MUSEO DI STORIA NATURALE - Conferenza sugli effetti del "global warming"
02-11-2009 / Giorno per giorno
Quali sono gli "Effetti del global warming sulle comunità di piccoli mammiferi nel Delta del Po negli ultimi decenni"? A dare risposta al quesito, nel corso di una conferenza in programma mercoledì 4 novembre alle 17, al museo civico di Storia naturale, saranno gli studiosi dello stesso museo Stefano Mazzotti ed Elisabetta Tiozzo. L'incontro, a ingresso libero, rientra nel programma della "Settimana dei mammiferi" indetta dall'Associazione nazionale musei scientifici ed è promosso dall'Associazione Teriologica italiana, con il sostegno del museo civico, dell'Università di Ferrara e della Società naturalisti ferraresi.
LA SCHEDA a cura degli organizzatori:
La conferenza ha due interessanti protagonisti. I piccoli mammiferi, in particolare i roditori come arvicole e topi selvatici e gli insettivori (oggi chiamati soricomorfi) quali i toporagni e le talpe sono ottimi bioindicatori degli stress ambientali grazie al loro ruolo ecologico negli ecosistemi terrestri come prede, consumatori primari e predatori di invertebrati del suolo. Co-protagonista di questo studio è il barbagianni, rapace notturno diffuso nell'entroterra del Delta del Po che preda attivamente tutti i piccoli mammiferi.
Grazie al notevole materiale osseo (crani e mandibole dei topolini) ricavato dai rigetti alimentari indigeriti (borre) rilasciati dal rapace presente nelle collezioni del Museo di Storia Naturale di Ferrara, si è potuto analizzare la dieta del barbagianni e di conseguenza osservare la composizione delle comunità dei mammiferi del Delta nel corso di trenta anni dal 1970 ad oggi.
Dai dati ottenuti possiamo osservare che il territorio del delta ha subito significative variazioni nella struttura delle popolazioni di piccoli mammiferi Questi cambiamenti sembrano essere influenzati dai cambiamenti climatici in atto che provocherebbero l'aumento di alcune specie tipiche di ambienti caldi mediterranei come il topolino delle case, dei ratti e del mustiolo e la diminuzione di quelle di ambienti freschi come i toporagni. Questa tendenza potrebbe causare effetti negativi sugli interi ecosistemi del Delta del Po con una grave perdita di biodiversità. Inoltre, l'amento di specie come i ratti e i topi potrebbe aumentare il pericolo di trasmissione di malattie veicolate dai roditori. Un'elevata densità di tali specie fa aumentare il rischio di contatto tra l'Uomo e i Roditori, e quindi aumenta la possibilità di contrarre malattie.