POLITICHE PER LA PACE - Consegnato dal sindaco Tagliani questo pomeriggio, giovedì 18 ottobre, in residenza municipale
Alla scrittrice ruandese Umutesi il Riconoscimento per la Pace: 'Non dimentichiamo una tragedia volutamente taciuta'
18-10-2012 / Giorno per giorno
La sociologa e scrittrice ruandese Marie Beatrice Umutesi ha ricevuto dal sindaco Tiziano Tagliani questo pomeriggio, giovedì 18 ottobre in residenza municipale, il "Riconoscimento per la Pace 2012" del Comune di Ferrara per "l'impegno nella difesa dei diritti umani attraverso la denuncia del genocidio dei profughi hutu e del dramma del popolo congolese coinvolto in una tragedia volutamente taciuta".
Nel corso della cerimonia di consegna ufficiale del riconoscimento la scrittrice sottolineato rivolgendosi ai giornalisti e ai partecipanti l'importanza della conoscenza di una vicenda che ha coinvolto non solo il popolo africano ma l'intera comunità internazionale "pigra e distratta da altro" nell'ignorare una strage di persone "che non dovrà mai più accadere".
Hanno partecipato all'incontro in Comune, tra gli altri, l'assessore comunale Massimo Maisto, il presidente del Consiglio comunale Francesco Colaiacovo e Nedda Alberghini, presidente dell'associazione "Le Case degli Angeli di Daniele" che ha promosso l'iniziativa assieme all'Ufficio Politiche per la Pace del Comune di Ferrara, nell'ambito del programma di incontri che culminerà nella consegna alla stessa Marie Beatrice Umutesi del Premio Internazionale Daniele Po sabato 20 ottobre a Bologna.
L'appuntamento in Municipio, che ha visto impegnati gli studenti dell'Einaudi nei servizi di accoglienza e di documentazione video, è stato preceduto in mattinata da un incontro negli Istituti Superiori della città e l'ospite ruandese, mentre in serata, dopo una tappa nella sede universitaria di Giurisprudenza in corso Ercole I d'Este, incontrerà cittadini e associazioni ferraresi al Cafè de la Paix (p.tta Corelli, 24 - ore 18.30). Gli appuntamenti in città di Marie Beatrice Umutesi si concluderanno infine nella mattinata di domani, venerdì 19 ottobre, con un secondo incontro riservato agli studenti delle scuole superiori.
[da CronacaComune.it del 15 ottobre 2012]
'Vittima e testimone di un genocidio ignorato' la sociologa e scrittrice ruandese Marie Beatrice Umutesi sarà insignita del Riconoscimento per la Pace 2012 del Comune di Ferrara per 'il suo impegno nella difesa dei diritti umani attraverso la denuncia del genocidio dei profughi hutu e del dramma del popolo congolese'.
La consegna ufficiale, da parte del sindaco Tiziano Tagliani, è prevista per giovedì 18 ottobre alle 15 nella sala Arazzi della residenza municipale, alla presenza anche del presidente del Consiglio comunale Francesco Colaiacovo e di Nedda Alberghini, presidente dell'associazione "Le Case degli Angeli di Daniele". Quest'ultima associazione si infatti resa promotrice dell'iniziativa assieme all'Ufficio Politiche per la Pace del Comune di Ferrara, nell'ambito del programma di incontri che culmineranno nella consegna alla stessa Marie Beatrice Umutesi del Premio Internazionale Daniele Po sabato 20 ottobre a Bologna.
L'appuntamento in Municipio di giovedì 18 sarà preceduto in mattinata da un incontro tra gli studenti degli Istituti Superiori della città e l'ospite ruandese, che alle 16,30 sarà ricevuta all'Università (Aula 9, Dipartimento di Giurisprudenza - corso Ercole I d'Este 44) e alle 18,30 incontrerà cittadini e associazioni ferraresi al Cafè de la Paix (p.tta Corelli, 24). Gli appuntamenti in città di Marie Beatrice Umutesi si concluderanno infine nella mattinata di venerdì 19 con un secondo incontro con gli studenti delle scuole superiori.
Giornalisti, fotografi e video operatori sono invitati alla consegna del riconoscimento in Municipio giovedì 18 ottobre alle 15 in sala Arazzi.
LA SCHEDA (a cura degli organizzatori)
Marie Beatrice Umutesi è una sociologa ruandese sopravvissuta già una prima volta alla carneficina scatenata dalla presa di potere dei tutsi dopo il genocidio subito da loro stessi nel 1994 ad opera degli hutu e raccontato nel film Hotel Rwanda.
Costretta a fuggire verso est, nel Congo RD, come gli altri ruandesi di etnia hutu, ha conosciuto la drammatica esperienza dei campi profughi e delle marce forzate nello spostamento tra un campo distrutto e l'altro. Un'orda umana mai vista di disperati in fuga con fagotti in equilibrio sul capo: vecchi, donne, bambini smarriti dai genitori in quella corrente impetuosa di gambe e di piedi in cammino e non più reclamati. Difficile quantificarli, pressoché impossibile distinguere gli hutu genocidari dai civili innocenti.
Il mondo conosce il genocidio dei tutsi del '94, ancora oggi abilmente e propagandisticamente strumentalizzato dal dittatore Kagame; del resto, arrivando alla capitale Kigali, come non sentire doveroso visitare il memorial e rendere omaggio a quelle 800 mila povere vittime di una mattanza inaudita? Ma se giustamente si piange alla vista di quei teschi esposti all'umana pietà, al contrario nessuno sa o vuol sapere o, sapendo, tace colpevolmente su circa 6 milioni di morti tra profughi ruandesi e soprattutto civili congolesi, essendosi trovato il Congo, suo malgrado, invaso e travolto da un popolo in fuga. Su questo contro genocidio vige il silenzio: eppure la Regione dei Grandi Laghi è una zona notoriamente calda, lo dice il più grande quanto inefficiente contingente ONU (17.000 soldati) di stanza a Goma e Bukavu, le capitali del nord e sud Kivu. Questa è terra di conquista: i tutsi ruandesi sconfinati in Congo col pretesto di inseguire gli hutu genocidari, da allora occupano militarmente questa zona, ricca di minerali preziosi e di coltan, una zona da derubare nella più assoluta impunità poiché il piccolo Rwanda, che non ha risorse proprie, è comunque fornitore a multinazionali e governi di questi beni, illecitamente presi e la capitale Kigali prolifera di banche mentre il Congo è squallidamente povero e condannato all'insicurezza proprio a causa delle sue ricchezze naturali.
La Umutesi porta la sua testimonianza di profuga sopravvissuta ad una carneficina non ancora riconosciuta, soffermandosi inevitabilmente sul ricordo di quei 2.000Km percorsi a piedi nella foresta zairese, ma al contempo denuncia con forza e coraggio le responsabilità di ieri e di oggi e non solo del regime dittatoriale che le impedisce il rientro nel suo paese, ma di tutti quei soggetti politici ed economici che antepongono i propri interessi alle sofferenze non ancora finite del popolo congolese.
>> locandina_umutesi_18ottobre2012.pdf