CULTURA - Sindaco Fabbri: "Palazzina Marfisa rinasce grazie a importanti investimenti e a una visione nuova per questo spazio museale"
A Ferrara la Palazzina Marfisa d'Este riapre le porte al pubblico con un nuovo percorso accessibile a tutti
05-09-2025 / In evidenza

>> INAUGURAZIONE Palazzina Marfisa d'Este - Scaricabili a fondo pagina FOTO dell'inaugurazione del nuovo percorso museale della Palazzina Marfisa d'Este a Ferrara, che si è svolta nel pomeriggio di venerdì 5 settembre 2025. Presenti fra gli altri il vicesindaco Alessandro Balboni e l'assessore alla Cultura Marco Gulinelli, oltre alla dirigente del Servizio Musei d'Arte Ethel Guidi, e ai conservatori dei Musei d'arte antica Francesca Acqui e Romeo Pio Cristofori.
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Sabato 6 settembre 2025 Palazzina Marfisa d'Este a Ferrara riapre le porte al pubblico. Dopo importanti interventi di consolidamento strutturale e di adeguamento degli impianti, la dimora rinascimentale affacciata su corso Giovecca si presenta alla città in una rinnovata veste museale. Il progetto di allestimento, ideato e coordinato dal Servizio Beni Monumentali, dal Servizio Cultura, Turismo e rapporti con l'Unesco del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte, di concerto con la competente Soprintendenza, ha inteso valorizzare il nobile complesso cinquecentesco, preservandone l'identità architettonica e decorativa, e adeguando gli spazi alle esigenze di conservazione e fruizione contemporanee.
Gli interventi, realizzati nel rispetto delle stratificazioni dell'edificio e delle trasformazioni novecentesche, hanno avuto l'obiettivo di rendere la visita al monumento agevole e inclusiva. L'aggiornamento degli apparati testuali, volto a favorire una comprensione immediata della storia del luogo, i contenuti multimediali, il restauro di tutte le opere esposte e l'attenzione all'accessibilità rendono oggi la Palazzina Marfisa un museo contemporaneo, accogliente e pienamente fruibile.
La Palazzina, costruita tra il 1556 e il 1560 da Francesco d'Este e legata indissolubilmente alla figura della figlia Marfisa, dopo alterne vicende ed usi impropri venne restaurata nei primi anni del Novecento ed allestita nel 1938 da Nino Barbantini, con l'intento di farne uno spazio di rappresentanza per la città che evocasse al contempo una dimora rinascimentale attraverso l'acquisto sul mercato antiquario di arredi, oggetti e opere cinque, sei e settecentesche. Questo allestimento scenografico, economicamente sostenuto dall'allora Cassa di Risparmio di Ferrara (oggi BPER Banca) proprietaria degli arredi, ha perso tuttavia nel corso dei decenni la sua originaria fisionomia. Emblematico è il caso dell'arazzo seicentesco della Manifattura di Oudenaarde raffigurante Giuditta decapita Oloferne rimosso dalla Palazzina ed esposto presso il Palazzo Municipale fin dagli anni Cinquanta, o i numerosi oggetti originariamente posizionati sugli arredi e successivamente collocati per ragioni conservative e di sicurezza in vetrine museali.
Il nuovo percorso espositivo nasce grazie alla collaborazione con BPER Banca, proprietaria degli arredi e delle opere storiche, e si arricchisce ulteriormente di medaglie, monete e ceramiche provenienti dalle collezioni civiche e dalle raccolte della Fondazione Estense. Il nuovo percorso consente di delineare con maggiore chiarezza la storia della dimora rinascimentale, dei suoi utilizzi e delle sue trasformazioni, come pure quelle dei suoi protagonisti: Francesco d'Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia e fondatore della dimora; Marfisa, sua figlia e figura chiave della vita culturale ferrarese tra Cinque e Seicento; Nino Barbantini, a cui si deve il recupero della Palazzina negli anni Trenta.
