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SPETTACOLI - Sabato 24 luglio in piazza Castello

I Kings of convenience chiudono Ferrara sotto le Stelle 2010

23-07-2010 / Giorno per giorno

(Comunicato a cura dell'associazione Ferrara sotto le stelle)

Precursori della riscoperta della tradizione acustica, i norvegesi Erlend Øye e Eirik Bøe hanno conquistato il successo planetario costruendo atmosfere morbide e avvolgenti: un flusso di emozioni serene ed evocative, grazie alle raffinate melodie pop-folk, all'uso sapiente di gentili arpeggi di chitarra e all' impiego minimale e oculato di piano ed archi.

Dopo quasi due mesi di maratone rock e sold-out a ripetizione, su Piazza Castello cala la quiete per l'ultimo concerto prima della chiusura della fortunata edizione 2010 di Ferrara Sotto Le Stelle.

Perchè ad esibirsi sarà una band che ha fatto della quiete, appunto, delle atmosfere soffuse, delicate e minimali, il suo marchio di fabbrica, la sua stessa ragion d'essere.
Quiet Is The New Loud, la quiete è il nuovo modo di far casino, questo è la filosofia dei Kings Of Convenience, duo di giovani norvegesi che incarnano perfettamente gli ideali e la sensibilità dei paesi nordici, tra i quali appunto l'intimsmo e l'amore per le cose semplici, la tranquillità, la natura, e che, in quanto ideali pronipoti di Nick Drake e Simon & Garfunkel, sono tra i massimi esponenti e fautori del New Acoustic Movement, nato per rivalutare e ravvivare l'attenzione attorno alla musica acustica, scarna non per difetto ma per pregio di essenzialità.
Quiet Is The New Loud (2001) è anche il titolo del primo vero disco di Erik Bøe e Erlend Øye, dopo un esordio omonimo passato per lo più inosservato. Alcune traccie sono riarrangiate, altre inedite vengono inserite e si ottiene un piccolo caso nel panorama indie, attratto forse dal suono pacato e dalla estrema quanto armonica semplicità di due chiarre acustiche che si rincorrono e completano, forse dalla connotazione "rivoluzionaria" dell'approccio, in sè notevolmente alternativo rispetto alla corrente dominante del "frastuono" e dell'alienazione delle persone tartassate dalla tv e dai ritmi della società moderna. Lo stile fin da subito si dimostra essenziale in maniera oculata, ragionando per sottrazione e riproducento soltanto le note indispensabili a delineare le lievi melodie dei brani, con pochissimi altri strumenti a intervenire sporadicamente, in particolare pianoforte e violoncello.
Il disco diventa istananeamente una sorta di moderno "classico", fatto di canzoni senza tempo e melodie sussurrate che scavano con leggerezza nelle inquietudini giovanili: musica senza fronzoli, senza enfasi, spaccati esistenziali intrisi di una malinconia e di una magia del tutto particolare.
Dopo qualche tempo speso a cimentarsi in inaspettate escursioni elettroniche (un disco di remix, Versus, e i giochi in consolle di Erlend Øye), il duo si riunisce per dare origine nel 2004 a un altro lavoro ossimorico nel titolo: Riot On An Empty Street (traducibile come "sommossa in una strada deserta"), continua decisamente nella direzione compositiva intrapresa e persegue sempre gli scopi di un rivitalizzato New Acoustic Movement.
Ad alimentarne la tendenza anche il clamoroso successo dei due pezzi trainanti del disco. Misread può certamente concorrere al titolo di riff più celebre e catchy e della musica moderna, grazie a quel giro di piano (inaspettatamente!) capace di restare indelebilmente impresso nelle orecchie e nella mente e che di tanti ascolti e passaggi radiofonici e televisivi ha goduto durante l'estate successiva all'uscita del disco; I'd Rather Dance With You inserisce nello stile della band l'attenzione per il ritmo e stupisce sia per l'apparizione, nella coda del brano, di una vera batteria, sia per la spinta verso il movimento (il ballo) e il linguaggio del corpo, finora rimasti fuori dall'immaginario della band. Parte importante, in questo disco, è giocata anche dagli archi che trasportano il primo singolo e contribuiscono ad avvicinare le composizioni dei due ragazzi norvegesi al mondo pop.
Declaration Of Dependence (2009) è il lavoro più recente, nato dalla necessità provata dai due, amici fin dai banchi di scuola, di ritornare a lavorare insieme, di registrare un album che potesse godere del risultato delle loro due personalità e esperienze, molto maggiore rispetto alla semplice somma delle due, dopo 3 anni di "decompressione" in cui la militanza di Øye, il più estroverso dei due, nei Whitest Boy Alive, aveva fatto gridare allo scioglimento del duo.
L'eredità di Simon & Garfunkel è ancora molto presente, così come la predominanza delle chitarre acustiche e dell'approccio minimale alla composizione. Tuttavia si incontrano arrangiamenti a volte più complessi, divagazioni talvolta ironiche nella bossa e nello swing per stemperare le "idee serie" che permeano l'intero lavoro, inserti di piano e violino che provano a ritagliarsi uno spazio, o meglio, si insediano negli spazi che paiono essere naturalmente e spontaneamente loro nell'economia melodica essenziale dei brani.
Il vanto è quello di aver realizzato il disco più ritmico e pop mai ascoltato senza l'utilizzo di batteria e strumenti percussivi. Il diktat è ancora una volta rallentare, smorzare i toni, arrivare direttamente a toccare e suscitare emozioni attraverso le vibrazioni delle corde negli arpeggi.
Il disco, dopo i sold-out italiani nei club durante la stagione invernale, viene finalmente presentato, a quasi un anno dalla sua uscita, all'aperto, sotto le stelle appunto, che di certo non potranno che contribuire a ricreare quell'atmosfera magica in stile norvegese, prediletta dalla band e dai loro fan, e inevitabilmente attraente anche per un pubblico meno avvezzo ai canoni rock alternativi, che in questa occasione potranno trovare un set più "amichevole" nel piano elettrico e nel contrabbasso che accompagneranno i ragazzi in acustico.

In apertura Ophelia Hope, di stanza a Bergen, città natale di Erlend e Erik, ma multiculturale nei membri. Il quartetto di pop-noir coinvolge anche l'italiano Davide Bertolini, contrabbassista con i Kings Of Convenience, oltre che Ingrid Ophelia, ex-corista per le maggiori popstar norvegesi e ora leader di un progetto che rivolge il proprio sguardo e le proprie riflessioni in musica al contrasto tra la natura conflittuale dell'esistenza umana e la voglia di guardare avanti con ottimismo e goderne le cose semplici, come stare insieme e suonare buona musica.


KINGS OF CONVENIENCE + OPHELIA HOPE
Sabato 24 luglio - Piazza Castello - Ferrara

Orari:
Apertura porte: ore 20:00
Ophelia Hope: ore 21:00
Kings of Convenience: ore 22:00

Ingresso: 22 euro
Info: 348-6117254
Ulteriori informazioni sono reperibili presso il sito web della rassegna: www.ferrarasottolestelle.it

Il Festival è organizzato dall'Associazione "Ferrara sotto le Stelle" con il sostegno del Comune di Ferrara, dell'Amministrazione Provinciale di Ferrara e della Regione Emilia-Romagna.