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CULTURA - Venerdì 31 gennaio 2025 alle 17:30 al centro Il Quadrifoglio (viale Savonuzzi 54, Pontelagoscuro)

"Bruno Buozzi - A 80 anni dal suo assassinio": anteprima nazionale del docufilm

29-01-2025 / Giorno per giorno

Presentazione in anteprima nazionale del docufilm "Bruno Buozzi - A 80 anni dal suo assassinio" in calendario venerdì 31 gennaio 2025 alle 17:30 al Centro di promozione sociale Il Quadrifoglio (viale Girolamo Savonuzzi 54, Pontelagoscuro, Ferrara), in occasione del 144° anniversario della nascita a Pontelagoscuro. Tra i più autorevoli sindacalisti italiani della prima metà del Novecento e deputato socialista dal 1919 al 1926, Buozzi (Pontelagoscuro 31 gennaio 1881 - Roma il 4 giugno 1944) viene eletto segretario generale della Federazione italiana operai metallurgici-FIOM nel 1911 e conservò la carica ininterrottamente sino al 1926.

Bruno Buozzi è nato a Pontelagoscuro il 31 gennaio 1881. Nell'80° anniversario della sua uccisione, avvenuta il 4 giugno 1944, la Fondazione a lui dedicata ha realizzato un docufilm per illustrarne la vita e le opere. Nel cortometraggio non manca una citazione di Pontelagoscuro, che ogni anno dedica un ricordo o un evento alla sua memoria.

Programma di venerdì 31 gennaio 2025
ore 17:30 In apertura "La ballata di Bruno Buozzi, tratta dallo spettacolo "IL PAESE CHE NON C'E'" del Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro;
ore 17:45 presentazione di:
GIORGIO BENVENUTO, presidente Fondazione Bruno Buozzi
MARCO ZEPPIERI, Comitato Scientifico Fondazione Bruno Buozzi
DON LUCIANO DOMENEGHETTI, parroco di Pontelagoscuro
ore 18:15 reading di brani di Bruno Buozzi di NATASHA CZERTOK del Teatro Nucleo;
ore 18:30 Proiezione del docu-film
ore 19:15 Conclusione

Il docu-film, che beneficia del contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è realizzato da:
MARIA LUISA FORENZA, ricerca storica, soggetto, regia e montaggio;
CLAUDIO CASTANA, aiuto regia, fotografia, riprese;
PIERPAOLO LANFRANCOTTI e LUCA OLIVIERO, riprese aeree con droni;
FRANCESCO PICCIIRLLO, montaggio e riprese
PIETRO PEDRAZZOLI, collaborazione
ELEONORA CALONACI, permessi riprese aeree.

Nella fase iniziale della realizzazione del docufilm la regista, con Marco Zeppieri, sono stati accompagnati dalla Pro loco tra le case e vie di Pontelagoscuro Vecchio per conoscere i luoghi dell'infanzia di Bruno Buozzi, che vengono richiamati con immagini inserite nel docu-film.
Il paese ovviamente non è più quello di 144 anni fa, le distruzioni della guerra hanno completamente cancellato le case, i palazzi, le vie, le chiese, le industrie tra le quali si sviluppava la personalità di Buozzi, ma non sfugge un atroce pensiero: mentre a Pontelagoscuro le bombe distruggevano la vita di un intero paese, a 400 km in località La Storta fuori Roma un gruppo di assassini distruggeva la vita del suo figlio più illustre.

