STATISTICA - Pubblicata l'indagine sulle condizioni di vita in città nel 2009
Più spese e meno risparmi per le famiglie ferraresi
30-06-2010 / Giorno per giorno

Redditi, spese, risparmi: le condizioni economiche dei ferraresi nel corso del 2009, sono passate sotto la lente di ingrandimento dell'Ufficio statistica del Comune di Ferrara, che ha ora pubblicato tutti i risultati dello studio all'interno dei 'Quaderni sulla famiglia'.
Realizzata con cadenza triennale e giunta alla sua sesta edizione, l' 'Indagine sulle condizioni di vita a Ferrara' è già consultabile e scaricabile all'indirizzo internet: www.comune.fe.it/statistica e, nei prossimi giorni, sarà inviata agli organi di informazione, agli enti e alle associazioni del territorio.
Dopo aver condiviso con la Giunta i risultati della ricerca, gli assessori Chiara Sapigni e Roberto Polastri hanno inoltre programmato, per il prossimo mese di settembre, una serie di incontri con le associazioni cittadine attive in ambito sociale, economico e produttivo, per una "analisi partecipata" dei dati e per definire percorsi di approfondimento e proposte di intervento.
Scheda a cura dell'Ufficio statistica del Comune di Ferrara:
INDAGINE SULLE CONDIZIONI DI VITA A FERRARA NEL 2009
Le abitazioni, le condizioni economiche e rischio di povertà
Nel dicembre 2009 la consueta indagine triennale sulle condizioni di vita delle famiglie ferraresi è giunta alla sua sesta realizzazione. Svolta dall'Ufficio Statistica del Comune di Ferrara, questa indagine campionaria si ripropone come un utile strumento per verificare i cambiamenti intercorsi nelle condizioni abitative ed economiche dei ferraresi, ne indaga gli stili di vita e di consumo e mette in luce i mutamenti sociali avvenuti in questi anni di rapido cambiamento.
Importante obiettivo dell'analisi è la valutazione dell'incidenza di povertà nel nostro comune.
Con l'indagine campionaria attuata la prima volta nel 1994, e riproposta, con qualche modifica e miglioramento, ogni tre anni a circa 1.000 famiglie ferraresi, si è cercato di costruire una griglia disaggregata di indicatori graduati per maggior rischio di povertà, sia sul territorio che in riferimento alla stratificazione sociale della popolazione.
Tali indicatori permettono il confronto sia con i risultati delle precedenti indagini, sia con i risultati diffusi dalle statistiche ufficiali a livello italiano, dall'Istat e dall'Isae, Istituto di studi e analisi economica.
Il Comune di Ferrara ha, infatti, utilizzato analoghi criteri di analisi e di misurazione e si sono effettuate valutazioni secondo i diversi approcci riconosciuti nella letteratura statistica nazionale ed internazionale.
Gli approcci che possono essere affrontati nella valutazione del numero e delle caratteristiche di queste famiglie esaminano:
la povertà materiale relativa, misurabile considerando il tenore di vita della famiglia tipo, in relazione per esempio al reddito od alla spesa per consumi, nell'area territoriale di riferimento. E' questo l'approccio più seguito nelle indagini sulla povertà, con il quale si traccia una soglia standard di riferimento, considerando povera quella famiglia di due persone che ha una spesa media mensile di coppia inferiore o uguale a quella media pro-capite. Proporzionando tale importo al diverso numero di componenti della famiglia si ottiene una linea della povertà che indica i limiti minimi di spesa di ogni famiglia.
La povertà soggettiva, concetto che considera la percezione dello stato di disagio. E' anch'esso un indicatore monetario, perché è considerata povera una persona o una famiglia al di sotto di una certa soglia. Tuttavia tale soglia è stabilita non in base a criteri oggettivi (redditi o consumi), ma in base ad indicazioni soggettive. Sono gli stessi soggetti a stabilire l'ammontare di risorse monetarie necessarie a condurre una vita dignitosa ed al di sotto della quale si può parlare di povertà (in questo caso soggettiva).
E' necessario, però, ricordare che la base di riferimento utilizzata per il campionamento (universo di riferimento) è costituita dalle 64.369 famiglie regolarmente iscritte all'anagrafe del comune (dato riferito al 23/10/2009) e quindi rimangono esclusi tutti coloro che di fatto dimorano a Ferrara, pur senza comparire nei registri anagrafici ufficiali, cioè tutti coloro che vivono a Ferrara, ma che risiedono altrove. Non vengono prese in considerazione neppure coloro che vivono permanentemente in una convivenza o comunità. La ricerca pone in luce perciò le condizioni di vita delle famiglie residenti nel comune di Ferrara, che costituiscono la parte prevalente della popolazione e quella con caratteristiche di stabilità, ma trascura di esaminare quelle delle persone "irregolari" (quali gli extracomunitari clandestini) o che per esempio vivono in case di riposo, alle quali si possono associare situazioni di vita qualitativamente inferiori alla media, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista degli aspetti legati alla salute.