La Palazzina viene valorizzata anche dal nuovo sistema di illuminazione, progettato per esaltare le preziose decorazioni interne. La luce, calibrata in armonia con quella naturale proveniente dalle ampie finestre, consente di ammirare come mai prima d'ora i celebri soffitti a grottesche, rivelandone dettagli e particolari finora rimasti in ombra. Il riallestimento, inoltre, ha reso le sale pienamente accessibili come indispensabile secondo i moderni e più avveduti orientamenti museografici: non solo dal punto di vista architettonico, grazie alle rampe che permettono di superare i dislivelli interni, ma anche attraverso strumenti che ampliano le modalità di visita, come l'audioguida disponibile in italiano, inglese e LIS (Lingua italiana dei segni), il percorso tattile con riproduzioni di alcuni oggetti e le schede multisensoriali.
"Palazzina Marfisa d'Este, edificio di straordinario valore per la città, rinasce oggi grazie ad importanti investimenti - sottolinea il sindaco Alan Fabbri - e ad una visione nuova per questo spazio museale che, grazie al suo nome, ci ricorda e rende tangibile il ruolo essenziale della presenza femminile nella Ferrara estense. Finalmente questo luogo, straordinario per il suo legame con il Rinascimento e con il progetto di Barbantini del secolo scorso, riaprirà al pubblico rinnovato e accessibile a tutti. La Palazzina è parte integrante di un piano strategico di recupero, miglioramento e valorizzazione di palazzi, dimore ed edifici storici di Ferrara che, tassello dopo tassello, intende restituire ai cittadini e ai turisti - che sempre più animano la città - i luoghi della cultura e dell'arte di Ferrara, patrimonio Unesco".
"Sono questi anni importanti per i musei della nostra città - sottolinea l'assessore alla Cultura Marco Gulinelli - i lavori post sisma 2012 hanno comportato chiusure dolorose, ma le riaperture restituiscono spazi completamente rinnovati. Ne derivano nuovi allestimenti che consentono la migliore valorizzazione delle collezioni e al contempo rispondono alle normative più aggiornate in materia di accessibilità e inclusività. L'intervento riconsegna una palazzina migliorata sotto il profilo strutturale e valorizzata sotto quello storico, architettonico e decorativo, così da tornare ad essere una delle sedi della ricca offerta culturale che sviluppando per la città e per i visitatori. L'inaugurazione di questo museo aggiunge perciò un grande motivo di soddisfazione, proprio in occasione delle celebrazioni per il trentennale dell'inserimento di Ferrara nella lista del patrimonio Unesco".
Il progetto di allestimento
Il progetto museografico è stato concepito per rispondere alle molteplici esigenze che si sono presentate a seguito degli interventi di restauro e ristrutturazione: la necessità di dare spazio a una narrazione volta a far conoscere la storia dell'edificio oltre che di esporre e valorizzare le collezioni in una modalità consona alla conservazione museale, la volontà di far riscoprire i soffitti a grottesche rimasti in ombra per molti anni, l'esigenza di rendere gli spazi accessibili, sia in termini di barriere architettoniche, sia in termini di inclusività più largamente intesa.
Il percorso espositivo si configura per aggiunta, rispettando e convivendo con l'importante e storicizzata presenza dell'allestimento di Nino Barbantini del 1938. I nuovi elementi progettuali dialogano con l'architettura storica, ma allo stesso tempo se ne distaccano, conferendo all'allestimento un'identità visiva coerente e riconoscibile, come il nuovo filo narrativo al quale approcciarsi per una comprensione a 360 gradi.
Il museo è articolato in 8 sale, con 162 oggetti esposti, integrazioni multimediali e l'insieme dei supporti alla visita che aiutano a conoscere la storia dell'edificio, dei protagonisti e del celebre allestimento barbantiniano.
Il progetto architettonico si sviluppa attraverso dispositivi spaziali dalle geometrie semplici e rigorose e apparati espositivi integrati, dotati di rampe d'accesso perfettamente accessibili per superare il dislivello della porzione centrale della Palazzina. Il disegno delle vetrine museali e degli stativi progettati ad hoc per ogni opera scaturisce dall'equilibrio tra le caratteristiche di ciascun ambiente e la ricerca del miglior metodo di presentazione per ogni tipologia di oggetti (medaglie e monete, ceramiche, strumenti musicali, busti, sculture...).
