Comune di Ferrara

mercoledì, 09 luglio 2025.

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QUALITA' DELL'ARIA - Comunicazione dell'Anci agli assessori comunali all'Ambiente. Il commento dell'ass. Zadro

Respinti emendamenti al decreto del Ministero dell'Ambiente.

10-07-2010 / Giorno per giorno

[DA DOVE NASCE IL DOCUMENTO ANCI]
IL fenomeno dell'inquinamento dell'aria si ripropone ogni anno, sottolineando tutta la sua complessità. Su tale fenomeno ANCI ha promosso, fin dall'inizio dell'anno 2010 una serie di iniziative (simbolo la chiusura delle città di fine febbraio)alla quali Ferrara ha partecipato ed apportato il proprio contributo(giornate di chiusura al traffico, incontri pubblici, bozze di proposte di Piano di intervento, confronti con il Ministero, ecc)per sollecitare l'adozione di un Piano di Azione accompagnato da misure strutturali indispensabili per affrontare il problema "aria" con obiettivi a breve, medio, lungo termine, estesi a tutto il territorio nazionale.
Il Piano ancora non è stato varato dal Ministero dell'Ambiente e nulla si sa in riferimento all'avanzamento dei lavori mentre, in Conferenza Unificata, lo stesso Ministero non ha accettato le proposte di ANCI, emendative al dlgs (di prossima approvazione) di attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria.
Il Decreto è fondamentale ed urgente e fondamentale sarebbero stati gli emendamenti dell'ANCI, considerate anche le procedure di infrazione avviate dall'Unione Europea contro il nostro Paese per il mancato rispetto dei valori limiti del PM10 imposti nel 2005. Siamo anche chiamati a rispondere sugli obiettivi di Kyoto, legati ai cambiamenti climatici.
Le proposte emendative dell'ANCI sono principalmente volte a coinvolgere gli ENTI LOCALI nel ciclo di programmazione e realizzazione delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria, cosa che il decreto non prevede, delegando tutto alle regioni. I punti emendati:
1. zonizzazione del territori (si chiede il coinvolgimento degli enti nella individuazione delle zone sovraregionali per individuare le modalità di coordinamento tese ad assicurare una gestione unitaria e condivisa dell'area ambiente nelle zone sovraregionali)
2.accesso ai dati sulla qualità dell'aria da parte dei comuni e diffusione capillare dell'informazione fra i soggetti coinvolti per favorire la migliore sensibilizzazione della cittadinanza (informazioni devono avere una funzione programmatoria e di comunicazione e trasparenza. Gli organi, preposti alla tutela della salute e dell'ambiente secondo le proprie competenze, devono garantire la massima diffusione e correttezza delle informazioni, anche per promuovere la collaborazione dei cittadini.
3. partecipazione, almeno consultiva alla fase della individuazione delle misure da parte delle regioni e province autonome e diretto coinvolgimento dei comuni nella fase di attuazione degli interventi scelti (i comuni devono predisporre i Piani di Azione per il risanamento della qualità dell'aria in base alle sorgenti di emissione degli inquinanti e per questo attuano le misure previste nel piano adottato dalla regione. per questo devono essere coinvolti)
4. coinvolgimento dei comuni nella predisposizione dei Piani di Azione, per rendere loro possibile l'adozione di eventuali misure straordinarie, anche mediante lo strumento delle ordinanze, particolarmente restrittivo (l'adozione di Piani di Azione è finalizzata ad evitare le situazioni di rischio. Ciò che differenzia i Piani di Azione con i Piani di Risanamento non è la ricorrenza o meno delle situazioni, ma i tempi di riferimento sia per l'osservanza dei limiti che della conseguente applicazione delle misura. Ad esempio, con le misure strutturali posso potenzialmente ridurre i limiti di superamento annuo per il PM10, ma occorre l'adozione di un piano di Azione se si vogliono evitare situazioni invernali in cui possono ricorrere superamenti in successione per più giorni consecutivi. Per quanto attiene le ordinanze, queste sono previste in situazioni a carattere contingibile ed uregente, per rimuovere gravi pericoli o minacce per l'incolumità pubblica. Altre forme di intervento invece possono essere di tipo strutturale ed adottate con forma programmatoria).
"Sono convinta che, partendo dalla consapevolezza che circa il 70% delle emissioni climalteranti e più in generale dei gas responsabili dell'inquinamento atmosferico derivano dalle città, ruolo fondamentale e non derogabile deve essere assegnato agli enti locali per ciò che attiene la scelta di politiche finalizzate al miglioramento della qualità dell'aria e delle condizioni di vita delle aree urbane. Le amministrazioni locali conoscono i propri territori, le attività produttive che li caratterizzano, la mobilità, i cittadini e pertanto devono agire un ruolo rilevante. E' importante che, di concerto con i comuni propri, la Regione attui un piano che contenga le misure atte ad agire sulle principali sorgenti di emissione, aventi influenza sulle aree di superamento, al fine di raggiungere i valori limite nei tempi previsti.
Il tutto, ovviamente, in un contesto di politiche regionali, meglio ancora di bacino.
Sono i comuni che devono predisporre il Piano di Azione per il risanamento della qualità dell'aria, in base alle sorgenti di emissione degli inquinanti e per questo attuano le misure previste nel Piano adottato dalla Regione.
"Da otto anni, adottiamo il Piano di Azione per la qualità dell'aria, con risultati migliorati nel tempo fino a condurci sotto i limiti di legge per le PM10 ed altri inquinanti. Per le PM2,5 non esistono limiti di legge, ma solo obiettivi europei, che comunque rispettiamo. Abbiamo anche predisposto, su sollecito della regione, il Piano clima. Sono due strumenti strategici attraverso i quali gli enti locali sono chiamati a definire politiche concrete ed integrate, trasversali a tutti i settori dell'amministrazione, dalla pianificazione del territorio all'urbanistica, all'ambiente alla biodiversità, dai rifiuti alla mobilità, dall'energia all'acqua ecc, con lo scopo di studiare, monitorare, migliorare le matrici ambientali ed il clima. Il tutto anche attraverso forme di governance che vedono la piena apertura al territorio e la partecipazione ed informazione dei cittadini.
La nostra programmazione, pur in un momento storico poco favorevole e di crisi economica, vede come volano per le priorità strategiche che ci siamo dati la sostenibilità di tutte la azioni. Abbiamo appena ottenuto la certificazione ISO 14001, ambientale, obiettivo difficilissimo da raggiungere per comuni grandi, delle dimensioni quali le nostre. Anche questo sta a rimarcare la attenzione all'ambiente, la disponibilità ad adottare strumenti volontari (le NORME ISO sono volontarie e si inquadrano nella responsabilità sociale di impresa) per migliorare le performance ambientali, sulle quali un ente terzo è chiamato a valutarci (messa al bando la autoreferenzialità), la pretesa e la garanzia che anche i nostri stakeholder devono lavorare e fornire prestazioni sostenibili."

