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Al via dal 12 aprile i lavori di ricostruzione del paramento murario

Ritorno alla veste originaria per il baluardo di Santa Maria della Fortezza

09-04-2010 / Giorno per giorno

Saranno le regole del 'Manuale del restauro', adottato per il Progetto Mura degli anni '80 e '90, a guidare la ricostruzione del baluardo di Santa Maria della Fortezza che prenderà il via il prossimo 12 aprile.
Una prima fase dell'intervento, progettato dai tecnici del servizio Beni monumentali del Comune sulla base di approfondite ricerche storiche, è già stata portata a termine con la messa in sicurezza della struttura, danneggiata dal crollo di parte del paramento murario, e con la bonifica dell'area dal rischio di ordigni residuati bellici.
La seconda parte dell'opera, al via da lunedì prossimo, sarà invece mirata alla ricostruzione del paramento murario secondo le sue forme originarie e comporterà una fase iniziale di scavo del terreno e una successiva fase di costruzione della muratura in mattoni. La realizzazione del manufatto avverrà in due tempi distinti, lasciando cioè, per tutta l'altezza della nuova sezione, due fasce incomplete della profondità di tre-quattro teste di mattoni con funzione di giunto strutturale, da completare, sempre in mattoni, in un secondo momento, ad avvenuto assestamento dell'opera, secondo i dettami del Manuale del restauro.
"Si tratta - sottolinea al proposito l'assessore ai Lavori pubblici e Beni monumentali Aldo Modonesi - di un intervento di indubbio rilievo sia sul piano tecnico che estetico, per la progettazione del quale è stata tratta ispirazione dalle linee guida della grande opera di restauro che ha reso famose le mura di Ferrara. Ancora una volta, con questi lavori - aggiunge Modonesi - l'Amministrazione comunale dà prova della propria attenzione nei confronti dell'inestimabile patrimonio monumentale rappresentato dalla cinta muraria cittadina che sarà oggetto, tra l'altro, nei prossimi anni di un nuovo complesso piano di recupero". Il progetto, che il Comune ha recentemente candidato alla ripartizione dei fondi statali dell'8 per mille, prevede un'ampia serie di interventi di ripristino e manutenzione sia della cortina muraria che dei percorsi ciclopedonali presenti nel vallo, da realizzare nel triennio 2010-2012, per una spesa complessivamente prevista di 600mila euro.
Per la ricostruzione del baluardo di Santa Maria della Fortezza è invece prevista una spesa di 235mila euro, in parte finanziata con fondi Arcus (Società per lo sviluppo dell'arte, della culturale e dello spettacolo, costituita dal ministero per i Beni culturali), e in parte con proventi da concessioni edilizie e prestiti obbligazionari.
I lavori saranno realizzati dall'impresa Cipea di Bologna, con la direzione affidata all'architetto Clara Coppini del Servizio Beni monumentali del Comune e con la consulenza strutturale dell'ingegner Giuliano Mezzadri di Ferrara. I tempi di esecuzione sono previsti in 180 giorni continuativi, con una sosta tecnica strutturale, della durata di 50 giorni, durante la quale si potrà svolgere, tra l'altro, l'annuale manifestazione della "Giostra del Monaco".

Note storiche:
Situato nella zona sud ovest di Ferrara, tra le vie IV Novembre e Ticchioni, il baluardo è inserito nella cortina muraria della città e costituiva parte integrante, assieme al baluardo di San Paolo, dell'antica fortezza pontificia.
Numerosi sono stati i rimaneggiamenti e le demolizioni che, secondo le informazioni storiche a disposizione, il bastione ha subito nel corso dei secoli, dopo la costruzione della fortezza agli inizi del '600. Già in epoca napoleonica venne infatti eseguito un primo generale smantellamento di tutti i bastioni della fortificazione pontificia, poi ricostruiti dagli austriaci, entro la metà dell'800. Ma le trasformazioni principali del baluardo si ebbero a partire dal 1859, con la decisione del governo provvisorio di Ferrara di demolire la fortezza e i suoi tre baluardi rivolti verso la città.
Nei sei anni successivi il bastione di Santa Maria venne ricostruito assieme a quello di San Paolo, ma il suo aspetto odierno è da attribuire agli interventi di restauro effettuati nel secondo dopoguerra e resi necessari dal cattivo stato di conservazione della struttura, oggetto di crolli già a partire dagli anni '20. Dall'analisi della tessitura dei mattoni è tuttavia emersa la scarsa perizia con cui questi ultimi interventi sono stati eseguiti e a cui vanno dunque attribuite le cause del recente crollo. La muratura è stata infatti realizzata con strutture eccessivamente leggere per sopportare il carico del terrapieno e con tecnologie inadeguate rispetto alla portata e alle finalità dell'opera.