Tutti le nuove strutture sono trattate con una tinta solare metallica, che riflette la luce con intensità vibrante e che ha la peculiarità di rendere evanescenti i volumi quando la luce naturale li colpisce, conferendo all'allestimento un carattere leggero e rispettoso del contesto.
Ogni elemento si inserisce nello spazio con equilibrio, favorendo un'esperienza immersiva, capace di adattarsi alle esigenze narrative e museografiche.
Nelle sale trovano spazio un grande tavolo sotto le cui cloche sono state posizionate ceramiche ferraresi, quasi a suggerire l'idea di una mensa imbandita per i banchetti organizzati da Marfisa d'Este, una wunderkammer, la camera delle meraviglie di Barbantini, che racchiude e fa scoprire tutti gli oggetti da lui raccolti nell'operazione di allestimento a dimora di rappresentanza, vetrine verticali che contengono medaglie, monete e mattonelle pavimentali e ornamentali coeve alla Palazzina, due totem multimediali che presentano il contesto letterario e musicale che circondava la storia di Marfisa e diverse pannellature che ospitano contenuti di approfondimento, tra cui una lunga linea del tempo che ripercorre gli eventi e i passaggi storici più importanti dell'edificio, dall'Addizione Erculea fino all'inaugurazione del 1938.
Il nuovo impianto illuminotecnico, studiato appositamente per ogni sala, è stato inserito in modo mimetico sulle pareti perimetrali delle stanze prive di elementi architettonici di rilievo, in corrispondenza dei nuovi intonaci, attraverso una veletta lineare verniciata dello stesso colore, dietro la quale è nascosto un sistema a doppio binario, quello superiore dedicato ai soffitti e quello inferiore dedicato alle opere pittoriche a parete e ai busti lapidei e all'illuminazione d'accento.
Il coraggioso intervento ha conferito un nuovo equilibrio all'ambiente della Palazzina, mantenendo inalterata la presenza e la posizione del mobilio selezionato da Nino Barbantini, ma proponendosi di interpretare l'esigenza di offrire al visitatore la varietà e la ricchezza della storia e della collezione.
Il nuovo percorso museale
La visita inizia nella Sala delle Imprese, così chiamata per le allegorie affrescate sul soffitto, che celebrano le virtù del principe. Qui è protagonista Francesco d'Este: per la prima volta sono esposti alcuni rari esemplari numismatici, scelti nella collezione dei Musei Civici per la loro coerenza con i temi iconografici della sala e utili a introdurre la figura del committente.
La Loggetta dei Ritratti, dove il soffitto decorato ospita l'unico ritratto certo di Marfisa d'Este da bambina, è invece dedicata al racconto della vita della colta nobildonna. Accanto a questa effigie, trovano posto anche il ritratto del 1938, copia moderna di un dipinto cinquecentesco in cui si è voluto riconoscere il volto della proprietaria della residenza, e un approfondimento sul suo legame con le arti e gli artisti ed in particolare con il poeta Torquato Tasso.
La terza tappa è la Sala di Fetonte, così chiamata per la grande tela posta sul soffitto da Barbantini ed allora erroneamente interpretata come la Caduta di Fetonte nell'Eridano. Qui il percorso si concentra sull'aspetto originario dell'edificio: i frammenti di mattonelle pavimentali rinvenuti durante i restauri novecenteschi, affiancati da esemplari coevi delle collezioni civiche e della Fondazione Estense, offrono lo spunto per ricostruire la quotidianità della Palazzina e la ricchezza degli ambienti.
Una dimensione domestica già rievocata nel recupero novecentesco attraverso l'arredamento della cosiddetta Sala dei Banchetti, che conserva ancora i preziosi mobili e quadri selezionati da Barbantini per restituire l'immagine di una fastosa sala da pranzo.
Il percorso prosegue nello Studiolo, uno dei luoghi più suggestivi dell'allestimento storico, pensato per evocare lo spirito raccolto e intimo di uno studiolo rinascimentale. Questo spazio si arricchisce ora di una rara mandola settecentesca, che dopo un accurato restauro torna finalmente visibile al pubblico nel contesto scelto originariamente dal museografo ferrarese. A questa restituzione si affianca un approfondimento multimediale dedicato alla "musica riservata", raffinata espressione della corte estense, praticata e ascoltata anche da Marfisa d'Este. Le melodie tardo-rinascimentali contribuiscono a ricreare l'atmosfera sofisticata della Ferrara di fine Cinquecento, immergendo il visitatore in un'esperienza sensoriale coinvolgente.
