INCONTRO PUBBLICO - Giovedì 28 giugno alle 18 all'Agriturismo La Rocchetta a S.Egidio
Costruiamo insieme al Museo di Storia Naturale la 'Mappa di comunità' del Po di Primaro
25-06-2012 / Giorno per giorno
E' rivolto in particolare ai residenti di S. Egidio, Gaibanella, Gaibana, Monestirolo, Marrara e San Bartolomeo, ma chiunque possa fornire qualsiasi notizia storica, architettonica, gestionale, folcloristica, contadina, culinaria, suggestiva o romantica attinente al Po di Primaro e ai territori immediatamente circostanti sarà ben accetto. E' l'invito del Museo civico di Storia Naturale a partecipare giovedì 28 giugno alle 18 all'agriturismo La Rocchetta (via Rocca 69 a S.Egidio) al primo incontro inserito nel progetto di realizzazione della "Mappa del Primaro - costruiamo insieme la mappa di comunità del Po di Primaro".
Le mappe di comunità, nate in Gran Bretagna attorno al 1990, sono veri e propri 'inventari' del patrimonio materiale ed immateriale, ambientale, storico, tradizionale, culturale di tante piccole comunità. Esse hanno lo scopo di evidenziare su un supporto concreto gli elementi territoriali che la stessa comunità considera significativi e rappresentativi della propria identità e perciò meritevoli di essere trasmessi alle generazioni successive. La mappe sono sintesi del lavoro svolto attraverso più e più mesi dagli abitanti di un certo territorio e strumento programmatico per le scelte future di sviluppo.
Il museo civico di Storia Naturale di Ferrara ha in un certo senso "adottato" il tratto del Po di Primaro che corre da Ferrara a Traghetto e ha deciso di avviare un processo di 'mappa di comunità' per questo antico fiume. L'ambizione è quella di riuscire a portare in evidenza i legami più o meno nascosti che uniscono fra di loro i luoghi e gli abitanti rivieraschi, delineando un percorso della memoria, del presente e del futuro del Po di Primaro, un po' bistrattato da quando ha perduto la sua importanza commerciale e malinconicamente definito, da allora, "morto", pur se ancora brulicante di vita.
Il processo di mappatura è già iniziato con la raccolta di alcune notizie storiche e attraverso vari contatti presi direttamente con gli uffici della Circoscrizione 2, con i residenti nei pressi del fiume, con i parroci e con alcuni operatori commerciali della zona. Attraverso il primo incontro pubblico programmato per giovedi 28 giugno il gruppo di lavoro del Museo si propone di ampliare ulteriormente le informazioni già disponibili, percorso necessario alla messa in campo dell'intero progetto.
La Mappa del Primaro è anche su Facebook e riceve posta elettronica alla mail mappadelprimaro@gmail.com
Per tutte le informazioni e curiosità sul progetto, contattare Luisa Robboni, Stefania Dal Prà (volontarie di Servizio Civile) o Carla Corazza presso il museo di storia naturale, tel.
0532.203381 opp. 0532.206297, fax 0532.210508.
Consulta la pagina http://storianaturale.comune.fe.it/index.phtml?id=5462
LA SCHEDA - (a cura del Museo di Storia Naturale)
Cosa sono le mappe di comunità
Le mappe di comunità nacquero in Gran Bretagna attorno al 1990.
L'approssimarsi del nuovo millennio fu di stimolo alla realizzazione
di "inventari" del patrimonio materiale ed immateriale, ambientale,
storico, tradizionale, culturale di tante piccole comunità, con lo
scopo di evidenziare su un supporto concreto gli elementi territoriali
che la stessa comunità considerava significativi, davvero
rappresentativi della propria identità e perciò meritevoli di essere
trasmessi alle generazioni successive. Nacquero così vere e proprie
mappe cartacee oppure realizzate con tecniche svariate come la maglia
o il ricamo o in ceramica o, addirittura, realizzate sottoforma di
giardino. La mappe rappresentavano la sintesi del lavoro svolto
attraverso più e più mesi dagli abitanti di un certo territorio e lo
strumento programmatico per le scelte future di sviluppo. In provincia
di Ferrara, esempi già ben avviati di mappe di comunità sono quelle
realizzate per Campotto e Benvignante, nel comune di Argenta, e del
Bosco della Mesola.
