POLITICHE SOCIOSANITARIE E ABITATIVE - Ferrara tra le prime città a realizzarla con 11 anziani soli. Ass. Coletti: "Avanti verso il potenziamento dei servizi di prossimità per i più fragili con ulteriori 2,5 milioni"
Teleassistenza e servizi a domicilio, la sperimentazione del Comune di Ferrara si conclude con la risposta a 3mila segnali di allerta
08-10-2025 / Giorno per giorno

Oltre 40mila segnali di allerta, di cui quasi 3mila che hanno richiesto la verifica in prima persona dagli operatori, con la conseguente attivazione del personale dello Sportello Sociale Unico Integrato per mettere in moto la rete formata da servizi di emergenza, servizi sociali, associazioni di volontariato e caregiver. Se il futuro va verso una sempre maggiore domiciliarità dei servizi, è positivo l'esito del progetto sperimentale realizzato dall'Assessorato alle Politiche Sociosanitarie e Abitative del Comune di Ferrara - tra i primi in Italia a farlo - con l'installazione di sensori di movimento in 11 case abitate da anziani soli.
L'iniziativa, orientata a sperimentare l'impatto delle nuove tecnologie nel tema dell'abitare e di come possono aiutare nel conseguire l'obiettivo di mantenere il più possibile al proprio domicilio i cittadini più vulnerabili, è durata tra il febbraio 2023 e il settembre 2025. Il progetto ferrarese, denominato ‘IoT per il sociale'- promosso in collaborazione con Asp, Acer e Lepida - è stato citato come virtuoso, in fase di avvio nel 2023, dalla Regione Emilia-Romagna durante il festival ‘After', dedicato alle trasformazioni digitali.
"Con la sperimentazione di questo piano abbiamo potuto verificare sul campo l'efficacia delle nuove tecnologie nel potenziamento dei servizi di prossimità verso i cittadini più fragili - dichiara l'assessore comunale alle Politiche Sociosanitarie e Politiche Abitative Cristina Coletti -. La tecnologia, se usata nel modo giusto, può essere di grande aiuto per assistere, anche da remoto, gli anziani più vulnerabili. Quel che si è compiuto a Ferrara è un grande passo in avanti verso la teleassistenza, mirata a fortificare la rete di protezione sociale e l'autonomia dei cittadini. Grazie anche a tutti gli operatori che con competenza e attenzione hanno dimostrato la virtuosità di questo modello. La rete ha funzionato e la stiamo già allargando ad altri utenti, grazie ad un'opportunità da 2,5 milioni di euro, intercettati con il Pnrr, per promuovere l'autonomia nella propria casa dei cittadini soli e con una rete parentale e amicale molto limitata".
Nell'ambito della sperimentazione erano stati individuati 11 anziani residenti in case popolari. I sensori installati sono serviti per tenere sotto controllo la temperatura, la luminosità, l'umidità e i movimenti all'interno dell'appartamento.
Le principali anomalie rilevate sono state inerenti ai movimenti, 38.138 su un totale di 40761. Di queste, quasi 3mila hanno fatto scattare le verifiche da parte del contact center di Lepida e del Ssui.
Tra le situazioni critiche emerse c'è stata una misurazione anomala della temperatura all'interno di un appartamento, molto al di sotto della media. Gli operatori hanno potuto verificare con l'utente che era in attesa della riparazione di un guasto nella caldaia, risoltosi in breve tempo a seguito di questo intervento.
Per un'anziana si è invece reso necessario attivare il caregiver di riferimento in quanto i dispositivi avevano segnalato una mobilità estremamente ridotta e la tendenza della signora di rimanere al buio. I familiari si sono così rivolti ai servizi sanitari competenti per pianificare accertamenti.
Un altro anziano, invece, è stato trasferito in una struttura più adeguata in quanto le anomalie di mobilità hanno portato a scoprire che l'uomo non era più autosufficiente e necessitava di un'assistenza continua da parte dei caregiver.
Nella foto di repertorio, l'assessore Cristina Coletti con i tecnici al momento dell'installazione dei sensori nelle abitazioni
(Comunicazione a cura dell'assessorato alle Politiche Sociosanitarie e Politiche Abitative)
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