Iniziativa a cura della Fondazione Bruno Buozzi con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di Pro loco Pontelagoscuro, centro di promozione sociale Il Quadrifoglio e Teatro Nucleo

Info su Bruno Buozzi anche sulla pagina www.prolocopontelagoscuro.it/bruno-buozzi/buozzi-biografia-breve/ e sui i siti web https://www.fondazionebrunobuozzi.eu/, https://www.prolocopontelagoscuro.it/bruno-buozzi/

LA SCHEDA  a cura degli organizzatori - Il 4 giugno del 2024 si è celebrato l'ottantesimo anniversario dell'assassinio di Bruno Buozzi avvenuto in località ‘La Storta', fuori Roma, il 4 giugno del 1944.
Per ricordare l'anniversario la Fondazione a lui dedicata ha intrapreso nel 2024 la realizzazione di un film documentario sulla sua vita toccando tutte le città dove fu attivo.
Dapprima Pontelagoscuro, oggi comune di Ferrara, dove nacque il 31 gennaio del 1881, poi Milano, Torino, Parigi (dove andò in esilio), Montefalco in provincia di Perugia (dove fu confinato) e infine, dopo l'8 settembre del 1943, Roma dove morì.

Ricollocare Bruno Buozzi nel suo tempo (sarebbe meglio dire nei suoi diversi tempi) è una operazione per un verso frustrante per un altro stimolante. Il docu-film non vuole essere la classica biografia, cioè un elenco di fatti succedutisi nel tempo che hanno riguardato il protagonista della narrazione. Il tentativo è soprattutto quello di raccontare la personalità dell'uomo all'interno di uno tra i contesti storici più travagliati. Di qui la scelta di utilizzare come strumenti di lettura le analisi di grandi storici e filosofi, i racconti di chi gli è stato vicino, le critiche dei suoi avversari. L'aspetto frustrante dell'iniziativa riguarda i materiali che accompagnano la figura del primo grande sindacalista italiano: inferiori in quantità (e forse anche in qualità) alla rilevanza del personaggio che non ha goduto della stessa popolarità di Giuseppe Di Vittorio pur essendo stato, molto più del segretario della Cgil, al centro di crocevia che hanno scandito l'evoluzione del nostro Paese. Probabilmente il minore interesse deriva dal fatto che è scomparso prima della fine della seconda guerra mondiale. Il 25 aprile 1945 è quasi una linea di confine: chi non l'ha varcata, alla fine è stato un po' dimenticato.

Buozzi ha invece attraversato da protagonista quattro grandi fasi della vicenda collettiva italiana. Da segretario dei metalmeccanici ha vissuto gli anni del "giolittismo", il primo "boom economico" italiano, la prima globalizzazione che termina sulla soglia della Grande Guerra. Quindi, il Biennio Rosso e la nascita dei partiti di massa favorita dal suffragio universale e dalla legge proporzionale; e ancora, la crisi del sistema liberale, l'avvento del fascismo, l'affermazione di un regime che annulla le libertà; infine, la semina, attraverso la Resistenza, dei princìpi che ispireranno la nuova Italia democratica. In questo tumulto ha occupato una posizione centrale. Nella nuova Italia che la Resistenza preparava (ben sette Brigate Matteotti presero il suo nome) avrebbe potuto svolgere un ruolo decisivo.

Da primo segretario generale della Cgil rinata unitariamente; o nel governo. Nel partito socialista la sua autorevolezza eguagliava quella di Pietro Nenni e forse tra i lavoratori delle fabbriche del nord la superava. Faceva parte di quella generazione di dirigenti politici nati tra gli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento che avevano conosciuto i sistemi liberali spazzati via dal nazismo e dal fascismo. A quegli uomini l'Europa decise di affidarsi per far risorgere dalle macerie un nuovo mondo: Konrad Adenauer era nato nel 1876, Luigi Einaudi nel 1874, Alcide De Gasperi nello stesso anno di Buozzi, il 1881. Come ha sottolineato Tony Judt in "Postwar", la scelta fu ispirata dal fatto che «mentre la prima guerra mondiale aveva prodotto politicizzazione e radicalismo, la seconda ebbe un effetto opposto: un profondo desiderio di normalità».
Il 4 giugno 1944 alla Storta non muore un comprimario.

Immagini scaricabili:

Bruno Buozzi Locandina docufilm su Bruno Buozzi Bruno Buozzi Base invito per veneto Bruno Buozzi Bruno Buozzi