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Domenica 1 settembre 2024 a partire dalle 17:15 al campo sportivo di Villanova (via Ponte Assa 22) si terrà la cerimonia di intitolazione del piazzale di Villanova a Don Fabio Soncin e del campo sportivo ad Attilio Veronesi.
Prenderanno parola l'assessore del Comune di Ferrara con delega alle Frazioni Nicola Lodi e Claudio Franzoni, cittadino di Villanova che ricorderà Veronesi e Soncin. Presenti anche i parenti e gli affetti delle due figure di spicco care alla comunità della frazione.
Accompagneranno musicalmente la cerimonia la Banda Filarmonica Ludovico Ariosto della città di Ferrara e la Banda di Cona.

La cittadinanza, i giornalisti, fotografi e operatori video sono invitati a partecipare.

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AGGIORNAMENTO DI DOMENICA 1 SETTEMBRE 2024 con testi e foto (scaricabili in fondo alla pagina)

Villanova, intitolato il campo sportivo a Mister Attilio Veronesi e il piazzale a Don Fabio Soncin. Assessore Lodi: "Due figure che hanno saputo unire la comunità"

L'omaggio a due personalità di spicco ricordate con affetto dai cittadini della frazione

Settembre, per la comunità di Villanova, inizia con un momento profondo e significativo: sono stati intitolati oggi, infatti, due luoghi della frazione a due figure di spicco che hanno segnato profondamente la storia del territorio: l'allenatore Attilio Veronesi (detto Mister) e Don Fabio Soncin. 

Al primo, è stato intitolato il campo sportivo, mentre al secondo il piazzale poco distante. 

Alla cerimonia era presente l'assessore con delega alle Frazioni Nicola Lodi, che ha ricordato, insieme ai cittadini, agli affetti e ai parenti di Veronesi e Soncin, le due personalità.

"L'Amministrazione ha accolto con piacere la proposta dei cittadini di Villanova di intitolare dei luoghi così significativi a due persone che hanno fatto la differenza per la comunità - ha commentato Lodi -.Don Fabio e il Mister sono due figure che, all'apparenza, possono apparire molto diverse. Ma quello che i due hanno in comune è fondamentale e si può riassumere con un verbo: unire. Fabio e Attilio univano persone, situazioni, comunità, gruppi. Avevano la straordinaria capacità di fare da collante, creare momenti di aggregazione, diffondere uno spirito comunitario e un senso di appartenenza fondamentali e che, ai nostri giorni, sono sempre più difficili da trovare". 

Le intitolazioni sono state accompagnate musicalmente dalla banda Filarmonica Ludovico Ariosto e dalla Banda di Cona. Presente alle cerimonie anche il presdente del Consiglio comunale Federico Soffritti ed ex calciatori allenati da 'mister' Attilio Veronesi . 

>> Cenni storici su Attilio Veronesi e Don Fabio Soncin (a cura di Claudio Franzoni)

Attilio Veronesi 

Attilio Veronesi nasce a Ferrara il 31 maggio del 1931. Come tanti  giovani del suo tempo, amava il gioco del calcio. Per soddisfare la propria passione pensò, non ancora  trentenne, di diventare allenatore, mettendo a frutto le proprie capacità di trascinatore e motivatore da coniugare ad un'idea di  gioco essenziale.

I primi passi li fece guidando, fino al campionato  di Promozione, la Sabbioncellese del presidente Dott. Delfini. Fu in  quel periodo che ebbe inizio la sua collaborazione con il presidente  della SPAL, Paolo Mazza, al quale segnalò diversi calciatori ritenuti  degni di attenzione. Terminata l'esperienza alla guida della Sabbioncellese, si dedicò  alla squadra del proprio paese che partecipava al campionato  amatoriale (UISP), divenendone presidente ed allenatore. Con  "L'Armata", (così veniva soprannominata la squadra di Villanova)  vinse per ben due volte sia il campionato Provinciale, che quello  Regionale negli anni 1975 e 1976. 

Nel 1978 decise di iscriversi al campionato FIGC di Terza Categoria,  dando vita all'A.C. Villanova. Di successo in successo, malgrado le  limitate risorse economiche, la squadra della piccola frazione  arrivò fino alla Prima Categoria, sfiorando addirittura la vittoria del  campionato e facendo gioire i tifosi che la seguivano numerosi  anche dai paesi limitrofi. Attilio Veronesi, infatti, poteva contare su un nutrito gruppo di  calciatori cresciuti in paese e motivati da un orgoglioso senso di appartenenza.

Il "Mister" trascorse gli ultimi anni della sua vita nel ricordo della  moglie spentasi nel 2018 e morì il 25 dicembre del 2021. 

Don Fabio Soncin

Fabio Soncin nasce il 26 aprile 1948 a Baone, ai piedi di una collina confinante con Arquà Petrarca sui colli Euganei. Nel 1963 la famiglia Soncin si trasferisce a Ferrara. Fabio in quegli  anni frequenta la scuola media in seminario, come tanti ragazzini  in quel tempo. Successivamente, scoperta la propria vocazione, continua gli studi di teologia. 

Il 25 maggio 1973 viene ordinato sacerdote dal Vescovo Natale Mosconi che lo invia a Massa Fiscaglia per svolgere il servizio di  cappellano. Vi resta per tre anni, prima di essere nominato parroco  di Villanova, dove giunge l'8 dicembre del 1976 e, nel 1993, l'Arcivescovo Luigi Maverna gli conferisce l'incarico di  guidare anche la parrocchia di Albarea. 

Si deve a lui, ispirato dall'intima devozione alla Beata Vergine di  Fatima, il restauro della splendida statua conservata nella chiesa di  Villanova fin dal 1943. Sempre alla costante ricerca della bellezza e della raffinatezza si è  prodigato nell'opera di rifacimento del presbiterio, dell'altare, del  coro, della cappella del Santissimo, del campanile, della facciata e  del sagrato della chiesa di Villanova. Ad Albarea ha ridato splendore alla chiesa, al campanile e alla canonica. 

Non perdeva occasione per stare insieme alla sua gente. Lo si ricorda nelle serate al bar del paese oppure in  tavolate conviviali in canonica, da lui fortemente volute, o ancora  nelle gite con il suo pullmino. Era coinvolto in ogni iniziativa che potesse portare lustro alle sue  comunità: una su tutte il Carnevale dei bambini di Villanova che,  con le sfilate di carri allegorici, ha riempito di visitatori le strade del  paese, nelle edizioni che vanno dal 1981 al 1985 e di cui si è fatto promotore ed anima. 

Il 27 luglio 2006, dopo una breve e incurabile malattia, Don Fabio si spense, lasciando nello sconforto le comunità che tanto amava.

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