GALLERIE D'ARTE MODERNA - Ai Carabinieri il premio Ippogrifo per il ritrovamento. L'intervento del sindaco Tiziano Tagliani
A palazzo Massari "Il pianto" di Boldini recuperato dopo il furto
11-06-2010 / Giorno per giorno

Questo il testo dell'intervento del sindaco Tiziano Tagliani in occasione della presentazione dell'opera del Boldini ritrovata e della consegna del Premio Ippogrifo città di Ferrara ai Carabinieri del Noe di Monza svoltesi oggi, 11 giugno, nella sede di Palazzo Massari a Ferrara.
"Oggi è un giorno particolarmente lieto per me, come per la cittadinanza ferrarese. Grazie all'importantissima operazione condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza, possiamo celebrare l'arrivo in città di un importante dipinto di uno dei nostri più celebri concittadini, Giovanni Boldini. Si tratta de Il pianto (Ritratto di giovane donna), un capolavoro della tarda maturità dell'artista.
La splendida tela era stata oggetto di un furto avvenuto nel settembre del 1977 alla villa La Falconiera di Pistoia, dimora della vedova Boldini, e da allora era andata dispersa. Qualche anno dopo il furto, nel 1980, il Comune di Ferrara decise di acquistare, assieme alle ultime opere di Boldini rimaste all'asse ereditario Boldini-Carona, anche il diritto di subentro nella proprietà di tre opere trafugate in quell'occasione, tra le quali vi era Il pianto, al fine di poterne entrare in possesso nel momento in cui queste fossero state ritrovate. Con il loro impegno e la loro professionalità, a ben trentatré anni dalla sua sparizione, i Carabinieri del nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Monza, ne hanno reso possibile il ritrovamento e la conseguente restituzione al Comune di Ferrara e, per esso, alle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea. Questa bellissima opera andrà così ad arricchire da oggi le collezioni cittadine e il percorso del Museo Giovanni Boldini, la più vasta ed importante raccolta pubblica di opere e materiali afferenti la vita e la produzione dell'artista ferrarese, che rappresenta uno dei tesori più preziosi ed ammirati della nostra città.
Per quanto fatto, la città di Ferrara ha un grande debito di riconoscenza nei confronti del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Monza e, più in generale, per il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, un organismo specializzato che da oltre quarant'anni svolge un compito fondamentale nel fronteggiare il fenomeno della depauperazione del patrimonio artistico italiano: il più ricco al mondo e per questo da secoli soggetto a dispersioni, trafugamenti ed esportazioni illecite. Nella consapevolezza dell'inestimabile valore storico, culturale, civile, educativo, nonché economico di tale patrimonio e del perdurante fenomeno della sua spoliazione, l'Italia è stata la prima nazione al mondo a dotarsi di un organismo di polizia specializzato nel recupero dei beni trafugati e illecitamente esportati, in questo anticipando la raccomandazione della Conferenza Generale dell'UNESCO che nel 1970 invitava gli stati aderenti a istituire servizi preposti a questi compiti.
Desidero pertanto esprimere, a nome della Città di Ferrara, la più profonda e sincera gratitudine a tutta l'Arma dei Carabinieri e, in particolare, al Comando Tutela Patrimonio Culturale oggi rappresentato dal Generale Giovanni Nistri. Vorrei inoltre porgere un ringraziamento speciale al Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale del Nucleo di Monza e, in particolare, ai protagonisti dell'operazione che ha portato al ritrovamento del dipinto di Boldini: il Comandante Andrea Ilari, il Luogotenente Sergio Banchellini e il Maresciallo Fabrizio Serra.
Lascio ora la parola al Vicesindaco Massimo Maisto, al Generale Nistri, al Comandante Ilàri, e alle colleghe delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, la Direttrice Maria Luisa Pacelli e la curatrice Barbara Guidi".
[...]
