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ARCHIVIO STORICO COMUNALE - Giovedì 5 aprile alle 17 il primo incontro

'L'immagine in archivio', ciclo dedicato alla fotografia e al documento visivo

03-04-2012 / Giorno per giorno

E' dedicato alla fotografia e al documento visivo il ciclo di incontri 'L'immagine in archivio' che prenderà il via all'Archivio Storico Comunale (via Giuoco del Pallone 8) giovedì 5 aprile alle 17.
La rassegna, sviluppata da Roberto Roda per il Centro Etnografico Ferrarese e l'Archivio Storico Comunale, offrirà presentazioni di libri fotografici, audiovisivi e mostre fotografiche il cui denominatore unificante è rappresentato dall'importanza della fotografia storica e di quella documentaria. Si inizia dunque giovedì 5 aprile con l'incontro "Immagini dal silenzio" in cui verrà presentato al pubblico ferrarese il volume 'Il rimpianto del nido. L'Aquila e il suo territorio a due anni dal terremoto', fotografie di Giovanni Corazza con la collaborazione di Simona Guerrini. Stampato per i tipi delle edizioni Baraldi di Cento. All'incontro in Archivio Storico Comunale saranno presenti gli autori. Introdurrà Roberto Roda.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) - "Il rimpianto del nido. L'Aquila e il suo territorio a due anni dal terremoto" è un agile ed elegante volume fotografico prodotto dall'Associazione culturale ferrarese "Occhiomagico" sodalizio che ha come scopo quello di promuovere la produzione di video e fotografie su temi di carattere ambientalista, sociale, didattico. Il libro presenta i risultati di un lavoro di documentazione condotto, nell'estate 2011, nei territori aquilani dal fotografo Giovanni Corazza con la collaborazione di Simona Guerrini.
Spiega Occhiomagico che, da tempo, i media hanno spento i loro riflettori sull'Abruzzo terremotato. Legittimo, dunque, chiedersi quale sia la reale situazione odierna. Le rigorose foto di Giovanni Corazza e Simona Guerrini inquadrano efficacemente la situazione di una ricostruzione che appare ancora davvero lontana. Non si tratta di immagini urlate, di un reportage d'assalto. L'occhio è quello di chi è rispettoso del dolore e della tragedia, ma nutre il timore che i centri storici devastati dal sisma nella primavera del 2009 possano finire dimenticati. Corazza, Guerrini e Occhiomagico pensano che ancora non si è detto abbastanza, sono preoccupati che la precarietà dell'emergenza diventi normalità, che la devastazione degli edifici possa trasformarsi in una devastazione antropologica che si nutre della perdita della memoria e dell'annullamento delle radici storiche e culturali. Il rimpianto del nido è allora, simbolicamente, quello di chi, subendo lo scorrere del tempo, non riesce ancora ad intravvedere la speranza di un agognato "ritorno al nido domestico".
La presentazione de "Il rimpianto del nido" è anche l'occasione per riflettere sullo stato della documentazione visiva del territorio in Italia e sulla possibilità di utili sinergie fra l'associazionismo fotografico e gli enti locali.
Gli enti pubblici preposti alla conoscenza e alla tutela del territorio, hanno infatti rinunciato da tempo a sostenere utili campagne fotografiche di documentazione. Si imputa la responsabilità alle ristrettezze economiche. Le grandi campagne fotografiche che negli anni 70-90 videro in primo piano fra gli altri l'IBC della Regione Emilia-Romagna, la Regione Lombardia e pure il Comune di Ferrara, appaiono lontane e quasi dimenticate. Siamo ormai in un'epoca dove il digitale e i fotofonini danno l'impressione che si debbano raccogliere immagini in ogni momento e in ogni dove. In realtà si scatta tantissimo, ma senza metodo e alla fine si conserva ben poco. I nostri territori, paradossalmente, saranno meglio documentati dalla elitaria fotografia dell'Ottocento piuttosto che dalla popolarizzazione della rivoluzione digitale. In una tale situazione di generale "deregulation documentaria", un grande aiuto agli enti pubblici e territoriali e ai loro archivi può arrivare da un associazionismo culturale e fotoamatoriale ben motivato e metodologicamente preparato. La ricerca condotta dall'associazione culturale ferrarese "Occhio Magico" nei territori del sisma aquilano è un buon esempio di queste possibilità e, non a caso, questo lavoro è già stato utilizzato in alcune attività universitarie del Politecnico di Milano.