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BIBLIOTECA ARIOSTEA - Venerdì 18 maggio alle 16.30. Ciclo di conversazioni 'Il presente remoto

Roberto Roda presenta 'Storia e immaginario dei mulini natanti che stavano sul Po'

16-05-2012 / Giorno per giorno

Prosegue con un nuovo appuntamento, venerdì 18 maggio alle 16.30 alla sala Agnelli della biblioteca comunale Ariostea (via Scienze 17), il ciclo di conversazioni etno-antropologiche 'Il presente remoto 2012'. Roberto Roda del Centro di Documentazione storica del Comune di Ferrara e curatore della rassegna presenterà "Chi va al mulino s'infarina - Storia e immaginario dei mulini natanti che stavano sul Po (e su molti altri fiumi padani)'. La conversazione di Roda cercherà in maniera divulgativa di chiarire lo sviluppo storico e tecnico dei mulini natanti e di quelli del Po in particolare e più in generale darà conto di quell'immaginario, ricchissimo e variegato, che le società tradizionali dell'Italia settentrionale hanno riversato sul mulino, sulla figura del mugnaio, sull'arte molitoria.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori) - "Il Mulino del Po" di Riccardo Bacchelli, uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, ha contribuito a mantenere viva la memoria degli opifici galleggianti, rimasti per secoli a punteggiare il medio e basso corso del grande fiume padano. Erano più di 250 all'inizio del XX sec., scomparvero tutti fra le due guerre mondiali. Dalle pagine bacchelliane, lette magari sui banchi di scuola, molti nati dopo la seconda guerra mondiale quando già i mulini natanti erano scomparsi, hanno tratto convinzioni non sempre esatte: per esempio che gli opifici galleggianti fossero una peculiarità del Po, che sia effettivamente esistito un mulino chiamato "Dio ti salvi". Nella realtà storica i mulini galleggianti erano presenti su molti corsi d'acqua sia in Italia (Secchia, Adige, Sile…) che all'estero (Francia, Slovenia, ecc.). "Dio ti salvi", poi, non era un nome (i mulini portavano di norma l'appellativo designante di un santo) ma solo una scritta, benaugurale, che molti opifici sfoggiavano invocando la protezione divina contro il pericolo (le piene del fiume, gli incendi…).