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CULTURA - Dopo il rinvio per l'emergenza Coronavirus, nuovamente fruibile la prestigiosa sede museale in via Scandiana 23 a Ferrara

Palazzo Schifanoia riapre all'arte e ai visitatori: dal 2 giugno una mostra e nuova illuminazione per riscoprire il Salone dei Mesi - DOCUMENTAZIONE

31-05-2020 / Giorno per giorno

Torna a splendere uno dei simboli più importanti di Ferrara: quel Palazzo Schifanoia che, con la sua magia, ha accompagnato i fasti rinascimentali della città e affascinato per secoli i suoi visitatori.

Dopo il terremoto del 2012, i restauri architettonici dedicati al miglioramento strutturale antisismico e l'emergenza da Covid-19, il 2 giugno riapre finalmente una prima porzione dell'antica delizia.

Sarà così nuovamente fruibile la parte più significativa dell'edificio che si presenterà in una veste luminosa del tutto nuova e con l'esposizione Schifanoia e Francesco del Cossa. L'oro degli Estensi.

Testimonianza eccezionale della magnificenza della corte degli Este, Schifanoia deve la sua fama al marchese e poi duca Borso che plasmò l'edificio a sua immagine e somiglianza.

Avvio e fulcro del percorso espositivo sarà il simbolo di tutto questo: il magnifico Salone dei Mesi, fatto decorare dal principe estense intorno al 1469 per celebrare la sua azione di governo. Una miscela di sapienza antica, astrologia e pragmatismo politico elaborata da Pellegrino Prisciani, astrologo e bibliotecario di corte, per esaltare l'età dell'oro che la città visse nei vent'anni di potere borsiano, dal 1450 al 1471.

In questa straordinaria impresa collettiva, svetta il genio pittorico di Francesco del Cossa capace di realizzare un'abbagliante traduzione visiva delle aspirazioni ducali nei mesi di Marzo, Aprile e, parzialmente, Maggio, che si pongono come il vertice espressivo assoluto del Salone. Accanto a Cossa, che realizzerà un simile capolavoro non senza contrasti con il committente, altri maestri, tra i quali emerge il genio furente del giovanissimo Ercole de' Roberti.

Un nuovo sistema di illuminazione racconterà tutto questo in modo sorprendente. Grazie alla regia luminosa dello Studio Pasetti lighting di Alberto Pasetti Bombardella - apprezzato specialista in lighting design applicato ai Beni Culturali - le pitture murali saranno fruibili attraverso un sistema dinamico a led capace di spaziare dalla luce omogenea e museale a scene specifiche, offrendo un'inedita esperienza di visita, immersiva ed emozionale, che muterà per sempre la percezione della Salone dei Mesi.

Il tema della luce è centrale anche per la sontuosa Sala delle Virtù e per la simbolica Sala delle Imprese che potranno essere apprezzate in una rinnovata veste illuminotecnica mirante a valorizzare al meglio gli stucchi policromi e dorati degli appartamenti ducali.

In queste due sale troveranno posto gli "ori degli Estensi": una raccolta delle opere di pertinenza dei Musei di Arte Antica più strettamente connesse alla figura di Borso accompagnate da una significativa selezione di "ospiti" legati all'Officina ferrarese. Sarà così possibile rievocare i fasti dell'epoca quattrocentesca, quando Ferrara fu realmente una città d'avanguardia, crocevia di stile e tendenze, capace di elaborare un linguaggio artistico al contempo prezioso e popolare, decorativo ed espressivo. Un ambiente fertile per l'innovazione in ogni campo delle tecniche artistiche.

La costante ricerca della magnificenza caratterizza la vita di corte ad ogni livello. La numismatica, ad esempio, ricopre un ruolo fondamentale nel definire l'immagine ufficiale del potere dinastico grazie a Pisanello e alle monete d'oro della Zecca di corte, in un confronto con gli oggetti di uso quotidiano, come i piatti in ceramica graffita, nei quali è possibile riconoscere le medesime scelte figurative che contraddistinguono il Salone dei Mesi.

Analogamente, la grande stagione della miniatura, esemplificata dalla Bibbia certosina ornata da Guglielmo Giraldi, anticipa ed accompagna le conquiste della "sorella maggiore" pittura, mentre la scultura vive una dimensione di aperto dialogo tra nord e sud, tra la Firenze di Donatello e la Padova di Mantegna, esemplificata dalle personalità di Antonio di Cristoforo e di Domenico di Paris, quest'ultimo presente a Schifanoia attraverso gli scintillanti stucchi della Sala delle Virtù e prestiti d'eccezione. Conclude il percorso la celeberrima Pala Grossi di Giovanni Antonio Bazzi, eseguita per la chiesa della Concezione di Reggio Emilia, una tela che esemplifica l'influenza che Francesco del Cossa ed Ercole de' Roberti hanno avuto sull'arte settentrionale di fine Quattrocento.

 

Schifanoia e Francesco del Cossa. L'oro degli Estensi

Ferrara, Palazzo Schifanoia

2 giugno - 13 settembre

Orari di apertura

Dalle 10.00 alle 19.00, chiuso il lunedì

Informazioni e prenotazioni

diamanti@comune.fe.it

artecultura.fe.it

Ufficio stampa

Matteo Langone | t. 349 292 7090 m.langone@edu.comune.fe.it

Chiara Vedovetto | t. 349 1692486 chiara@chiaravedovetto.com

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