TEATRO COMUNITARIO - A Pontelagoscuro due sabati con i cittadini-attori
19-11-2009 / Giorno per giorno
Al Teatro Julio Cortazar di Pontelagoscuro, i cittadini-attori del Gruppo Teatro Comunitario e delle Donne Comunitarie tornano in scena per due nuovi appuntamenti.
Sabato 21 novembre alle 21 il "Gran Cinema Astra" riaprirà le sue porte per un nuovo viaggio nella memoria interpretato dai sessanta componenti di tutte le generazioni che formano il Gruppo Teatro Comunitario di Pontelagoscuro.
Canto collettivo e pupazzi, scene corali e musica dal vivo, dramma e commedia, per raccontare le vicissitudini dei gestori e degli avventori del vecchio cinema di Pontelagoscuro e attraverso di queste aprire ampie finestre sulla storia d'Italia, dalla fine dell'ultima guerra agli albori del sessantotto; dalla alluvione del Polesine al baby boom; dalla legge Merlin ai morti di Reggio Emilia; dall'arrivo della televisione al blu dipinto di blu; da Riso Amaro a Totò.
Il Gruppo Teatro Comunitario, attivo ormai da tre anni e consolidato esempio di come sia possibile la pratica di una cultura popolare, partecipata e inclusiva che riconsegni al Teatro un suo ruolo nella trasformazione e crescita individuale e collettiva, si riprende con "Gran Cinema Astra" la Storia, per raccontarla in prima persona e condividerla con i suoi spettatori.
Sabato 28 novembre, sempre alle 21, sarà invece la volta delle Donne Comunitarie che, dirette da Cora Herrendorf, riporteranno sulla scena del Cortazar il loro intenso "Signora Memoria", un viaggio teatrale nella memoria femminile dove i ricordi individuali legati alle nonne di quattro generazioni delle cittadine/attrici protagoniste (dagli 8 agli 80 anni) s'intrecciano nella costruzione della Storia comune.
La Memoria è al contempo contenuto e strumento per ri-conoscere la propria identità, individuale e collettiva; musiche, canzoni, suoni, colori, dolori, nascite, morti, guerre, assenze, migrazioni, gioie, giochi, mostrano i destini comuni.
Cento e più anni di Storia messi in scena con la partecipazione e la distanza che i vissuti personali insieme alla parola possono dare; un'occasione d'incontro, di sé e delle altre, dove tracce e bagagli di vita che appartengono universalmente alla cultura femminile, ricompongono dinanzi agli spettatori vite e relazioni.
(Comunicato a cura dell'Ufficio stampa del Teatro Julio Cortazar)