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BIBLIOTECA ARIOSTEA - Giovedì 17 maggio alle 17.30 nella sala Agnelli

Viaggio nelle canzoni di David Bowie con Daniele Nanni e Stefano Caracciolo

15-05-2012 / Giorno per giorno

Giovedì 17 maggio alle 17.30 nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea (via Scienze 17), per il ciclo 'Anatomie della mente' Daniele Nanni e Stefano Caracciolo (ordinario di Psicologia Clinica dell'Università di Ferrara) interverranno su "Starman! David Bowie: l'uomo che cadde sulla terra - Un viaggio fantascientifico nel cronospazio attraverso le canzoni del 'Duca Bianco'". Nel corso della conferenza saranno eseguiti 'unplugged', frammenti esemplificativi delle canzoni di David Bowie.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)- David Robert Jones nasce a Brixton, Londra, l'8 gennaio 1947. La madre, Margaret Mary Burns, soprannominata Peggy, ha già avuto un figlio, Terry, da un precedente matrimonio e fa la maschera in un cinema del quartiere. Il padre, Haywood Stenton Jones, reduce di guerra, lavora come impiegato. Il fratello Terry, dopo il Servizio militare nella Royal Air Force, mostra chiari sintomi di schizofrenia e sarà a lungo ricoverato in ospedale psichiatrico per poi morire suicida nel 1985 gettandosi da un ponte. "Mio fratello Terry ha avuto una grandissima influenza sulla mia vita" confesserà David anni più tardi "mi ha fatto conoscere autori che certo non consigliavano a scuola, come J. Kerouac, A. Ginsberg, E .E. Cummings, e mi ha fatto avvicinare al jazz e al rock'n'roll americani. Eravamo molto simili e guardando lui temevo per me stesso". Alla morte del fratello Bowie dedicherà nel 1993 la canzone Jump, They Say ( Salta, gli dicono) con una chiara allusione alle voci allucinatorie da cui Terry era perseguitato.
Ma è possibile ricondurre tutta la vita creativa di un artista multiforme come David Bowie, musicista e cantante, mimo con Lindsay Kemp ed attore cinematografico, pittore e scultore, ad una fuga dalla malattia mentale? Come si sviluppa la sua camaleontica identità, quasi da vero Leonard Zelig, sull'onda dell'angoscia della follia?
Lo studio psicobiografico di Bowie, basato essenzialmente sui testi delle canzoni più che non sulle fonti biografiche e di cronaca, naturalmente, più che mai in questo caso, poco attendibili, suggerisce che i fattori genetici dei disturbi mentali non siano, quindi una sentenza inappellabile e che gli artisti 'toccati dal fuoco' delle malattie mentali, anche se di striscio come David Bowie, possano poi trovare soluzioni differenti nella loro vita e sfuggire al destino. E, naturalmente, questo non vale solo per gli artisti ma per tutti noi….