Le condizioni di vita
Le famiglie ferraresi si riducono sempre più di dimensione (2,1 componenti in media per famiglia) ed aumenta il livello di scolarità. Il 72% delle famiglie intervistate è proprietaria dell'abitazione in cui vive Questa percentuale, in costante crescita fino al 2006, mostra nel 2009 una battuta di arresto. In Italia la quota di famiglie proprietarie è il 75%. Gli importi degli affitti sono aumentati in maniera considerevole ed in misura molto superiore al costo della vita. Più della metà delle famiglie dichiara di spendere l'intero reddito familiare nel corso dell'intero anno, senza riuscire a risparmiarne una parte (57%). Rispetto al 1994 i risparmiatori sono diminuiti (erano il 47% contro l'attuale 43%) e sono pressoché costanti dal 1997. Alla domanda più diretta sulla capacità con l'attuale reddito familiare di arrivare alla fine del mese, si osserva un peggioramento medio dal 2000 del tenore di vita, mentre si era registrato un miglioramento negli anni precedenti. Le famiglie con gravi difficoltà sono in aumento: ammontano nel 2009 all'11% e alcune di esse devono contrarre debiti per fronteggiarle (1%). Cresce il numero di famiglie intervistate che dichiara di ricevere sussidi economici dalle istituzioni, sotto forma, per esempio, di assegni di maternità, per la nascita dei figli, assegni di cura, pensioni di invalidità o accompagnamento: da 3,8% nel 2003 a 7,9% nel 2006 e si attestano al 5,1% nel 2009. Il 2,5% delle famiglie usufruisce di agevolazioni economiche o contributi da enti pubblici per l'abitazione di residenza (tra le famiglie in affitto, Comune, Regione, Province, ecc. ne aiutano il 9,7%); anche queste percentuali sono in aumento. Il 9,4% dichiara di ricevere aiuti economici da parte di parenti ed amici non appartenenti alla famiglia.
A partire da ottobre 2008, viene concessa ai cittadini che siano in possesso di particolari requisiti la Social Card. Meno dell'1% delle famiglie ha dichiarato di averla già o di essere in attesa di riceverla.
Il 47,9% delle famiglie ferraresi contro il 39,6% di quelle italiane ritiene che la propria situazione economica sia rimasta invariata rispetto al passato. Registra un peggioramento il 48,1% dei ferraresi contro il 54,9% degli italiani.
Cosa si aspettano dal futuro le famiglie ferraresi? Solo il 16,1% si attende un miglioramento economico nei prossimi anni. La maggior parte delle famiglie ritiene che la propria situazione rimarrà più o meno la stessa, il 59,9%, mentre coloro che paventano un peggioramento sono il 24%.
Le famiglie intervistate dichiarano nel 50,7% dei casi che nel 2009 hanno quantitativamente ridotto i propri acquisti e consumi rispetto all'anno precedente (percentuale più elevata rispetto al 2006).
Sempre più nell'ultimo anno le famiglie hanno incontrato difficoltà economiche nell'affrontare le spese per le utenze e per la casa (affitto, mutuo, condominio,
). Lo dichiarano rispettivamente il 34% e il 31% degli intervistati. Seguono, non molto discoste, le spese mediche, aspetto indicato dal 26%, e le spese per l'acquisto di abiti nuovi, 23%.
Il ricorso a sistemi di finanziamento, quali prestiti e mutui, ha visto una crescita negli ultimi anni. A Ferrara, il 18,6% delle famiglie dichiara di avere in corso il pagamento di un mutuo, percentuale superiore al 15,9% osservato nel 2003; in particolare, passa da 19% a 24% la quota di famiglie con abitazione di proprietà che sta sostenendo la spesa di un mutuo.
Riguardo al possesso di beni durevoli, in aumento la percentuale di famiglie che dispone di almeno una autovettura: 80,6%. In aumento le famiglie che possiedono una motocicletta (12,9% nel 2009 contro il 4,1% nel 1997), mentre diminuiscono coloro che hanno un motorino od uno scooter (da 26,4% nel 1997 a 6,4% nel 2009).