Mi accingo ora ad assegnare il "Premio Ippogrifo". Per l'eccellente lavoro svolto ho l'onore e il piacere di conferire ai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di Monza il "Premio Città di Ferrara", massimo riconoscimento di questa città, che l'Amministrazione Comunale attribuisce in occasioni particolari, a quanti, per ragioni artistiche, professionali, sociali o umanitarie, hanno contribuito con la loro opera alla crescita civile e culturale di Ferrara. Il premio, una scultura bronzea con l'effigie dell'Ippogrifo opera dell'artista ferrarese Maurizio Bonora, è stato istituito nel 2001 dall'allora sindaco Gaetano Sateriale e negli ultimi anni è stato conferito ad Arnoldo Foà, Antonio Slavich, Florestano Vancini e Carlo Rambaldi. Ci auguriamo che questa figura mitologica legata all'immaginario letterario e artistico di Ferrara, oltre a rappresentare un segno tangibile del nostro più sentito ringraziamento, tenga vivo in loro il ricordo della nostra città, così come il bel dipinto di Boldini allestito nelle sale del nostro museo sarà una testimonianza dell'impegno, del coraggio e della passione da loro generosamente profusi".
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(Comunicato a cura delle Gallerie d'Arte Moderna e contemporanea di Ferrara)
A trentatre anni dal suo furto, la splendida tela del celebre pittore ferrarese Giovanni Boldini intitolata "Il pianto (Ritratto di giovane donna)" giunge a Ferrara per arricchire le collezioni cittadine e il museo monografico a lui dedicato. L'opera è stata recentemente recuperata grazie ad una complessa operazione dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale Nucleo di Monza che l'hanno restituita al Comune di Ferrara, e per esso alle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, legittimi proprietari del dipinto.
L'indagine dei Carabinieri, cui si è affiancata una ricerca condotta negli archivi del Museo Boldini e in quelli contenenti gli atti pubblici del Comune di Ferrara dai funzionari delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea, ha permesso di ricostruire la complessa trama delle vicende di questa straordinaria tela e provare che si tratta di un bene di proprietà del Comune di Ferrara.
Realizzato a Parigi, verosimilmente tra la fine del primo decennio del Novecento e l'inizio del secondo, il "Pianto" era rimasto nella collezione privata di Boldini ed era stato inventariato, dopo la morte dell'artista, dalla vedova Emilia Cardona con il numero 165 T. In seguito, la Cardona lo aveva portato in Italia, assieme a tutto il resto della collezione, dopo aver acquistato nel 1938 nella campagna pistoiese, la villa nota come "La Falconiera", antica residenza della famiglia inglese Falconer dove lo stesso Boldini aveva soggiornato e lavorato nel 1868, realizzandovi a tempera alcuni bellissimi dipinti murali.
Nel settembre del 1977, poco dopo la morte della Cardona, la tela venne rubata dalla villa assieme ad un pastello ("Giovane bruna intenta a pettinarsi - La pettinatura", c. 1885, pastello su carta, cm 63 x 47,5), a un carboncino ("Ritratto di Emilia Cardona", c. 1927, carboncino su carta, cm 44 x 44) e ad altri oggetti di pregio. Da allora se ne erano perse le tracce.
Nell'aprile del 1980, il Comune di Ferrara, con l'intenzione di completare la campagna di acquisti di opere di Boldini provenienti dal suo atelier, decise di comprare quanto restava in possesso dell'asse ereditario per arricchire le collezioni del museo: nove importanti dipinti e un cospicuo gruppo di opere minori. Come attestano la delibera del Consiglio Comunale n. 13545 del 14 dicembre 1979, e l'atto di compravendita originale tra il Comune, l'erede Mario Munari, il legatario Vito Doria e l'esecutore testamentario avvocato Giorgio Rosi siglato presso il Municipio di Ferrara l'8 aprile del 1980, dopo lunghe verifiche il Comune di Ferrara decise di acquistare assieme a questi lavori anche il subentro nei diritti di proprietà delle tre opere del maestro che erano state trafugate nel 1977, divenendone così il legittimo possessore. Così, quando, all'inizio di quest'anno, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Monza, che erano sulle tracce di un quadro di Boldini, hanno avuto certezza di aver ritrovato la preziosa tela trafugata oltre trent'anni prima alla Falconiera, hanno richiesto al Sostituto Procuratore della Repubblica di Milano di disporre la restituzione immediata del dipinto al legittimo proprietario, il Comune di Ferrara, perché raggiungesse le altre opere che compongono il Museo Giovanni Boldini.
