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MUSEO DELLE GHISE - La collezione in trasferta

Gli occhi di Vienna puntati sui tombini 'ferraresi'

23-07-2010 / Giorno per giorno

Con 25 esemplari dell'International Manhole Cover Museum, da lui stesso ideato e diretto, Stefano Bottoni ha portato a Vienna la creatività dell'Italia e un pezzo di Ferrara. In cambio, ha ricevuto un «entusiasmo difficile da raccontare e la conferma che le cose più belle sono quelle che nascono dalla spontaneità e dalla fiducia nelle molteplici espressioni dell'arte». L'esposizione in Karlplatz, a Vienna, di fronte al Palazzo della Secessione, nel tempio della cultura austriaca, inaugurata lo scorso 8 luglio alla presenza delle istituzioni viennesi e ferraresi, è stata per Bottoni la consacrazione di un percorso cominciato 10 anni fa nell'incredulità di molti ed è oggi lo strumento per portare Ferrara in Europa. Ne è convinto il vicesindaco e assessore alla Cultura Massimo Maisto, invitato a Vienna con Bottoni, che rimarca «soddisfatto» come la città estense abbia ottenuto «una grande visibilità sia tra le istituzioni, che hanno promosso la rassegna, che tra la gente». L'evento è stato infatti patrocinato da Wien Kanal e curato dall'ing. Josef Gottschall. Maisto cita poi l'interessamento all'evento della tv nazionale e i numerosi articoli usciti sulla stampa tedesca. «Anche questo - riconosce il vicesindaco - è un modo per promuovere Ferrara in una città di cultura e turismo». L'idea è ora quella di coinvolgere altre importanti capitali: Prada, Budapest, Amsterdam. Un obiettivo raggiungibile, secondo Tommaso La Rocca, docente di Filosofia Morale all'Ateneo estense e 'complice' di Bottoni in questa avventura, che così sintetizza: «L'interesse dimostrato da Vienna, che coi suoi canali ha subito compreso la novità e l'unicità della mostra, ha definitivamente assegnato alle ghise di Bottoni il ruolo di opere d'arte». A Vienna Bottoni ha donato un tombino di Ferrara e ne ha ricevuto uno in ricordo del cosiddetto «Terzo uomo», che inseguito dalla Polizia si salvò in un tombino. Una storia da cui nel 1949 fu tratto l'omonimo film di Carol Reed, con Orson Welles, girato proprio in Karlplatz. E A Maisto, appassionato di cinema, è stata data l'opportunità di visitare il sistema delle fognature delle acque chiare, che fu set naturale della pellicola. In segno di ospitalità, Vienna ha donato a Bottoni e Maisto anche una grande torta Sacher di 18 chilogrammi della forma e delle dimensioni di una ghisa. La mostra di Vienna sarà accessibile fino al 31 ottobre. Si svolge dunque in contemporanea a quella in corso alle Logge d'Onore del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, dove nell'ambito di una serie di iniziative dedicate alla Svezia e a Re Carlo Gustavo VI, che partecipò agli scavi di Spina negli anni Sessanta, sono esposti una sessantina di tombini.

(Comunicato a cura di Delphi International)