Il Po "morto" di Primaro
Il Po di Primaro era uno dei principali rami del delta del Po,
sicuramente presente già prima dell'anno 1000 d.C.. Si faceva strada
verso sud e verso est e sboccava in Adriatico poche miglia a nord di
Ravenna. Tradizionalmente venne considerato l'"erede" del grande Po di
Stellata, forse rappresentando una riattivazione di un corso
precedentemente abbandonato dalle acque. Alla biforcazione fra questo
ramo deltizio e il Po di Volano sorse, attorno all'anno 1000, la città
di Ferrara, favorita dai traffici commerciali.
Infatti, dopo la caduta dell'impero romano, le comunicazioni via terra
si fecero sempre più difficoltose per la scarsa manutenzione delle
strade e la navigazione fluviale divenne il mezzo più efficiente per
trasportare merci e persone. Il Primaro fu un'importante via di
comunicazione dalla zone interne della Pianura Padana fino alle città
costiere dell'Adriatico (in primo luogo, Ravenna) ma ebbe anche un
ruolo strategico per gli scambi verso la costa dalmata e verso
l'Italia centrale. Purtroppo, perse gradualmente la sua navigabilità a
partire dalla rotta di Ficarolo, nel 1152, quando le portate
principali del Po cominciarono a deviare verso nord, formando il Po
grande di Venezia.
Numerosi interventi compiuti nei secoli, destinati a limitare il
rischio di esondazione nei territori a ovest e sud-ovest del Primaro,
anzichè aumentarne la portata contribuirono al suo interramento,
finché nel 1767 un decreto del governo Pontificio che deliberava
l'immissione del Reno nel Primaro, poi realizzata, ne decretò la morte
definitiva.
Attualmente, le acque del fiume da Ferrara a Traghetto sono quasi
stagnanti e vedono una certa movimentazione soprattutto in estate e
verso sud, a causa del richiamo idrico determinato dai prelievi per
l'irrigazione dei campi, mentre in inverno raccoglie le acque
meteoriche che sgrondano dai terreni circostanti e la debolissima
corrente fluisce allora verso il Po di Volano, a nord. Il suo percorso
si snoda quasi interamente all'interno del territorio comunale di
Ferrara.
Il fiume e la biodiversità
Il fiume e le zone ad esso adiacenti ospitano attualmente una ricca
fauna ornitologica: viene infatti segnalata la presenza di 24 specie
di uccelli di interesse conservazionistico per l'Europa e di altre 32
specie migratrici. Perciò, nel 2006, l'alveo del Po morto di Primaro
ceh attraversa i comuni di Ferrara ed Argenta venne incluso dalla
Regione Emilia-Romagna "Zona di Protezione Speciale" ai sensi della
Direttiva europea "Uccelli" (Direttiva 79/409/CEE, ZPS IT 4060017, "Po
di Primaro e Bacini di Traghetto"). La ZPS inizia a nord nei pressi
della frazione di Fossanova S. Marco.
Nel 2008, Il Museo Civico di Storia Naturale decise di approfondire la
conoscenza naturalistica della zona e redasse perciò un progetto di
Servizio Civile Volontario nazionale, nell'area di intervento
"Ambiente - Parchi e oasi naturalistiche" , intitolato "Lungo il
fiume" . Il progetto venne condotto nel corso del 2009, grazie anche
al supporto di due associazioni di volontariato di Protezione Civile
(VAB di Ferrara e Gruppo Volontari di S. Giovanni in Persiceto), e
vide il campionamento di animali acquatici (esclusi i Vertebrati) in
alcune stazioni dislocate lungo il corso d'acqua e campionamenti di
insetti non acquatici in 3 siti all'interno dell'area
dell'ex-zuccherificio. Nel corso delle indagini vennero effettuate
anche delle osservazioni sulla flora acquatica, vennero poi analizzati
i risultati e venne data una valutazione dello stato ecosistemico del
fiume, purtroppo non molto lusinghiera (risultò infatti ipertrofico,
cioè con un carico davvero eccessivo di inquinanti organici), anche se
sempre in grado di ospitare sia animali che vegetali di pregio e in
taluni casi sottoposti ad un certo grado di minaccia di estinzione.
Sono infatti presenti nel fiume dense popolazioni di castagna d'acqua
(Trapa natans) e di erba pesce (la felce galleggiante Salvinia
natans), specie entrambe comprese nel repertorio nazionale della flora
protetta, e il gasteropode Physa fontinalis, secondo alcuni ormai
estinta in certe regioni italiane. Inoltre, venne messa in risalto la
capacità del fiume, in particolare nel suo tratto terminale, di
svolgere efficaci processi di fitodepurazione, proprio grazie
all'abbondante vegetazione acquatica che in esso si sviluppa.