Solo il 10,2% delle famiglie non possiede almeno una bicicletta. Si stimano a Ferrara oltre 122.000 biciclette, mediamente quasi 2 per famiglia.
Il telefono fisso registra un forte calo nella sua diffusione: era fornito di telefono il 97,2% delle abitazioni ferraresi nel 1994, mentre nel 2009 si è scesi al 70,7% (il dato nazionale è 71,9%); questa diminuzione è strettamente connessa all'aumento esplosivo che, al contrario, si osserva per la telefonia mobile: il telefono cellulare nel 2009 è presente nel 90,5% delle famiglie, contro il 22% nel 1997. Si diffonde sempre più computer (52,2% nel 2009, contro il 13,8% nel 1994) in percentuale superiore alla media nazionale (50,1%) e il 45,3% dei ferraresi è collegato ad Internet (il dato nazionale è 42% di famiglie connesse).
I redditi
Nel 2009 le famiglie intervistate nel comune hanno dichiarato di percepire un reddito netto mensile pari in media a circa 1.915 euro. Considerando, invece, il valore mediano, si può affermare che il 50% delle famiglie percepisce meno di 1.700 euro al mese.
Il principale mezzo di sostentamento delle persone intervistate è quello che deriva dallo svolgimento del proprio lavoro: il 42% degli intervistati percepisce un reddito da lavoro. A questi si aggiunge il 31% di intervistati che ha una pensione per l'attività svolta in passato o di reversibilità per il lavoro svolto dal coniuge deceduto. Il 2,4% ha come fonte principale di reddito solo la pensione sociale, non avendo lavorato nel corso della vita, o di invalidità. Solo lo 0,2% ha redditi di tipo patrimoniale come principale mezzo di sostentamento e sono l'1,4% coloro che vengono mantenuti da familiari non conviventi (assegni di mantenimento dei coniugi separati o contributi dei genitori ai figli non economicamente autonomi, pur vivendo al di fuori della famiglia d'origine). I rimanenti componenti delle famiglie intervistati (22,4%) vengono mantenuti dai familiari conviventi non avendo una propria fonte di reddito (bambini, casalinghe, ecc.).
L'80% percepisce un reddito da lavoro ha un lavoro alle dipendenze (dirigente, impiegato, operaio, apprendista, ecc.), mentre il rimanente 20% svolge un lavoro autonomo (imprenditore, libero professionista, lavoratore in proprio, coadiuvante). Se confrontiamo i valori medi dei redditi da essi percepiti e i valori mediani, appare subito evidente che per i lavoratori dipendenti si tratta di valori inferiori: il valore medio per il lavoratore dipendente è pari a 1.298 euro, contro 1.734 euro per il lavoratore autonomo. Così il valore mediano: il 50% dei lavoratori dipendenti percepisce meno di 1.200 euro, mentre il valore soglia per la metà dei lavoratori autonomi è di 1.450 euro.
La media ferrarese dei redditi da pensione è pari a 1.041 euro mensili e in base al valore mediano rilevato si può affermare che la metà dei pensionati percepisce meno di 1.000 euro al mese.
Stime di povertà
L'incidenza di povertà relativa a Ferrara per la prima volta dal 1994 cresce. Si era mantenuta con una certa stabilità attorno al 5% in termini percentuali, pur determinando una crescita del numero di poveri in termini assoluti a causa dell'aumento del numero complessivo di famiglie. Nel 2009 l'incidenza passa a 9,3% e le famiglie povere nel comune si stimano essere tra 4.795 e 7.229. Si è osservata una crescita nel tempo del contingente di povertà estrema, i sicuramente poveri, che si trovano ben al di sotto della linea di povertà (sotto all'80% di quella standard), pari oggi al 4,7%.
Elevate sono le aspettative economiche delle famiglie ferraresi ed il 73,3% si ritiene soggettivamente povero, in quanto percepisce un reddito inferiore a quello che gli consentirebbe di vivere senza lussi, ma senza privarsi del necessario.
Per la prima volta dal 1994, primo anno di realizzazione dell'indagine sulle condizioni di vita a Ferrara, l'incidenza di povertà relativa segna un peggioramento, aumentando da uno stabile valore attorno al 5% alla quota del 9,3%
I risultati di questa indagine campionaria consentono di individuare alcune linee guida per possibili interventi, mirati ad attenuare le condizioni di disagio di alcuni abitanti del nostro comune, individuando le categorie di famiglie e le persone a maggior rischio di povertà.