"Il pianto (Ritratto di giovane donna)" è una tela dal soggetto indecifrabile: vi è ritratta una giovane donna a mezzo busto di profilo, colta nell'atto di avvicinare al viso un fazzoletto bianco. L'opera sembra fare parte di quella produzione "non ufficiale" di Boldini, lontana dai grandi ritratti mondani dell'élite cosmopolita per il quale egli divenne celebre, ma non per questo meno bella. Si tratta di una produzione a carattere più intimo a cui l'artista si dedicò instancabilmente, fino alla fine della sua vita. Sono opere spesso contrassegnate da una straordinaria libertà pittorica e da un atteggiamento più sperimentale, sia dal punto di vista tecnico che stilistico. In queste creazioni "private", Boldini amava scandagliare generi tra loro diversi: nature morte, vedute urbane, paesaggi, interni della sua casa o dell'atelier e figure, spesso femminili. Il pittore catturava particolari di volti e di corpi che divenivano il mezzo per restituire stati d'animo, emozioni e sentimenti, dando al contempo espressione, in vortici di pennellate e vibranti tocchi di colore, a quella straordinaria abilità pittorica che gli era connaturata.
Lo stile de "Il pianto" è libero, essenziale, ma capace di rendere i tratti salienti della composizione. Lo sfondo e alcune parti del corpo della donna, come il braccio sinistro e la mano che tiene il fazzoletto, sono accennati con pochi, sapienti tocchi di pennello. Con analoga bravura, il pittore è riuscito a rendere la luminosità della bellissima capigliatura dai toni castano-dorati raccolta all'insù. Il punto massimo di luce nel dipinto è dato dal bianco del fazzoletto che si contrappone ai toni bruni dell'abito e a quelli rosati delle guance della giovane.
Sia che si tratti di una realizzazione di "fantasia" o del ritratto di una delle bellissime amiche e modelle di cui Boldini amava circondarsi, siamo di fronte ad un'opera di grande qualità della tarda maturità dell'artista. La materia pittorica frammentata e la pennellata mossa, che compone una tessitura cromatica di segni vigorosi e fluttuanti, sono elementi che ci inducono ad equipararla agli altri dipinti della fine del primo decennio del Novecento e l'inizio del secondo. Tale ipotesi è sostanziata anche da alcune indagini diagnostiche non invasive che sono state compiute sulla tela e che, oltre a comprovarne pienamente l'autenticità, la mettono in relazione con altri dipinti di quel periodo. Queste indagini hanno rilevato numerosi tratti comuni tra "Il pianto (Ritratto di giovane donna)" e alcune tele conservate al Museo Boldini, sia per quanto riguarda il supporto e la preparazione, sia per quello che concerne la superficie pittorica dove i pigmenti utilizzati e la pennellata sono assolutamente coerenti a quelli degli altri dipinti del maestro. Le indagini hanno inoltre evidenziato zone caratterizzate da interventi successivi riconducibili alla mano dello stesso pittore - in particolare nella zona della guancia e del collo - che fanno ipotizzare che l'artista sia tornato sull'opera in seguito, forse anche a distanza di tempo.
Restituito al Comune di Ferrara con atto ufficiale lo scorso 16 aprile 2010, questo capolavoro della tarda maturità dell'artista viene ad arricchire il patrimonio della città e il percorso del Museo Boldini. Qui, nella preziosa cornice di Palazzo Massari, la tela troverà da oggi la sua collocazione e, assieme alle altre opere, ai mobili d'epoca e agli oggetti personali provenienti dall'atelier parigino di Boldini, concorrerà a rievocare la magica atmosfera della sua casa studio.