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CIRCOSCRIZIONE 2 - Giovedì 18 ottobre alle 10,30 lo scoprimento della targa di intitolazione

Alla benefattrice Luisa Recalchi Grillenzoni dedicato un parco in via Bosi

15-10-2012 / Giorno per giorno

Giovedì 18 ottobre alle 10,30 nel parco antistante la scuola elementare Tumiati (via Luigi Bosi, 20) si terrà la cerimonia di scoprimento della targa di intitolazione dell'area verde a Luisa Recalchi Grillenzoni, benefattrice dell'infanzia, fondatrice del primo "scaldatoio" a Ferrara (1846) e dell'asilo Grillenzoni (1847). L'iniziativa è stata promossa e finanziata dall'associazione Soroptimist International Ferrara, in collaborazione con la Circoscrizione 2, l'Amministrazione comunale e l'Istituto comprensivo n. 4. Oltre ai rappresentanti dell'associazione e alle autorità, saranno presenti anche gli alunni, il dirigente scolastico e gli insegnanti dell'Istituto, che parteciperanno ai vari momenti della festa in onore della benefattrice.
I cittadini e la stampa sono invitati.


LA SCHEDA (a cura di Daniela Fratti)

Luisa Recalchi Grillenzoni fu ideatrice e fondatrice, insieme al marito Carlo Grillenzoni e ad un gruppo di amiche, di un asilo per quei bambini che non potendo essere seguiti dalle famiglie impegnate nel lavoro giornaliero, vivevano come mendicanti nelle vie cittadine, dove spesso morivano di stenti e di freddo.
La figura di Luisa Recalchi, nata nel 1814, è inscindibile da quella del marito, suo coetaneo. In un'epoca in cui le differenze di età fra coniugi, a volte notevoli, contribuivano alla sudditanza della moglie nei confronti del marito, la singolare comunanza di spirito che li caratterizzava va forse ricercata anche nel loro condividere l'anno di nascita.
L'iniziativa di soccorso da loro ideata e strenuamente perseguita, come documentato da numerosi scritti raccolti nella Biblioteca Ariostea e nell'Archivio Storico Comunale, fu inizialmente avversata dall'autorità religiosa che reggeva all'epoca Ferrara, ma fin dal 1838 caldeggiata da quella civile, in particolare dal Gonfaloniere Marchese Alessandro Fiaschi. Curioso ed ibrido, infatti, il regime stabilito a Ferrara nel 1815 con il trattato di Vienna: gli Austriaci raccolti nella Cittadella (l'imponente Fortezza distrutta nel 1859) a montar la guardia alla città; il Legato Pontificio in Castello a tener le redini del governo civile, condiviso con un gruppo di cariche elettive cittadine. Una situazione che dava luogo ad attriti e rivalità fra i due poteri. Nel mezzo, il Cardinale Arcivescovo, nel palazzo Arcivescovile, ad occuparsi degli aspetti più squisitamente spirituali e della missione religiosa e benefica in favore della popolazione.
Dovevano però trascorrere ancora otto anni, prima che la piccola istituzione prendesse corpo nel 1846, con il nome provvisorio di Scaldatoio a sottolinearne ancor più le finalità di stretta urgenza, nella stessa casa Grillenzoni, collocata al n. 1893 di via Madama, attuale n. 13 di via Ugo Bassi. Lì, in una stanza attrezzata con mobili di casa, si fornivano ospitalità ed una minestra quotidiana ad un gruppo iniziale di soli maschietti. Sul numero iniziale di bambini, dieci o sette, le cronache non trovano accordo e anche sul mese esatto di nascita dello Scaldatoio si rilevano incongruenze, specialmente nelle testimonianze scritte della prima metà del Novecento, a sottolineare il carattere quasi leggendario che lo Scaldatoio doveva assumere nella storia cittadina.
Con l'aiuto del Cardinale Arcivescovo Ignazio Cadolini e del Gonfaloniere in carica, Marchese Ferdinando Canonici, nell'arco di un anno lo Scaldatoio si trasformò in un vero Asilo per l'infanzia abbandonata, tanto da potersi istituire anche una sezione femminile e in breve tempo anche un Ospedalino in cui si forniva aiuto medico ai bambini ammalati. Tutta la città partecipò con entusiasmo all'iniziativa sottoscrivendo le cedole azionarie emesse per il sostegno dapprima dello Scaldatoio e poi dell'Asilo; il Cardinale Legato Luigi Ciacchi fornì la sede definitiva (parte del convento di S. Maria in Vado) e il Comune si sobbarcò le spese di ristrutturazione e affitto dell'edificio "per tutto il tempo che l'istituzione fosse sopravvissuta". La scelta del luogo in cui posizionare l'asilo fu difficile. Si voleva infatti che l'istituzione nascesse in un quartiere popolato da povera gente, ma non fu possibile reperire gli spazi adeguati. L'asilo nacque dunque in Borgovado, dove rimase per tutta la sua lunga storia, ma per facilitare la frequenza anche ai bambini che abitavano in zone decentrate furono istituite delle corse in omnibus.
L'apertura dello Scaldatoio nel 1846, e dell'Ospedalino nel 1850, rappresenteranno anche una nuova opportunità di lavoro per le donne. Ad insegnare nell'Asilo saranno sempre donne, e il personale sarà formato da maestre, sotto maestre, apprendiste, custodi, cuoche, inservienti, prevalentemente donne. I salari saranno dignitosi, verranno pagate anche le apprendiste dopo i primi tre mesi di presenza quotidiana, e sarà incentivato l'aggiornamento culturale delle maestre. Fra queste ultime meritano di essere ricordate Angela Galli, al cui aggiornamento si provvide mandandola per un periodo a Pisa presso il locale asilo ritenuto un modello da imitarsi, ed Eugenia Setti, che furono le prime maestre rispettivamente della sezione maschile e femminile.
La figura di Luisa Grillenzoni si distingue anche per il suo carattere politico. Nel suo salotto si discuteva di politica, grazie anche all'impegno del marito su questo fronte. Per questa sua attività Carlo Grillenzoni subì dieci anni di esilio nello stato di Toscana; la moglie lo seguì a Firenze insieme alla famiglia, allora costituita da cinque figli. Luisa Recalchi Grillenzoni dedicava la sua vita all'Asilo recandosi ogni giorno a visitarlo e a controllarne le necessità, anche negli ultimi anni di vita, quando vi veniva condotta in portantina a causa di una grave gotta. Si occupava di ogni cosa curando personalmente l'iscrizione dei suoi bambini, "l'amabile brigata", alle scuole elementari più vicine alla loro abitazione, in modo che non vi fossero difficoltà alla frequenza scolastica.
Morì nel 1892 e nel 1896 l'Asilo, destinato a sopravvivere quale istituzione cittadina amatissima, fino agli anni Ottanta del Novecento, venne intitolato al suo nome. Carlo Grillenzoni morì invece nel 1898.
A testimonianza della costante gratitudine nell'anniversario del primo secolo di vita dell'Asilo Luisa Grillenzoni, il Comune di Ferrara coniò una medaglia celebrativa in oro dedicata alle figure dei due coniugi.