Guidati da queste note preziose, si accede infine al cuore della Palazzina: la Sala Grande. In questo spazio, pensato come zona di collegamento e luogo di rappresentanza, continua il racconto della vita quotidiana attraverso una selezione di ceramiche databili tra la seconda metà del XVI secolo e l'inizio di quello successivo e provenienti dalle collezioni dei Musei d'Arte Antica e della Fondazione Estense. Pur appartenendo a contesti e raccolte diversi, questi manufatti offrono al visitatore una visione d'insieme delle tipologie e delle tecniche ceramiche in uso a Ferrara negli anni in cui la dimora era abitata da Marfisa. Un'evocazione dell'antico che Nino Barbantini aveva affidato nel suo allestimento del 1938 agli arredi e soprattutto ai numerosi oggetti e opere d'arte (cofanetti, bronzetti, sculture e vasi) acquistati sul mercato antiquario e distribuiti in diverse sale ed ora raccolti nella Sala del Camino. In questo elegante ambiente i visitatori potranno approfondire le scelte allestitive del museografo ferrarese, ripercorrendo nell'ultima sala la lunga storia dell'edificio attraverso ricche infografiche ed apparati multimediali.
Interventi realizzati
- Lavori di riparazione, miglioramento strutturale post sisma e restauri;
- Consolidamento e rifacimento coperture;
- Loggia degli aranci e Sala della grotta: rifacimento manto, installazione di catene e cordolatura;
- Lavori impiantistici: rifacimento impianto elettrico e di riscaldamento / climatizzazione;
- Consolidamento e restauro dei soffitti affrescati;
- Restauro degli infissi, delle porte interne ed esterne;
- Rifacimento dei servizi igienici e della biglietteria;
- Tinteggiature interne ed esterne;
- Realizzazione della rampa di accesso.
- Investimento: 1.170.519.67 € di cui contributi regionali assegnati con finanziamento del Commissario Delegato 545.519,76 € e finanziamento fondi comunali 625.000 €;
- Restauro di tutti gli arredi e delle opere esposte;
- Restauro arredi, dipinti, strumenti musicali, ceramiche, cofanetti e lapidei;
- Investimento: 146.952,00 €;
- Realizzazione nuove strutture allestitive e impianto illuminotecnico;
- Investimento 164.944,00 €;
- Supporti alla visita accessibili
- Realizzazione repliche tattili, schede multisensoriali, app
- Investimento: 24.274,00 €;
Programma di iniziative
Alla riapertura del museo seguirà un ricco programma di iniziative dedicate ad approfondire la storia e i contesti culturali legati alla Palazzina Marfisa.
Da giovedì 11 settembre 2025 prenderà avvio un ciclo di otto incontri, organizzati in collaborazione con l'associazione Ferrariae Decus, i cui temi spazieranno dal rapporto di Marfisa con la musica alle decorazioni cinquecentesche della Palazzina, dalla ceramica ferrarese all'allestimento di Nino Barbantini, dai ritratti di Marfisa al suo rapporto con Torquato Tasso, attraverso le voci di restauratori, docenti universitari e ricercatori. Oltre alle conferenze, sono previste anche speciali visite guidate a cura dei conservatori dei Musei di Arte Antica: Francesca Acqui, archeologa, e Romeo Pio Cristofori, storico dell'arte. Il pubblico, su prenotazione, potrà essere accompagnato alla scoperta della Palazzina nelle giornate di venerdì 19 e 26 settembre, 10 e 31 ottobre, alle 17:30.
Palazzina Marfisa d'Este
Corso Giovecca 170, Ferrara
Aperto dal martedì alla domenica, 9.30 - 13.00 / 15.00 - 18.00
Chiusura biglietteria 30 minuti prima.
Intero 6 €, ridotto 3 €.
Prenotazioni:
www.comune.ferrara.it/prenotazionemusei
Informazioni
Tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it
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