Rossella Zadro
Assessora all'Ambiente, Politiche Energetiche, Relazioni Internazionali
del Comune di Ferrara

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Queste le comunicazioni inviate all'Assessora Rossella Zadro e agli Assessori all'Ambiente dei Comuni Capoluogo di Provincia da Anci

QUALITA' ARIA: ANCI, DECRETO MINISTERO AMBIENTE IGNORA COMUNI
"Lo schema di Decreto recante attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualita' dell'aria e' da rispedire al mittente". E' quanto dichiara Flavio Morini, Sindaco di Scansano e delegato ANCI alle politiche ambientali. "L'ANCI - aggiunge - ha presentato una serie di proposte emendative allo schema di decreto, che ci e' stato sottoposto con tempi strettissimi, che il Ministero dell'Ambiente ha totalmente ignorato. E' stato infatti riproposto in sostanza il vecchio modello, rivelatosi fallimentare e responsabile anche della messa in mora del nostro Paese da parte della Comunita' Europea, che vede le Regioni come soggetti che individuano e impongono ai Comuni l'attuazione delle misure volte al miglioramento della qualita' dell'aria, senza nessun tipo di consultazione preventiva con gli Enti locali. Inoltre lo schema di decreto prevede che, in caso di inerzia del Comune, siano le Regioni a sostituirsi nell'attuazione delle misure, lasciando però al Sindaco la responsabilità della tutela della salute dei cittadini, con le conseguenze anche penali che ne derivano".
"Siamo arrivati all'assurdo - sottolinea Morini - al Sindaco si chiede di limitarsi a dover attuare degli atti predisposti da altri soggetti, senza nemmeno poter esprimere alcun parere a riguardo".
"Nei mesi scorsi - ricorda ancora Morini - l'ANCI ha coordinato una serie di iniziative che hanno coinvolto un numero ingente di Comuni, volte a sottolineare la necessita' di intervenire nei tempi piu' brevi, attraverso uno specifico Piano di Azione accompagnato da misure strutturali indispensabili per superare la situazione generata dall'emergenza smog. Abbiamo presentato proposte concrete per migliorare la qualità dell'aria nelle nostre città, sedendoci attorno ad un tavolo istituzionale con i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente per lavorare in sinergia e arrivare ad una soluzione il piu' possibile attuabile e condivisa".
"In risposta abbiamo oggi ricevuto dal Ministero dell'Ambiente un sostanziale diniego ad accogliere le proposte dei Comuni principalmente volte a coinvolgere gli Enti locali nel ciclo di programmazione e realizzazione delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria. A questo punto - conclude Morini - l'unica richiesta che possiamo fare come Associazione dei Comuni è quella di assegnare a chi ha il ruolo decisionale anche le responsabilità delle proprie decisioni".