La tipologia della povertà nel nostro comune mostra differenze sensibili rispetto alle valutazioni effettuate per esempio dall'Istat, anche negli andamenti: nell'intero Paese le famiglie numerose con più figli, specie se minori, e i fenomeni di disoccupazione e sottoccupazione rappresentano, specie al Sud, le caratteristiche peculiari della povertà. Queste figure, tipiche della letteratura specializzata, presentano a Ferrara un'incidenza statisticamente ridotta:
la dimensione media delle famiglie ferraresi è molto ridotta ed i casi di molti figli sono assolutamente sporadici; in questi rari casi, pur essendo difficile con la metodologia campionaria trarre delle indicazioni attendibili, anche se ben difficilmente si è in presenza di un unico percettore di reddito di modesto ammontare, si è osservato una maggiore difficoltà da parte di queste famiglie;
i disoccupati, pur frequenti nella realtà ferrarese, sono generalmente di età giovanile ed affiancati nella famiglia da altri percettori di reddito che possono sopperire alle necessità del nucleo familiare. Certamente si osserva un peggioramento delle famiglie giovani, in particolare unifamiliari, che maggiormente risentono della crisi occupazionale dell'ultimo anno.
Le categorie di poveri che risultano, invece, a Ferrara prevalenti sono quella delle famiglie monogenitoriali e quella degli anziani che vivono soli. Queste categorie di persone risultano in condizione critica anche nell'analisi a livello nazionale.
Diventa sempre più preoccupante la situazione economica di circa il 19% delle famiglie monogenitoriali, sia a livello locale che a livello dell'intero Paese (14%). Per queste tipologia di famiglie, infatti, l'incidenza di povertà è quella più elevata e ha sempre mostrato segni di crescita. A livello nazionale il problema è più accentuato nel Nord Italia, rispetto al Meridione.
Gli anziani soli non hanno un sostegno economico al fianco con cui dividere le spese familiari quando non si sono mai sposati, o sono rimasti vedovi, oppure ancora si sono divorziati o separati dal coniuge. Si tratta, prevalentemente, di donne anziane, vedove, che vivono sole e non bisogna trascurare il fatto che questa categoria di persone soffre di disagi anche di tipo qualitativo, sia in ordine alle condizioni di salute che riguardo alla vita di relazione. Mentre a livello nazionale risulta ancor più elevata l'incidenza di povertà nelle famiglie costituite da una coppia di anziani, nel nostro comune ciò non si verifica.
La soglia che divide i poveri dai non poveri fino al 2006 si è sempre innalzata in misura maggiore dell'incremento del costo della vita. Ciò significa che si è avuto un innalzamento degli standard di vita. Dal 2009, si osserva un rallentamento, la soglia si innalza del 3,9% mentre il costo della vita del 5,2% nei tre anni, indicando un rallentamento anche nella crescita degli standard di benessere.
Comunque elevate sono le aspettative economiche delle famiglie ferraresi ed il 73% si ritiene soggettivamente "povero", in quanto percepisce un reddito inferiore a quello che gli consentirebbe di vivere senza lussi, ma senza privarsi del necessario.
Un altro elemento che richiede attenzione è l'aumento della quota di famiglie che risulta in uno stato di seria indigenza, con valori reddito molto al di sotto della linea di povertà standard. A Ferrara queste famiglie estremamente disagiate, con valori di reddito inferiori alla linea standard di povertà di oltre il 20%, sono il 4,7%.
Tra le condizioni di deprivazione, il cattivo stato di salute è un'altra grave condizione di deprivazione. Le persone intervistate a Ferrara che dichiarano di stare "male" sono l'8,3% degli intervistati e l'1,6% dice di stare "molto male". La distribuzione per età indica una forte prevalenza delle persone sopra i 65 anni (70%). Queste persone con problemi di salute vivono nel 17,1% delle famiglie ferraresi (nel 3,1% delle famiglie vi è almeno una persona che sta "molto male"). L'incidenza di povertà (percentuale di famiglie sotto la soglia individuata di povertà) per queste famiglie è superiore alla media comunale, 15,7% contro 9,3%. Perciò, le difficoltà legate allo stato di salute si aggiungono ai problemi economici, il più delle volte aggravandoli. Le difficoltà economiche maggiori si incontrano nell'affrontare proprio le spese mediche: il 53,3% ha incontrato difficoltà a sostenerle.
Aiuti economici provengono sia dalle istituzioni che da amici e parenti non conviventi. Il 13,6% di queste famiglie ha ricevuto negli ultimi 12 mesi qualche forma di sussidio economico in denaro dalle istituzioni e nel 6,5% dei casi da parte di parenti e amici non conviventi. Utilizza la Social card il 2,4% di queste famiglie.
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