e Ragazzi è poi prevista la pubblicazione - curata dal giornalista e critico cinematografico Paolo Micalizzi - di due volumi frutto della ricerca effettuata sui due esponenti del cinema ferrarese.
Il 2011 sarà l'anno Florestano Vancini e presto verrà definito un programma di rassegne e studi a lui dedicati. Infine nel 2012, in occasione del centenario della nascita di Michelangelo Antonioni, il Comune di Ferrara insieme a Ferrara Arte assemblerà un progetto basato sulle diverse forme artistiche esplorate dal noto e apprezzato regista ferrarese. Tutto questo per costruire attorno al cinema ferrarese un percorso di approfondimento e studio di alto valore che poi resti nel tempo come patrimonio culturale non solo della città.

Note sulla necessità del recupero dei film in pellicola
di Massimo Marchetti
La straordinaria importanza che i documenti filmici rivestono nella nostra cultura ha fatto sì che il Novecento sia stato definito "il secolo delle immagini in movimento". Queste vaste porzioni della nostra memoria, questo imprescindibile bacino di cultura, in certi casi queste grandi opere d'arte, stanno attraversando da ormai diversi anni un altissimo pericolo di cancellazione. A causa di un processo chimico di deterioramento del nitrato di cellulosa, sostanza chimica facilmente infiammabile e alterabile di cui era composto lo strato sensibile della pellicola cinematografica fino agli anni cinquanta, è ormai noto che stiamo rischiando la perdita di molti dei film realizzati dagli inizi fino alla metà del secolo scorso. Si calcola addirittura che oltre il 75% dei film delle origini sia andato irrimediabilmente perduto. Il problema è stato affrontato in ambito scientifico e attraverso la ricerca si stanno seguendo diversi percorsi per costituire una specifica metodologia di restauro filmico che permetta la conservazione del materiale cinematografico. In diversi corsi di cinema delle università italiane vi sono infatti dei moduli specifici di restauro delle pellicole, ma purtroppo attualmente non esiste ancora una tecnica ottimale. Nonostante la diversa composizione chimica, con le pellicole contemporanee la questione continua comunque a essere viva, tanto che a distanza di meno di un decennio, se non conservate in condizioni ottimali, ovvero a temperature controllate, e dopo ripetuti passaggi in sala, esse presentano già un grado di usura notevole. È soprattutto per questo motivo che è sempre più difficile organizzare rassegne su pellicola a distanza di molti anni dalla loro realizzazione. Ad esempio, di un film come La Signora senza camelie di Antonioni in presso le cineteche italiane è rintracciabile solo una copia proiettabile, mentre di un bellissimo film da riscoprire come La Banda Casaroli di Vancini si trova solo una copia in 16 mm a Bologna. Altre copie di questi film che erano conservate sono state consumate dal tempo, altre ancora potrebbero essere in mano a privati collezionisti, ma ciò è indicativo dei margini strettissimi in cui ci si deve muovere non solo nell'organizzazione di eventi culturali, ma nella stessa possibilità di tramandare il nostro patrimonio culturale.
Infatti è questo specifico aspetto culturale a essere al centro della questione relativa alla fragilità delle pellicole. Se i restauri, quando si riescono a realizzare, portano fortunatamente a salvare delle opere anche in formati digitali, resta aperta la questione del valore di una proiezione in pellicola all'interno di una sala cinematografica, quindi nelle condizioni in cui l'autore aveva pensato il proprio film. Difatti, se presso i media il dibattito sulla qualità della visione cinematografica interessa relativamente poco, perché certe modalità "casalinghe" sono ormai da tempo entrate nell'abitudine per la loro estrema comodità, ciò non significa che la differenza di percezione tra un film in pellicola e uno in dvd non possa essere considerato alla stregua di un "bene" da tutelare. Il Comune di Ferrara intende per questo svolgere una valorizzazione di tipo scientifico del cinema dei propri maestri. Anziché promuovere proiezioni facilmente organizzabili a partire da supporti digitali o magnetici, che nulla aggiungerebbero a ciò che già è nella cultura della visione degli spettatore più giovani, il Comune sta compiendo una perlustrazione globale sullo stato di conservazione e disponibilità di queste filmografie, una ricerca preliminare all'ideazione di attività specifiche che permettano un'indagine di studio. La celebrazione di protagonisti della storia del cinema come Michelangelo Antonioni e Florestano Vancini non avrebbe senso se si risolvesse in rassegne di tipo "televisivo", ma deve diventare un'occasione concreta di studio e approfondimento delle loro opere, un momento in cui si aggiunge materia nuova alla conoscenza. Questa prospettiva può essere possibile solo in presenza di un approccio filologico senza cedere all'impellenza del "fare a tutti i costi". Ad esempio, che rilevanza ha avuto la fotografia giocata su raffinate tonalità di grigio del finale della Notte? Sappiamo che Antonioni considerava questi aspetti cromatici fondamentali, e leggendo i commenti dei critici dell'epoca ne troviamo conferma, ma a questa domanda una copia proiettata da dvd non potrebbe darci risposte soddisfacenti. Un discorso ulteriore sarebbe da fare a proposito della ricostituzione di sequenze originali mutilate dalla censura o da altri tipi di scelte. Anche in questo caso la ricerca delle copie in pellicola è l'unica strada per ottenere dei risultati, e poter rendere nuovamente attuali opere che hanno contribuito alla costituzione della nostra cultura.