Roma, 7 luglio 2010

- Nota in riferimento allo schema di decreto per la qualità dell'aria
Il fenomeno dell'inquinamento atmosferico si ripropone ogni anno nella sua gravità e complessità, a tal punto che nel periodo invernale sono oramai consuetudine i provvedimenti di emergenza, come ad esempio blocchi del traffico, per contrastare - almeno parzialmente - i momenti di maggiore crisi.

Nel corso del 2010 tale situazione ha assunto connotati di particolare preoccupazione, aggravata dalle procedure di infrazione avviate dall'Unione Europea contro il nostro Paese per il mancato rispetto dei valori limite del PM10 imposti nel 2005.

Nei mesi scorsi l'ANCI ha coordinato una serie di iniziative, che hanno coinvolto un numero ingente di Comuni, volte a sottolineare la necessità di intervenire nei tempi più brevi, attraverso uno specifico Piano di Azione accompagnato da misure strutturali indispensabili per superare tale situazione. Conseguire nel medio periodo risultati effettivi di miglioramento della qualità dell'aria e delle condizioni di vita nelle aree urbane è possibile soltanto mediante la programmazione di interventi integrati e coerenti.

In attesa che tale Piano sia varato dal Ministero dell'Ambiente - e ad oggi non abbiamo alcuna notizia sullo stato dei lavori - , è stato sottoposto all'attenzione e al parere della Conferenza Unificata lo schema di dlgs di attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria.

Malgrado l'esiguità dei tempi a disposizione per l'esame del provvedimento, che interviene sulla ridefinizione del quadro delle competenze e sulle procedure di attuazione delle disposizioni stabilite., l'ANCI ha presentato alcune proposte emendative principalmente volte a coinvolgere gli Enti locali nel ciclo di programmazione e realizzazione delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria. In particolare tali proposte riguardano i seguenti punti:

- Zonizzazione del territorio (Art. 3);

- Accesso ai dati sulla qualità dell'aria da parte dei Comuni (art. 6) e diffusione capillare dell'informazione fra i soggetti coinvolti, per favorire la migliore sensibilizzazione della cittadinanza (art. 14);

- Partecipazione almeno consultiva alla fase di individuazione delle misure da parte di Regioni e Pv. Autonome e diretto coinvolgimento dei Comuni nella fase di attuazione degli interventi scelti (art. 9);

- Coinvolgimento dei Comuni nella predisposizione dei piani di azione, per rendere loro possibile l'adozione di eventuali misure straordinarie, anche mediante lo strumento delle ordinanze, rese particolarmente restrittive (Art. 10-11).

In risposta abbiamo oggi ricevuto dal Ministero dell'Ambiente un sostanziale diniego ad accogliere le proposte dei Comuni, finalizzate alla condivisione delle iniziative volte a migliorare la qualità dell'aria tra tutti i soggetti istituzionalmente a ciò preposti, considerando che lo scema di decreto presentato dal Governo sostanzialmente ripropone il modello precedentemente sperimentato e rivelatosi fallimentare, responsabile anche della messa in mora del nostro Paese da parte della Comunità europea.

Vale la pena ricordare che l'art.32 della Costituzione indica quale obiettivo primario del nostro ordinamento la tutela della salute, come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, che il risanamento e la tutela della qualità dell'aria costituiscono un obiettivo irrinunciabile delle politiche territoriali, per le importanti implicazioni sulla salute dei cittadini e sull'ambiente, che in questo contesto il Sindaco opera "quale rappresentante della comunità " in qualità di "autorità sanitaria locale" e di questo risponde anche penalmente. L'impianto di tale provvedimento imporrebbe ai Sindaci di emanare ordinanze in realtà formulate dalle Regioni, senza che vi sia alcuna condivisione con i Comuni.

documentazione >> 2_cu_tecnica_30giu10_schema_decreto_qa.doc